Cesare Geronzi: differenze tra le versioni
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'''Cesare Geronzi''' ([[Marino]], [[15 febbraio]] [[1935]])
Inizia a lavorare nel [[1961]] alla [[Banca d'Italia]] nel settore [[cambi]]; l'ambiente politico negli [[anni 1960|anni '60]] e [[anni 1970|'70]] è molto difficile, ma Geronzi riesce a farsi largo e ad affermarsi professionalmente. Negli anni [[anni 1980|'80]] si vede chiuso da [[Carlo Azeglio Ciampi]] e [[Lamberto Dini]] e si mette quindi sul mercato, diventando vicedirettore generale del [[Banco di Napoli]].
Nonostante sia appoggiato da [[Giulio Andreotti]], l'esperienza di [[Napoli]] non è felice e Geronzi passa alla [[Cassa di Risparmio di Roma]], dove diviene direttore
Geronzi ha appoggiato numerose pubblicazioni, conoscendo bene l'importanza della stampa. Si ricorda a questo riguardo: *[[Risparmio Oggi]] (diretto da [[Bruno Vespa]]), [[Il Tempo]] di [[Francesco Gaetano Caltagirone]], [[Class]] di [[Paolo Panerai]], [[L'Unità]], [[Il Manifesto]], [[Telemontecarlo]] di [[Vittorio Cecchi Gori]]
Ha fondato il quotidiano [[L'Informazione]] insieme a [[Vittorio Farina]] e a [[Callisto Tanzi]].
Alla fine degli anni Ottanta, la carriera di Geronzi ha uno scatto deciso.
In quegli anni le partecipazioni vengono spezzettate in società finanziarie; inoltre la banca subisce delle rapine ai portavalori, con certificati di deposito spariti per decine di miliardi. Il denaro viene ritrovato in [[Svizzera]] come garanzie presentata alle banche da una persona riconducibile a [[Claudio Martelli]] e [[Sergio Cusani]]. L'inchiesta venne levata al pm [[Achille Toro]] e successivamente insabbiata.
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In seguito è fra i primi finanziatori della [[Omnitel]] e fonda la [[Mmp]], una concessionaria di pubblicità, che si occupa di gran parte della carta stampata, pur essendo perennemente in perdita: [[Topolino]], [[Secolo d’Italia]], [[L’Unione sarda]], [[Qui Touring]], [[Famiglia cristiana]], [[Osservatore romano]]. La Mmp chiuderà nel [[1997]] con 450 miliardi di perdite, il 70 per cento delle quali sono a carico del partner pubblico. Sono notevoli anche i finanziamenti ai partiti: nel [[1996]] i [[Democratici di Sinistra]] ricevono da Banca di Roma 502 miliardi, secondo quanto riportato dalla centrale rischi della Banca d'Italia.
A fine anni '90
Nel [[2002]] il 1 settembre il nuovo gruppo bancario denominato [[Capitalia]] viene portato alla quotazione in [[Borsa]]. Oggi è presidente di [[Capitalia]] e vicepresidente di [[Mediobanca]], dove è vicepresidente anche del comitato esecutivo.
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