Benedetto Croce: differenze tra le versioni
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'''Benedetto Croce''' scrittore, filosofo e uomo politico italiano [[1866]] - [[1952]]
'''Benedetto Croce''' nasce a Pescasseroli ([[L'Aquila]]) nel [[1866]] da un'agiata famiglia napoletana. Perde i genitori durante il [[terremoto di Casamicciola | terremoto]] del 28 luglio [[1883]] mentre era in vacanza con la famiglia a [[Casamicciola]], nell'isola di Ischia. Ebbe contatti con gli esponenti della “Nuova Italia”, tra cui il [[Antonio Labriola | Labriola]] che lo inizierà al [[marxismo]] ed al [[neoidealismo]]. Nel gennaio del [[1903]] esce il primo numero della sua rivista ''La Critica'' stampata a sue spese fino al [[1906]] quando subentra l'editore ''Laterza''. Dal [[1920]] al [[1921]] è ministro nel 5 e ultimo governo [[Giolitti]]. Rompe definitivamente col [[fascismo]] solo dopo il delitto [[Giacomo Matteotti |Matteotti]]. Rompe anche con [[Giovanni Gentile]] che gia dal 1903 collabora con la sua rivista ''la Critica'' ma che adesso si schiera pienamente dalla parte del fascismo e pubblica il [[Manifesto degli intellettuali fascisti]], al quale Croce risponde pubblicando un altro manifesto scritto da vari intellettuali antifascisti dove viene denunciata la violenza e la soppressione della liberta di stampa da parte del regime. Muore a Napoli il 20 novembre [[1952]]
La sua opera può essere suddivisa in tre periodi: quello degli studi storici e letterari e il dialogo con il marxismo, quello della maturità e delle opere filosofiche sistematiche e quello dell’approfondimento teorico e revisione della “filosofia dello spirito” in chiave storicista.
Parallelamente allo studio del [[marxismo]], Croce approfondisce anche quello di [[Hegel]]; secondo entrambi la realtà si dà come spirito che continuamente si determina e, in un certo senso, si produce. Lo spirito è insomma la forza animatrice della realtà, che si auto – organizza dinamicamente divenendo storia secondo un processo razionale. Da Hegel egli recupera soprattutto il carattere razionalistico e dialettico in sede [[gnoseologia | gnoseologica]]: la conoscenza si produrrebbe allora attraverso processi di mediazione dal particolare all'universale, dal concreto all’astratto.
Tuttavia egli critica Hegel poiché secondo lui ha concepito la dialettica in maniera riduttiva, ovvero semplicemente come dialettica degli opposti, mentre secondo lui sussiste anche una dialettica dei distinti, ovvero il fatto che certi atti ed eventi vadano sempre considerati appunto distinti rispetto ad altri ordini di atti ed eventi. Come conseguenza, la realtà in quanto attività (ovvero produzione dello spirito) è articolata in quattro forme fondamentali, suddivise per modo (teoretico o pratico) e grado (particolare o universale): estetica (teoretica – particolare), logica (teoretica – universale), economia (pratica – particolare), etica (pratica – universale). La relazione tra queste quattro forme opera la suddetta dialettica dei distinti, mentre all’interno di ognuna di esse si ha la dialettica degli opposti.
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== Lo storicismo ==
La teoria di Croce, lo abbiamo visto, è fortemente storicista, come si evince anche da Teoria e storia della [[storiografia]] (1917); la storia ha anche un preciso orizzonte gnoseologico, poiché in primo luogo è conoscenza, e conoscenza contemporanea, ovvero la storia non è passata, ma viva in quanto il suo studio è motivato da interessi del presente. La storiografia è in seconda istanza utile per comprendere l’intima razionalità del processo dello spirito, e in terzo luogo essa è conoscenza non astratta ma di fatti ed esperienze ben precise.
La conoscenza storica ci illumina a proposito delle genesi dei fatti, è una comprensione dei fatti che li giustifica con il suo dispiegarsi.
Croce critica gli illuministi e in generale chiunque vorrebbe individuare degli “assoluti” che regolano la storia o la trascendono: la realtà è storia, nella sua totalità, la storia è la vita stessa, che si svolge autonomamente secondo i propri ritmi e le proprie ragioni. Essa è un cammino progressivo, ma questa non deve essere una certezza su cui adagiarsi: questa consapevolezza deve essere confermata da un impegno costante degli uomini, ed i risultati non sono mai scontati né prevedibili. La storia diviene allora anche storia di libertà, dei modi in cui l’uomo promuove e realizza al meglio la propria esistenza.
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