Pinacoteca di Brera: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m correzione ortografica
Riga 37:
 
[[Andrea Appiani]] venne nominato Commissario per le Belle Arti nel [[1805]] e a Brera cominciarono ad affluire da ogni parte dipinti dalle chiese soppresse. Intanto nel 1806 [[Giuseppe Bossi]] inaugurava il primo museo dell'Accademia, di impronta spiccatamente didattica.
Nel [[1808]] si decise di tramezzare l'antica chiesa[[Chiesa di Santa Maria in Brera]] in due piani per realizzare i "Saloni Napoleonici" destinati a ospitare le gallerie del regno. Il 15 agosto 1809, giorno genetliaco di Napoleone, vennero inaugurate le tre sale, dominate dal grande gesso di "Napoleone come Marte pacificatore" di [[Antonio Canova]]. Si trattò di un evento temporaneo legato all'occasione (erano esposti solo 139 dipinti), e l'effettiva apertura delle gallerie delle statue e delle pitture ebbe luogo il [[20 aprile]] [[1810]]. Negli anni seguenti continuarono ad affluire dipinti, soprattutto nel [[1811]] e [[1812]], in particolare dalla collezione dell'arcivescovo Monti di Milano. Nel [[1813]] arrivarono dal Louvre di Parigi le opere di [[Rembrandt Harmenszoon Van Rijn]], [[Pieter Paul Rubens]] ed [[Antoon Van Dyck]].
 
Alla caduta del governo napoleonico nel [[1814]], il [[Congresso di Vienna]] sancì la restituzione dei beni sottratti ai proprietari originari, e anche la pinacoteca dovette cedere alcune opere. Essa continuò comunque ad arricchirsi di donazioni (lascito Oggioni) e nel [[1882]] venne separata dall'Accademia. Si trattò di una divisione assai laboriosa, che ebbe termine solo un decennio dopo, e che fu causa di molti equivoci.