Nichelino: differenze tra le versioni
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Come detto, la zona chiamata ''Donaya'' era ricca di vegetazione e terra già lavorata e coltivata, ma sempre sotto i signori della vicina [[Moncalieri]]. Poi, nel [[1559]] il [[duca di Savoia]] [[Emanuele Filiberto I]] concesse questo territorio in [[feudo]] a gli ''Ussel'' (Occelli), erigendolo - successivamente - a Contea ([[1564]]), e poi confermato feudo indipendente col Regio Decreto del [[22 giugno]] [[1694]] da [[Vittorio Amedeo II di Savoia]]. La Regia Patente ne stabiliva i confini (dal torrente Sangone alla strada che conduce a [[Vinovo]] e dalla medesima strada sino a [[Stupinigi]], [[Candiolo]] e [[Vinovo]]) e il territorio (il borgo di Nichelino centro, Borgata Palazzo e le grandi cascine S. Quirico, Buffa, Vernea, Palazzetto, Colombetto e Pallavicina). Si concludeva, in questo modo, una guerra intestina - per il dominio sul territorio - fra gli Occelli e gli Umoglio (conti della Vernea e di Pramollo). Gli Occelli risolsero a loro favore la disputa acquistando il feudo, il titolo e l'esercizio di alcuni diritti fondamentali (amministrazione, giustizia, tributi, etc.). Nichelino contava, all'epoca, quasi 400 abitanti, legati profondamente alla religione, dediti soprattutto all'agricoltura (le acque del Sangone rendevano particolarmente fertili i terreni) e con qualche attività classica delle comunità (macellaio, oste, fabbro, ecc.). Rilevanza aveva anche la [[gelsicoltura]], legata alla tipica tradizione piemontese della produzione di seta. <br>
All'inizio del [[XVIII secolo]] però la situazione politico-militare del [[Piemonte]] era piuttosto incandescente: il trattato tra [[Italia]], [[Francia]] e [[Spagna]] non aveva affatto riportato la calma nell'area e nel [[1706]] tutta [[Torino]] fu [[Assedio di Torino|assediata dai francesi]]; Nichelino inviò in aiuto ai [[Casa Savoia|Savoia]] uomini e mezzi; ma il territorio fu invaso dal nemico, gli abitanti abbandonarono le case ed implorarono l'aiuto di [[San Matteo]] per respingere l'assedio del [[21 settembre]]. Una volta placati i venti di guerra col [[Trattato di Utrecht]] e fatto primo [[re di Sardegna]] [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], quest'ultimo, in cambio della fedeltà mostrata, regalò a Manfredi Occelli il diritto di nominare i sindaci del paese; nello stesso periodo, lo stesso re decise di far costruire in quel territorio l'attuale [[Palazzina di Caccia di Stupinigi]].<br>
Manfredi Occelli poi, morì nel [[1742]], ma suo figlio Giacomo Luigi si disinteressò del feudo, spostando la residenza di famiglia sulla collina moncalierese.
===Dopo gli Occelli===
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