Storia LGBT: differenze tra le versioni

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Una seconda differenza riguarda il fatto che nell'antichità il criterio per stabilire la liceità dell'atto omosessuale non si basava sul raggiungimento o meno della cosiddetta [[età del consenso]] di entrambi i partner, bensì sulla condizione personale (uomo libero o [[Schiavismo|schiavo]]) del soggetto ricettivo. Era lecito un rapporto sessuale anche con un bambino, se schiavo era illecito un rapporto con un adolescente consenziente ormai uomo se l'adolescente era un cittadino e subiva il ruolo ricettivo. Da questo punto di vista, è particolarmente lontano dalla mentalità odierna il concetto di ''stupro consensuale'', che invece esiste nel diritto romano nel caso di un rapporto sessuale proibito dalla legge, anche quando entrambi i partner erano consenzienti. ''Stuprum'', in latino, infatti significa anche ''rapporto sessuale fra persone consenzienti ma proibito dalla legge''.
 
Una terza differenza, infine, consiste nel fatto che il matrimonio, nell'antichità, era prima di tutto un contratto destinato a produrre benefici, come una prole che mantenesse il genitore anziano e inabile nell'età tarda, alleanze politiche, trasferimento di patrimonio, accrescimento della potenza militare della comunità. Non era infatti pensato idealmente per soddisfare di un bisogno affettivo individuale. L'amore era un gradito extra che poteva presentarsi dopo il matrimonio, ma non la ragione per cui il matrimonio avveniva. Per questa ragione il matrimonio era una cerimonia di fatto obbligatoria. L'omosessualità esclusiva era un privilegio di pochi, perché anche per i ricchi il matrimonio era un obbligo: se non economico, dinastico.
 
===Antica Grecia e Roma===
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Alcuni studi hanno mostrato che gli antichi greci credevano che lo [[sperma]] fosse la fonte del sapere, della conoscenza, e che queste relazioni servissero a passare una sorta di testimone dall'erastes all'eromenos.<ref>{{Cita libro |cognome=Vanggaard |nome=Thorkil | titolo=Phallos. A Symbol and its History in the Male World | editore=New York: International Universities Press, Inc. | data=[[1972]] | lingua=Inglese | id = ISBN 978-0823681921}}</ref> Molte organizzazioni facenti parte del movimento LGBT asseriscono che le relazioni pederastiche greche non hanno nulla in comune con le odierne pratiche LGBT dato che coinvolgevano bambini. Viene comunque appuntato dai critici che nell'antichità le relazioni pederastiche non coinvolgevano i bambini, ma i giovani ragazzi; il termine non va quindi confuso con la [[pedofilia]].
 
Con la transizione da paganesimo a cristianesimo, nel tardo impero romano fu la condanna cristiana a rendere l'omosessualità un reato, cioè uno ''stuprum''; tuttavia la terminologia usata per giustificare la condanna non è cristiana, ma è ripresa dalla filosofia greca e non dalla teologica ebraica.
 
Nella proibizione dell'omosessualità esisteva, almeno in parte, il desiderio di tutelare il compagno ricettivo dal disonore sociale che gli deriva dal suo atto. Combattendo contro l'idea che alcune persone (quelle libere) abbiano il diritto di usare il corpo di altre (quelle schiave) in qualunque modo desiderino. Era abbastanza ovvio chiedere la condanna di un atto che era considerato dalla stessa mentalità pagana uno ''stuprum'' (un abuso) anche quando avveniva fra persone consenzienti. Dire, però, che il [[Cristianesimo]] abbia rovesciato la libera morale sessuale pagana è una semplificazione eccessiva di un'evoluzione di pensiero molto più complessa, sfumata e contraddittoria.
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Benché sia stata spesso ignorata o soppressa dagli esploratori e colonialisti europei, l'espressione omosessuale nei nativi africani è presente e prende una grande varietà di forme. Gli antropologi [[Stephen Murray]] e [[Will Roscoe]] rilevarono che le donne nel [[Lesotho]] erano spesso impegnate in “relazioni erotiche a lungo termine” socialmente autorizzate, definite ''motsoalle''.<ref>Murray, Stephen (ed.); Roscoe, Will (ed.) (1998). ''Boy Wives and Female Husbands: Studies of African Homosexualities.'' New York: St. Martin's Press. ISBN 0312238290.</ref>
 
[[E. E. Evans-Pritchard]] registrò anche, nel nord del [[Repubblica del Congo|Congo]], il comportamento dei guerrieri [[Azande]], ordinariamente impegnati con giovani amanti tra i dodici e i venti anni, i quali aiutavano nei lavori domestici e partecipavano in relazioni sessuali coi loro mariti più anziani. La pratica è morta nei primi anni del XX secolo, dopo che gli europei presero il controllo delle nazioni africane, ma fu presentata dagli anziani cui Evans-Pritchard aveva riportato i suoi dati.<ref>Evans-Pritchard, E. E. (December, 1970). Sexual Inversion among the Azande. American Anthropologist, New Series, 72(6), 1428-1434.</ref>
 
La prima coppia omosessuale di cui si ha notizia nella storia è comunemente riconosciuta in quella di [[Khnumhotep e Niankhkhnum]], una coppia di ragazzi egiziani che visse intorno al 2400 a.C. I due sono dipinti in una posizione in cui si baciano sul naso, la più intima posizione nell'arte egiziana, circondati da ciò che sembrano essere i loro eredi.