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Avendo Bayezid preso coscienza della totale indipendenza dei propri figli dal suo volere, fu costretto dai Giannizzeri ad abdicare in favore di Selim il [[25 aprile]] [[1512]], e morì circa un mese dopo, il [[26 maggio]], o forse il [[10 giugno]].<ref>Come scritto nel libro {{cita|Gábor, Ágoston, ''Encyclopedia of the Ottoman Empire''|sezione Selim I, pag. 512|Gabor}}</ref>
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Anche dopo l'abdicazione di suo padre e la salita al trono del fratello, Ahmet continuò a governare una parte dell'Anatolia, autoproclamandosi sultano. Intanto Selim preparò un'offensiva contro il fratello rivale distribuendo somme di denaro ai Giannizzeri per animarli alla battaglia, tuttavia gli sforzi del neo sultano furono resi vani da Ahmet, che si era nascosto nei deserti della Cilicia. Sapendo che la faida non era ancora terminata, Ahmet sfrutto l'aiuto di Mustafà Pasha, uomo a lui particolarmente vicino poichè aveva già aiutato il padre [[Bayezid II]] ad avvelenare Selim<ref name=ref1>{{cita|Vincenzo Abbondanza, ''Dizionario storico delle Vite di tutti i Monarchi Ottomani; Fino al Regnante Ahmet IV e delle più riguardevoli cose appartenenti a quella Monarchia''|pag. 21|Abbondanza}}</ref>, ma il tutto fu presto scoperto. A questo punto Ahmet si diede in preda alla disperazione, ma non abbandonò l'ambizione di togliere lo scettro reale dalle mani del fratello, così riunì le poche truppe rimaste con l'ausilio di quelle del Re della Frigia per un ultimo assalto. Gli eserciti di Selim, appoggiato dai Giannizzeri, e gli eserciti di Ahmet si scontrarono presso [[Bursa]] il [[24 aprile]] [[1513]] o, secondo altre fonti, nel [[1514]]<ref name=ref1>{{cita|Vincenzo Abbondanza, ''Dizionario storico delle Vite di tutti i Monarchi Ottomani; Fino al Regnante Ahmet IV e delle più riguardevoli cose appartenenti a quella Monarchia''|pag. 21|Abbondanza}}</ref>. La battaglia vide esito positivo per il nuovo sultano, ma Ahmet tentò una fuga travestendosi da un membro del Sipahi, le truppe scelte dell'[[Osmanlı İmparatorluğu Ordusu]], ma fu inseguito dai vincitori per poi essere tramortito con un colpo alla testa. Giunto al palazzo, egli fu riconosciuto e fatto prigioniero, per poi essere condotto davanti a Selim, che dopo averlo deriso e ridicolizzato con fine sarcasmo davanti all'esercito lo fece rinchiudere in una tenda imperiale, ove egli finì i suoi ultimi giorni strangolato per ordine del fratello.
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