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La divinità poi non può avere contatti né interessarsi del mondo: essendo una realtà somma non può occuparsi, sminuendosi, di una realtà inferiore; quindi egli agisce ma come «oggetto di desiderio e amore», come la cosa amata attira l'amante.
 
Aristotele non ha una concezione [[monoteismo|monoteista]],ma [[politeismo|politeista]].Riconosce 55 dei,tutte divinità intelligenti e buone,che sono poste al di fuori del mondo terrestre.Il [[Dio]] aristotelico può essere definito inoltre :"mente pura non frammista a materia".Questa espressione sta ad indicare che Dio non può essere materia(quindi potenzialità).Può essere [[atto]] in quanto è un elemento attualizzato e concreto.
 
==Dio pensiero di pensiero==
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«Riguardo al pensiero […] sembra che esso solo possa esser separato, come l'eterno dal corruttibile» <ref>Aristotele, ''Dell'anima'', II, 1, 413b</ref>
Ma cosa pensa Dio? Evidentemente il pensiero più alto e cioè se stesso. La sua caratteristica principale è dunque la contemplazione [[autocoscienza|autocosciente]], fine a se stessa, intesa come «pensiero di pensiero».E' estraneo alle vicende degli uomini, ed ha cura di sè stesso.
 
Questo concetto ebbe una profonda influenza sul [[pensiero medioevale]], a partire dall'opera di [[Tommaso d'Aquino]] che si servì del concetto aristotelico come una delle cinque prove dell'esistenza di Dio in base al principio che ''Ex motu et mutatione rerum'' (tutto ciò che si muove esige un movente primo perché, come insegna Aristotele nella Metafisica: "Non si può andare all'infinito nella ricerca di un primo motore").