Pilo Albertelli: differenze tra le versioni

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Fu tra i fondatori del [[Partito d'Azione]] e fu arrestato a [[Roma]] il [[1º marzo]] [[1944]], dietro denunzia di un delatore, per le sue attività nell'ambito della [[Resistenza italiana|Resistenza]].
 
Portato nella Pensione Oltremare, covo in via Principe Amedeo, in Roma, della famigerata [[Banda Koch]], fu sottoposto a sevizie tali da fiaccarne il corpo ma non lo spirito. Inutile fu infatti il tentativo di fargli confessare l'identità dei suoi compagni di lotta antifascista anche se, {{cn|secondo le testimonianze di chi era recluso con lui}}, le torture ricevute furono tali da rendergli il volto tumefatto e quasi irriconoscibile, il corpo straziato e le costole spezzate, tanto che il trentasettenne filosofo e grecista provò per due volte il suicidio.
 
Il [[20 marzo]] fu quindi trasferito nel carcere romano di [[Carcere di Regina Coeli|Regina Coeli]] e il [[24 marzo]] [[1944]] fu trucidatoucciso assieme ad altrialtre 335 Martiripersone nell'[[Eccidio delle fosse Ardeatine]], meritandosi nel [[1947]] la medaglia d'oro al valor militare<ref>Il sito del Quirinale porta però il 1944 come data del conferimento dell'alta onorificenza,.</ref>, con la seguente motivazione:
 
==Onorificenze==
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==Bibliografia==
*Alfieri Vittorio Alfieri, ''Pilo Albertelli, filoso e martire delle Fosse Ardeatine'', Spes Edizioni, 1984
*Ugo La Malfa, Giancarlo Tartaglia, Piero Craveri, ''Scritti, 1953-1958'', Fondazione Ugo La Malfa, 2003