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Plechanov, la maggiore autorità del marxismo russo, era allora impegnato contro la linea revisionistica «[[economicista]]» sostenuta dal gruppo politico raccolto intorno ai giornali «Rabočaja Mysl'» (Il pensiero operaio) e «Rabočee Delo» (La causa operaia) di [[Konstantin Michajlovič Tachtarev|Tachtarev]] e [[Boris Naumovič Kričevskij|Kričevskij]]. Nel precedente aprile il II Congresso dell'<nowiki></nowiki>''Unione dei socialdemocratici russi all'estero'', alla quale aderivano sia l'<nowiki></nowiki>''Osvoboždenie Truda'' di Plechanov sia il gruppo economicista, aveva formalizzato il dissenso, e l'organizzazione di Plechanov aveva rotto i rapporti con il «Rabočee Delo».<ref>N. I. Nevskij, cit., pp. 144-145.</ref>
Nell'incontro con Lenin, Plechanov si dimostrò diffidente e scontento del fatto che l'<nowiki></nowiki>''Iskra'' fosse sostenuto da uomini come Struve, non volendo avere alcun rapporto con i revisionisti del «marxismo legale», diversamente da Lenin che, pur netto oppositore di economicisti e revisionisti, riteneva che presentare ai lettori le diverse posizioni che dividevano la socialdemocrazia russa avrebbe definito «i rapporti con decisione e schiettezza», determinando «quali divergenze sono sostanziali e quali secondarie».<ref>Lenin, lettera ad Apollinarija A. Jakubova, 26 ottobre 1900, in ''Opere complete'', vol. 34, pp. 36-38. La Jakubova era la moglie di Tachtarev.</ref>
[[File:Declaration of editorial staff Iskra.jpg|thumb|left|200px|Annuncio dell'imminente pubblicazione dell'<nowiki></nowiki>''Iskra'', novembre 1900]]
Ogni decisione fu così rinviata a una successiva riunione che si tenne in un albergo di [[Ginevra|Vézenaz]]. Vi parteciparono Plechanov, Lenin, Potresov, [[Pavel Aksel'rod|Aksel'rod]] e [[Vera Zasulič]].<ref>G. Walter, cit., p. 80.</ref> L'atteggiamento autoritario di Plechanov, che pretendeva per sé il controllo del giornale, fece sfiorare la rottura e l'abbandono del progetto. Il giorno dopo, nella casa di Plechanov a [[Corsier]], fu raggiunto un accordo.<ref>Tali vicende sono narrate da Lenin in ''Perché è mancato poco che l'«Iskra» si spegnesse'', in Id., ''Opere complete'',
Forse Lenin poteva essere soddisfatto di sottrarsi alla tutela di Plechanov,<ref>J. Bruhat, ''Lénine'', 1960, p. 67.</ref> ma la dispersione dei pochi redattori e collaboratori rendeva macchinoso il lavoro, con grande dispendio di tempo. Come confessava alla madre, Lenin era costretto a muoversi «senza ragione attraverso un paese straniero» e di sperare di finirla presto «con questo confuso vociare» e di mettersi «seriamente al lavoro».<ref>G. Walter, cit., p. 82.</ref> In novembre la redazione annunciò con un volantino la prossima pubblicazione del giornale. Il primo numero dell'<nowiki></nowiki>Iskra uscì dalle rotative il [[24 dicembre]] [[1900]]. A sinistra del titolo appariva la dicitura «Partito operaio socialdemocratico russo», a destra il motto «Iz iskry vozgoritsja plamja», (Из искры возгорится пламя, ''Dalla scintilla s'accenderà la fiamma''), verso di una poesia di [[Vladimir Fëdorovič Odoevskij|Vladimir Odoevskij]] scritta nel [[1829]] in risposta a [[Aleksàndr Sergeevič Puškin|Pučkin]] e a difesa del [[decabristi|movimento decabrista]].<ref>{{cita web
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