Storia della Sardegna spagnola: differenze tra le versioni

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Principale fattore di insicurezza divennero sia la continua situazione di belligeranza tra l'impero spagnolo e le potenze europee concorrenti (in special modo la Francia), sia le ricorrenti incursioni saracene. Queste ultime, partivano soprattutto dalle sedi di Tunisi e Algeri. Contro di loro Carlo V dovette allestire due grandiose spedizioni che ebbero come base di partenza la Sardegna (Alghero e Cagliari). Le spedizioni si rivelarono però fallimentari e il pericolo della pirateria musulmana dovette attendere la fine del secolo (dopo la [[battaglia di Lepanto]], 1571) per vedere una diminuzione.
 
Alleati con i francesi e con i pirati barbareschi tunisini e algerini guidati da [[Kair ed-Din]] (chiamato «Barbarossa»), i [[turchi]] di [[Solimano IIil Magnifico|Solimano II il Grande]] razziarono costantemente le coste spagnole, italiane e sarde. Nel [[1509]] avevano messo a ferro e a fuoco [[Cabras]], nel [[1514]] [[Siniscola]] subiva la stessa sorte e l'anno dopo ancora [[Cabras]]. Nel [[1520]] devastarono [[Sant'Antioco (Italia)|Sant'Antioco]], [[Pula (Italia)|Pula]], Carbonara. Nel [[1520]] i francesi assalirono Castellaragonese (l'odierna [[Castelsardo]]), [[Terralba]] e [[Uras]] nei pressi di [[Oristano]].
 
[[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo I]], allora sovrano del regno di Spagna, tentò di porre rimedio al flagello dei pirati barbareschi e, radunata a Cagliari una grande flotta, nel luglio del [[1535]], si diresse contro la loro principale base, situata a [[Tunisi]], senza però conseguire apprezzabili risultati visto che le scorrerie continuarono ancora.