La famiglia Modiano discende da Ebrei Sefarditi (il nome deriverebbe da Modigliana, presso Firenze) originari di Salonicco e stabilitisi a Milano nel corso del XIX secolo. Negli anni novanta, il padre Gustavo (Milano, 1864-1916) vi aveva avviato una fiorente attività di stampatore, sviluppando in particolare il mercato dalle cartoline illustrate.
Alla morte del padre (avvenuta nel 1916), lo stabilimento tipografico G. Modiano & Co. venne rilevato dal giovanissimo Guido insieme alla madre Bice Marchi Modiano (morta nel 1941) con l'assistenza del proto (?) Ludovico Rossi. Sotto la sua guida, l'officina andò sempre più specializzandosi nella stampa di edizioni di prestigio e di periodici culturali (come ''Le vie d’Italia'', ''Edilizia Moderna'', ''Quadrante'') oltre che di prodotti grafici d'avanguardia (fra cui pubblicazioni per l'Ufficio Sviluppo e Stampa Olivetti, diretto da [[Renato Zveteremich]]).
Progettista oltre che stampatore, Modiano ebbe un ruolo determinante nell'evoluzione della veste grafica di ''[[Casabella|Casabella]]'' inauguratarealizzata nela partire dal 1933 insieme a [[Edoardo Persico]], condirettore della testata insieme a [[Giuseppe_Pagano|Giuseppe Pagano]]. Come critico, nel corso degli anni trenta Modiano pubblicò numerosi articoli sulle principali riviste di settore (da ''Campo grafico'' a ''Graphicus'', da ''Risorgimento grafico'' a ''L'industria della stampa'') in cui sostenne il positivo apporto dell’astrattismo e dell’architettura razionalista all'evoluzione in senso moderno del linguaggio grafico-pubblicitario italiano. Benché i primi scritti risalgano al 1929<ref>Guido Modiano, 'Del nuovo stile tipografico' in ''L'Industria della stampa'' n.9, settembre 1929: 275–280</ref>, nel 1931 Modiano apriva di fatto il dibattito dando avvio a ''Tipografia'', rivista pubblicata per conto della Fonderia Reggiani (di breve durata, con solo 3 numeri). e nelloNello stesso tempo progetta e stampa artefatti grafici secondo i nuovi criteri funzionalisti (come il catalogo Compagnia Continentale Sellerie ciclistiche e affini, 1932 o l'opuscolo ''25 anni Olivetti'', 1933).<ref>Una sintesi delle sue posizioni sinella trovacosiddetta rielaborata''polemica inmodernista'' unsi trova nel lungo scritto pubblicato a puntate su «L’industria della stampa» nel 1941–42.</ref>. Nel 1940, in occasione della [[Triennale_di_Milano#VII_Triennale:_1940|VII Triennale]], fu il principale curatore della Mostra dell’arte grafica, avvalendosi della collaborazione dei migliori progettisti del periodo: [[Erberto_Carboni|Carboni]], [[Carlo_Dradi|Dradi]]/[[Attilio_Rossi|Rossi]], [[Bruno_Munari|Munari]], [[Remo_Muratore|Muratore]], [[Albe_Steiner|Steiner]], [[Luigi_Veronesi|Veronesi]]. Nel 1933 realizzò il disegno del carattere sanserif ''Triennale'' commercializzato dalla fonderia tipografica milanese Reggiani.
Richiamato sotto le armi già nel 1935 e destinato ai servizi di contraerea, durante la guerra prese parte alla disastrosa campagna di Russia, perdendo la vita nell'estate del '43 durante il bombardamento di una caserma in Germania. Nell'agosto dello stesso anno a Milano veniva distrutto anche lo stabilimento tipografico, sito in via Panizza 7.
Ebbe una figlia, Franca (nata nel 1924).
== Note ==
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