Open innovation: differenze tra le versioni

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L'idea centrale di questo concetto è che, in un mondo come quello attuale dove la [[conoscenza]] viene largamente diffusa e distribuita, le [[Azienda|aziende]] non possono pensare di basarsi solo sui propri centri ricerca interni, ma dovrebbero invece comprare o concedere in licenza le innovazioni (per esempio con i [[Brevetto|brevetti]]) attraverso scambi con le altre aziende. Inoltre, le invenzioni sviluppate internamente ma non utilizzate nel proprio [[business]] dovrebbero essere date all'esterno (attraverso contratti di licenza, [[joint ventures]], [[spin off|spin-offs]]). Al contrario, il modello ''closed innovation'' si riferisce ad un processo che limita l'utilizzo della conoscenza interna entro le mura dell'azienda e non favorisce l'utilizzo della conoscenza esterna.
Alcune aziende che promuovono l'Open Innovation sono [[Procter & Gamble]], [[InnoCentive]], spigit, [[Scandinavian Airlines System|SAS]], e [[IBM]] . Iniziano a presentarsi sul mercato anche modelli e servizi di Open Innovation orientati al delivery di soluzioni o progetti, favorendo quindi il ritorno economico di questo approccio.
 
Prima della [[seconda guerra mondiale]], il modello ''closed innovation'' era il paradigma utilizzato nella maggior parte delle aziende. Le aziende maggiormente innovative mantenevano un elevato livello di segretezza sulle loro scoperte e non cercavano di reperire e/o assimilare informazioni esterne ai loro laboratori di [[ricerca e sviluppo]]. Negli ultimi anni però vi è stato un significativo sviluppo della tecnologia e della società che ha facilitato moltissimo la diffusione delle informazioni (in particolare i sistemi di comunicazione ed [[internet]]). Al giorno d'oggi le informazioni possono essere trasferite in modo talmente facile che sembra impossibile bloccarle. In questo contesto il modello Open Innovation suggerisce che, piuttosto che bloccare questi flussi di informazioni, le aziende possono invece utilizzarli a loro vantaggio.