Campagna di Napoleone in Spagna: differenze tra le versioni
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=== Incontro di Erfurt e decisioni di Napoleone ===
{{quote|L'esercito sembra guidato da ispettori delle poste|Frase scritta in una lettera da Napoleone al fratello Giuseppe dopo le sconfitte francesi in Spagna<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', p. 309.</ref>}}
La serie di sconfitte e il ripiegamento delle residue forze francesi sull'[[Ebro]] ebbero vasta risonanza in Europa; per la prima volta le truppe napoleoniche erano state sconfitte in campo aperto; la sollevazione popolare spagnola galvanizzò le correnti nazionaliste in Germania e entusiasmò anche la classe dirigente britannica; le forze reazionarie e clericali dell'[[Antico regime]] appoggiarono l'insurrezione spagnola contando di sfruttare il patriottismo del popolo per i loro interessi di restaurazione dei priviligi della casta e della chiesa<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', p. 303.</ref>. La situazione francese era ancor più grave per gli errori strategici commessi da Giuseppe, nonostante fosse stato affiancato il [[22 agosto]] 1808 dal maresciallo [[Jean-Baptiste Jourdan]] come esperto militare; le deboli forze rimaste vennero così disperse tra la [[Biscaglia]] e l'[[Aragona]]. Napoleone ironizzò sarcasticamente sull'inettitudine dei suoi luogotenenti; l'imperatore divenne rapidamente consapevole della necessità di un suo intervento diretto in Spagna per risolvere la situazione militare, risollevare il prestigio francese e intimidire i suoi avversari in Europa con una nuova dimostrazione di potenza<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', pp. 303 e 309.</ref>.
[[File:Entrevue Erfurt by Nicolas Grosse.jpg|thumb|right|320px|L'incontro di [[Erfurt]].]]
Per ottenere rapidamente risultati decisivi Napoleone progettò un trasferimento in massa di buona parte della Grande Armata nella penisola iberica con una veloce marcia forzata dalla Germania; per mantenere la stabilità e la pace in caso di turbolenze in Prussia o di velleità bellicose in Austria l'imperatore riteneva di poter contare sulla solidarietà dello [[zar]] [[Alessandro I di Russia|Alessandro]] con cui era stata conclusa una formale alleanza negli [[pace di Tilsit|incontri di Tilsit]]. Per rinsaldare la coesione con lo zar e ottenere il suo appoggio e la sua collaborazione durante il tempo in cui la Grande Armata sarebbe stata impegnata in Spagna, Napoleone organizzò un incontro con Alessandro ad [[Erfurt]]<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', pp. 303 e 306-307.</ref>. I colloqui, iniziati il [[27 settembre]], si conclusero con risultati deludenti per Napoleone; lo zar non fu impressionato dall'apparato scenografico organizzato dall'imperatore per rallegrare i colloqui, e non si dimostrò molto recettivo alle richieste francesi. Napoleone annunciò che finalmente avrebbe evacuato la Prussia, ma Alessandro, cosciente della posizione di debolezza dell'imperatore, sfruttò la situazione per ottenere dei vantaggi. Inoltre egli fu favorito dall'atteggiamento equivoco di
[[File:Levachez Napoleon.jpg|thumb|left|170px|L'imperatore [[Napoleone]].]]
Alessandro rifiutò di indirizzare pesanti minacce all'Austria in caso di atteggiamento aggressivo durante l'assenza dell'esercito francese impegnato in Spagna, nonostante che Napoleone avesse consentito a lasciare i [[Principati danubiani]] alla Russia e avesse promesso di evacuare anche il [[Granducato di Varsavia]]. La convenzione conclusa il [[12 ottobre]] stabiliva che lo zar avrebbe "consigliato" all'Austria di mantenere la pace e che i russi avrebbero tentato una mediazione tra Francia e Gran Bretagna<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', pp. 308-309.</ref>.
Il trasferimento della Grande Armata dalla Germania attraverso la Francia e oltre i Pirenei fu effettuato con pieno successo e dimostrò ancora una volta la capacità organizzativa dell'apparato militare, coordinato dal maresciallo Berthier, e la resistenza e lo spirito delle truppe. Dopo un brevissimo preavviso e senza alcuna informazione precisa, a partire dal 3 agosto i soldati, indisciplinati, scettici ma altamente motivati come sempre, percorsero prima la Germania fino al Reno stipati nel massimo disagio su mediocri carrette o vetture requisite. Giunti in Francia i soldati furono instradati verso i Pirenei a piedi con pochi mezzi e scarso equipaggiamento. Le truppe della Grande Armata arrivarono in Spagna entro la prima settimana di novembre in condizioni materiali deplorevoli ma con il morale alto e decisi a battersi agli ordini dell'imperatore.
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