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Il '''''Defensor pacis''''' ("difensore della pace"), scritto nel [[1324]] è l'opera più conosciuta del filosofo [[Marsilio da Padova]] in cui, fra l'altro, tratta dell'origine della leggeleggi.
In quest' opera ci viene fatto afferrare il senso e l' importanza della legge la quale deve dare precise regole a qualsiasi comunità affinchè queste pssano avere una convivenza pacifica.
Il suo fondamento era il concetto di [[pace]], intesa come base indispensabile dello [[Stato]] e come condizione essenziale dell'attività umana. Si tratta di un'opera [[laicismo|laica]], chiara, priva di retorica, moderna e per alcuni versi ancora attuale.
Grande importanza viene data al governo il quale è l' organo più importante dello Stato il cui compito è di far rispettare le leggi ad ogni costo anche con la forza se necessario.
La necessità dello Stato non discendeva più da finalità etico-religiose, ma dalla natura umana nella ricerca di una [[vita]] ''sufficiente'' e dall'esigenza di realizzare un fine prettamente umano e non altro.
Concetto importante per il bene dei cittadini era che il governo doveva essere eletto dal popolo, senza intromissioni del potere religioso (il quale per sua esperienza personale Marsilio da Padova riteneva dannoso),dato che la Chiesa corrotta dell' epoca voleva solo accrescere il proprio potere senza pensare al bene delle comunità.
Da questa esigenza nascono le varie [[comunità]], dalla più piccola alla più grande e complessa, lo Stato. Ne deriva la necessità di un ordinamento nella comunità che ne assicuri la convivenza e l'esercizio delle proprie funzioni. Per Marsilio questa esigenza ha caratteristiche prettamente umane che non rispondono a finalità etiche ma civili, contingenti e storiche. Alla base dell'ordinamento c'è la volontà comune dei cittadini, superiore a qualsiasi altra volontà.
Marsilio da Padova nel Defensor Pacis fu uno dei primi uomini a gettare le basi scritte del concetto di democrzia (dopo i fiosofi greche)anche se è da puntualizzare che la democrazia che si presenta nei nostri giorni non è quella intesa dallo scrittore, perchè secondo lui al governo doveva esserci un solo uomo o un ristretto gruppo di uomini (per trovare più facilmente un accordo ed avere più velocità di esecuzione dei provvedimenti).
È la volontà dei cittadini che attribuisce al [[Governo]], ''Pars Principans'', il potere di comandare su tutte le altre parti, potere che sempre, e comunque, è un potere delegato, esercitato in nome della volontà popolare. La conseguenza di questo principio era che l'[[autorità]] politica non discendeva da Dio o dal papa, ma dal popolo, inteso come ''sanior et melior pars''. In questa ottica egli proponeva che i [[vescovi]] venisserro eletti da assemblee popolari e che il potere del [[papa]] fosse subordinato a quello del [[concilio]].
[[Immagine:Ludovico il Bavaro.jpeg|200px|right|thumb|Ludovico il Bavaro]]
Marsilio pone il problema, che tratterà anche nel ''[[Defensor Minor]]'', del rapporto con il [[Papato]] e con i suoi principi politici costruiti.
{{quote| [...] segretamente, con i quali aveva cercato, e continua a cercare, di insinuarsi subdolamente in tutte le altre comunità e regni che aveva già tentato di attaccare con la propria enorme avidità [...]
| Marsilio da Padova, ''Defensor pacis'', Hannover, Hahnsche Buchhandlung, 1933 | ''[...] occulta valde, qua romanum imperium dudum laboravit, laboratque continuo, vehementer contagiosa, nil minus et prona serpere in reliquas omnes civitates et regna ipsorum iam plurima sui aviditate temptavit invadere [...]''
|lingua=la}}
Il giudizio di Marsilio sulla chiesa come istituzione è molto negativo e lo manifesta con la crudezza di linguaggio che gli è solita quando affronta l'argomento dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa. Lo scalpore suscitato da questa opera obbligò Marsilio a fuggire presso l'imperatore [[Ludovico il Bavaro]], con il quale scese in Italia nel [[1327]]-[[1328]].
===Il consorzio umano===
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