Augusto Guidini: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Augusto
|Cognome = Guidini
|Sesso = M
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|Attività2 = urbanista
|Nazionalità = svizzero
|PostNazionalità = , membro della commissione conservatrice monumenti di Milano e della commissione delle belle Arti e Antichita', sovrintendente ai restauri della [[Basilica di Sant'Ambrogio]] e membro della giuria per la nuova facciata del [[Duomo di Milano]] nel 1886 <ref>Enciclopedia Treccani/Augusto Guidini </ref>.
|Immagine =
}}
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== Biografia ==
Ultimo dei cinque figli di Pietro, [[pittore]] e [[decoratore]] attivo prevalentemente a [[Venezia]], e di Teresa Calloni, nacque a [[Barbengo]], presso [[Lugano]], in [[Canton Ticino]] il 1° maggio 1853.
Ottenuto il diploma nel 1870, il G. fu avviato nella vicina [[Mendrisio]] alla carriera di [[agrimensore]]. Per questa specializzazione, subito dopo la proclamazione di [[Roma capitale]] del Regno, collaborò al rilevamento catastale dell'Agro romano <ref>Enciclopedia Treccani/Augusto Guidini </ref>.
Al soggiorno romano fece seguito un periodo di attività a [[Firenze]] dove lavorò in varie occasioni fornite dal rinnovamento urbano ed edilizio di quella che per poco era stata la capitale del [[Regno d'Italia]].
 
=== Gli anni a Milano ===
Dopo [[Firenze]], [[Milano]] in trasformazione durante gli anni Settanta del sec. XIX fornì al G. occasioni di inserimento professionale attraverso l'allora dominante figura dell'ingegner G. Mengoni, che lo chiamò presso di sé sin dal 1875 come collaboratore nella realizzazione della [[Galleria Vittorio Emanuele II]] a Milano.
Il Guidini fu continuatore dei progetti per il completamento della piazza del Duomo, dopo la prematura e tragica morte del Mengoni nel 1877: poco dopo, assunta la [[cittadinanza]] italiana, pur mantenendo quella elvetica, aprì uno studio professionale in [[Milano]]. La scelta di svolgere l'attività professionale in Italia fu determinata anche dalla non favorevole situazione politica e sociale del [[Canton Ticino]] <ref> Magazzeno Storico Verbanese </ref>
Entrò a far parte della Commissione conservatrice dei monumenti di Milano e provincia: si occupò del [[Duomo di Monza]], del [[Castello di Trezzo d'Adda]] e dell' [[Abbazia di Chiaravalle]] Milanese. Sovrintese poi a interventi di restauro nella [[Basilica di Sant'Ambrogio]] e nella cappella dell'Addolorata della [[Chiesa di San Satiro]], a [[Milano]].
Fece parte della giuria per la nuova facciata del [[Duomo di Milano]] nel 1886. Si interessò del volto architettonico della via Dante e sempre per il centro della città redasse numerose proposte urbanistiche. Il suo piano di sistemazione della piazza del Duomo prevedeva la manomissione della facciata neoclassica del palazzo reale di [[Giuseppe Piermarini]].
Diventò socio onorario dell'[[Accademia di Belle Arti di Brera]] e poi membro della Commissione delle belle arti e antichità, a testimonianza del suo crescente successo. Fu anche membro, per lungo tempo, della Commissione federale elvetica delle belle arti.
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=== I progetti privati ===
Contemporaneamente esordì anche come progettista privato. Curò infatti la progettazione di numerose ville per membri dell'aristocrazia e per personaggi altolocati sui laghi lombardi. Lasciò interventi in ville a [[Pallanza]] ( Villa Orsetti poi [[Villa taranto]] per il colonnello [[Neil Mc Eacham]] e [[Villa Scagliola]] ), [[Baveno]] ( [[Villa Della Casa]] per l'imprenditore ticinese [[Nicola Della Casa]] ) e [[Stresa]] ( [[Villa Ducale, Bolongaro]] ) sul Verbano, a [[Cadenabbia]] sul [[Lario]] e a [[Lugano]].
[[Villa Orsetti]], poi Taranto, a [[Pallanza]] (1875-80) diventerà in seguito famosa per il parco; ma resero ancor più noto il Guidini la cosiddetta villa ducale, trasformazione e ampliamento del palazzo Bolongaro a [[Stresa]] per [[Maria Elisabetta di Sassonia]]-Coburgo e Gotha, duchessa di Genova e madre della regina [[Margherita di Savoia]] (1880 circa), e poco discosto la residenza di [[Tommaso di Savoia]] duca di Genova, fratello di Margherita e zio del futuro [[Vittorio Emanuele III]], oggi scomparsa. Ciò gli valse il titolo di "architetto onorario della duchessa di Genova". Sua anche la [[villa Ashburner]], detta villa Scagliola, a [[Pallanza]] (1880 circa), con richiami stilistici alla francese. A lui si deve anche assegnare [[Villa Della Casa]] a [[Baveno]] eretta per l'imprenditore ticinese [[Nicola Della Casa]], ultimata nel 1880. A [[Cadenabbia]] sul [[Lario]] progettò la villa Maria. Egli curò ugualmente i progetti per un villino per il conte [[Orsetti]] a [[Caprezzo]] e per una villa a [[Napoli]] per [[Tommaso duca di Genova]] <ref>> G. Margarini - C.A. Pisoni, Il Granito di Baveno. Nicola Della Casa, un pioniere, Alberti Libraio Editore, Verbania 1994 <</ref>.
 
=== I concorsi pubblici ===
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Per Montevideo redasse altri imponenti progetti. Nel 1909 propose un impegnativo progetto per donare nuovo aspetto alla capitale e perseguire il recupero della dignità urbana con un riadeguamento a funzioni moderne dell'antico cuore degradato di Montevideo. Ultimo episodio di questa stagione americana del fu la partecipazione al concorso internazionale per il palazzo del governo a Montevideo. In questa occasione stese un progetto in coppia con G. Sommaruga, riportando il quarto premio.
 
=== Opere in patria ===
In [[Svizzera]] svolse una intensa attività professionale per committenti pubblici e privati a [[Lugano]].
Tra il 1889 e il 1890 il G. intervenne nella [[villa Merlina]], che venne da lui trasformata nel prestigioso grand hôtel Splendide sul lungolago, seguendo gli stilemi alla francese dell'edilizia alberghiera corrente. Negli stessi anni realizzò [[palazzo Piccoli]], anch'esso trasformato in albergo, oggi hôtel Beha. Nel 1900 vinse il concorso federale per la realizzazione del palazzo cantonale degli studi di [[Lugano]], opera costruita tra il 1903 e il 1904. Di Guidini si ricordano poi le ville Allegrini e Demartini a [[Lugano]], oggi non più esistenti. A [[Locarno]] costruì l'asilo e le tombe di [[Vincenzo Vela]] a [[Ligornetto]] e Caccia a [[Morcote]]. Sempre interessato a problemi urbanistici, pensò anche un piano regolatore per Lugano.