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Per la molteplicità dei suoi interessi, Piergiorgio Firinu si può definire, artista ed operatore culturale. Firinu si occupa di arte nelle sue più variegate concezioni. E, certo, elemento caratterizzante dell’artista è il continuo studio dell’arte, in particolare sulla filosofia dell’arte e sull’evoluzione delle forme artistiche.<br />
Ed infatti, oltre alla esposizione delle proprie opere, in varie gallerie, Università ed Enti culturali, ha curato esposizione di opere d'arte di colleghi artisti, nello STUDIO46 gestito dalla Signora Carla Solaro di Monasterolo.<br />
Lo studio e la ricerca di conoscenza di nuove forme artistiche, di grande effervescenza soprattutto negli anni ’70 induce l'artista a viaggiare per conoscere e scoprire e far conoscere più realtà artistiche: durante i suoi soggiorni in USA, Londra, Europa Orientale, visita numerosi atelier di artisti molti dei quali presenta nello spazio espositivo STUDIO46. Tra i primi in Italia, espone artisti della Body Art e della Narrative Art, quali Natalia PP.LL, JAMES Collins, Mac Adams, Cioni Carpi, Roger Cutfhort, Peter Huchinson, con un interesse particolare per il movimento Fluxus, ed in special modo per Ben Vautier.<br />
Verso la metà degli '70, l'artista si trasferisce in [[USA]].<br />
Ricopre la qualifica di Visitor Professor alla Pepperdine University e contemporaneamente espone alla Peterson Gallery di Los Angeles. Negli USA, Firinu approfondisce lo studio della fotografia, ritenuta dall'artista una vera e propria forma d'arte, all'epoca invece sottovalutata.
I testi pubblicati dal Firinu e le sue successive esposizioni sono frutto di tale percorso di sviluppo sul concetto e sull'essenza comunicativa della fotografia.
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