Robot positronico: differenze tra le versioni
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==L'idea==
Asimov sin da piccolo leggeva opere di fantascienza. In particolare, avendo letto molte storie sui robot, li divideva in due categoria: i "robot come minaccia" e i "robot stile pate-tico". I primi erano quelli che si ribellavano ai loro padroni, e provavano risentimento verso l'umanità, mentre i secondi erano quelli buoni ma stupidi, facili da ingannare per l'uomo. In particolare lo scrittore era affascinato da questi secondi, e verso la fine del [[1938]], fu colpito da due racconti:
L'anno successivo quindi scrisse e riuscì a far pubblicare ''[[Robbie]]'', racconto breve che parlava di un robot gentile, in grado solo di fare del bene (stile pate-tico perciò). Ma la storia non lo convinse molto, e mentre la scriveva, ideo un tipo di robot nè patetico nè minaccioso che non era nient'altro che una macchina al servizio dell'uomo (con dispositivi di sicurezza e senza sentimenti). Così nascono i robot positronici veri e propri, e rivoluzionano la storia della fantascienza. Secondo lo stesso Asimov inoltre, fu egli stesso a inventare la parola "robotica", e a dare moltissimi spunti a agli autori futuri del genere.<ref name=tutti/>
==Nella finzione==
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