Carlo II di Spagna: differenze tra le versioni

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| nome = Carlo II
| titolo = [[Re di Spagna]] [[Impero coloniale spagnolo|e delle Indie]], [[Re di Napoli]], [[Re di Sicilia|Sicilia]], [[Re di Sardegna|Sardegna]], [[Paesi Bassi spagnoli|Sovrano dei Paesi Bassi]] e [[Conte di Borgogna]], [[Duca di Milano]]
| immagine = Juan de Miranda Carreno 002.jpg
| legenda = Carlo II re di Spagna
| regno = [[17 settembre]] [[1665]] – [[1º novembre]] [[1700]]
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|AnnoMorte = 1700
|Categorie = no
|FineIncipit = fu l'ultimo [[Asburgo]] di [[Spagna]], fu re di [[Spagna]] e dell'[[Impero spagnolo|impero d'oltremare di Spagna]] e, come '''[[Carlo V]]''', fu re dei [[Paesi Bassi spagnoli]], di [[Napoli]] e [[Sicilia]], [[Sardegna]], Duca di [[Ducato di Milano|Milano]] e Conte Palatino di [[Borgogna]] <ref> La titolazione del re, fino al trattato di Lisbona del 1668 comprendeva: <br />* [[Re di Castiglia e León]] e [[Re di Aragona]] (come Carlo II); [[Re di Napoli]] (come Carlo V) e di [[Re di Sicilia|Sicilia]] (come Carlo III), [[Re di Navarra]] (Carlo V), [[re di Gerusalemme]], Ungheria, Dalmazia, Croazia, Granada, di Valencia, di Toledo, di Galizia, di Maiorca, di Siviglia, di Sardegna, di Córdoba, della Corsica, di Murcia, di Jaén, delle isole Algarves, di Algeciras, di Gibilterra, delle isole Canarie, delle Indie Orientali e Occidentali, delle isole e dei territori dell'Oceano.<br />* Arciduca d'Austria, Duca di Borgogna (come Carlo III), di Brabante e Lotaringia, Limburgo, Lussemburgo, Güeldres, Milano, Atene e Neopatria, Conte di Asburgo, di Fiandre, dell'Artois, Conte Palatino di Borgogna, del Tirolo, di Hainout, di Namur, di Barcellona, del Rossiglione e della Cerdagna, Principe di Svevia.<br />* Margravio del Sacro Impero Romano, Marchese di Oristano e conte di Gociano, Signore di Viscaglia e di Molina, di Frisia,di Salins e di Malines.<br />* Dominatore in Asia ed Africa</ref>
}}
 
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ecco perché gli Asburgo si estinsero|pubblicazione=http://www.corriere.it/|giorno=15|mese=04|anno=2009|pagina=0|accesso=16/04/2009|cid=}}</ref>. La madre di Carlo era figlia della sorella del padre, [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]], che fu contemporaneamente zia paterna e nonna materna di Carlo<ref>{{cite paper | author = Newell | title = Inbreeding of Charles II of Spain | year = 2008 | url = http://www.musitek.com/Public/Charles_II_Inbreeding.jpg | format = jpg | accessdate = }}</ref> e a conferma di ciò un altro studio genetico ha riportato che il suo coefficiente di consanguineità fosse pari a 0.254 pari a 10 volte quello di [[Filippo il bello|Filippo I d'Asburgo]], padre dell'imperatore Carlo V e fondatore della dinastia<ref name="inbred"/>.
 
La teoria maggiormente seguita attribuisce il suo rachitismo, la sua debolezza mentale e la sterilità alla [[sindrome di Klinefelter]]<ref>Sulla stretta consanguineità degli austriaci come una spiegazione per molte delle malattie del re, vedere ''Gonzalo Alvarez et alii''</ref> ma oltre a questa il re soffriva di un marcato [[progenismo]] mandibolare che impediva all'arcata superiore ed inferiore dei denti di incontrarsi rendendogli estremamente difficile la parola e la masticazione<ref>>[http://www.avanti.it/index.php/cultura/6143-il-suicidio-genetico-dei-re-di-spagna-di-cristina-bardella.pdf Il suicidio genetico dei re di Spagna]</ref>.
Infine i tratti marcati del volto hanno suggerito la possibilità che fosse affetto di [[acromegalia]]<ref name=madmonarch>http://www.xs4all.nl/~monarchs/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm</ref> mentre le frequenti gastriti e i conati di vomito suggeriscono che fosse malato anche di [[acidosi tubulare renale]]<ref name="inbred"/>.
 
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Durante il governo di Nithard la situazione portoghese precipitò ulteriormente dal momento che l'esercito spagnolo mal equipaggiato e mal diretto si dimostrò totalmente incapace di difendere i confini e regolarmente truppe portoghesi riuscirono a penetrare nella Castigia e nell'Andalusia ponendole a sacco.
Incapace di respingere l'esercito Portoghese Nithard stipulò nel [[1668]] il disastroso [[Trattato di Lisbona (1668)|Trattato di Lisbona]] con cui, in cambio di [[Ceuta]] la Spagna riconosceva l'indipendenza del Portogallo e dei suoi possedimenti, Il [[Brasile]] e le piazzaforti commerciali in India e nell'Indocina.
 
Nello stesso anno inoltre [[Luigi XIV di Francia]] intraprese la [[Guerra di Devoluzione]] contro la Spagna la quale solo grazie all'aiuto dell'Inghilterra, della Svezia e delle Province Unite, preoccupate dell'espansionismo francese, riuscì ad evitare, nel [[Trattato di Aquisgrana (1668)|trattato di Aquisgrana]], gravi perdite territoriali.
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=== Il governo di Fernando de Valenzuela (1669-1677) ===
In sostituzione di Nithard, fu nominato valido [[Fernando de Valenzuela]], marchese di Villasierra, il cui governo non fu maggiormente efficiente di quello del predecessore.
Sul piano economico, infatti, Valenzuela, non tentò di adottare riforme per rendere più equo ed efficiente il fisco e neppure riuscì a riordinare la circolazione monetaria, sconvolta dall'eccessiva coniazione di monete avvenuta durante le ultime decadi del regno di Filippo IV ma per risolvere i gravi problemi finaziari ricorse ancora una volta all'aumento delle imposte dirette che gravavano sui ceti popolari e ridusse gli effettivi dell'esercito.
 
Ugualmente negativa fu la sua politica estera dal momento che fu il principale responsabile dell'entrata in guerra della Spagna nella [[Guerra d'Olanda]] nell'anno [[1672]].
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== Regno ==
Nel [[1679]] don José Juan morì e la regina madre poté tornare a corte, infatti, sebbene il re fosse stato dichiarato adulto, spesso fu sostituito dalla regina madre per via delle precarie condizioni di salute mentre al posto di don José Juan fu nominato primo ministro prima il duca di Medinaceli (1680-1685) e quindi il conte di Oropesa (1685-1691).
[[Image:Charles II (1670-80).jpg|thumb|Carlo II ventenne]]
 
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Tali conflitti, sebbene non avessero gravemente compromesso l'immenso impero spagnolo (salvo ovviamente la perdita del Portogallo e delle colonie del Brasile e delle Molucche) ne avevano tuttavia dissessato l'economia e indebolivano i collegamenti tra le varie provincie.
 
Era invece gravemente deteriorata la situazione economica già debilitata dalla politica imperialista di [[Filippo II di Spagna|Filippo II di Spagna ]] e dei suoi successori Filippo III e Filippo IV e da problemi strutturali quali un'amministrazione decentrata e debole, un sistema tributario che gravava principalmente sui ceti deboli ed esentava le rendite della Nobiltà e della Chiesa Cattolica e dalla mancanza di una borghesia dinamica che potesse attivare dei vitali circuiti produttivi.
 
Conseguenza di quest'ultimo aspetto era l'importazione ingentissima di manufatti dall'estero, per cui le ricchezze che affluivano in Spagna dai suoi domini, specie quelli americani, finivano per arricchire altri paesi. Inoltre, si avvertivano i gravissimi effetti dell'espulsione dei [[moriscos]], decisa nel [[1609]] dal [[Duca di Lerma]], il favorito di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]].
I moriscos, i [[musulmani]] che dopo la [[Reconquista]] erano rimasti in [[Spagna]] a condizione di convertirsi al Cristianesimo, costituivano una manodopera di considerevole importanza nell'agricoltura e nell'industria; la loro espulsione, motivata dal fatto che avessero conservato la loro lingua e i loro costumi, aggravò ulteriormente l'economia.
 
[[File:Carlos II, con armadura .jpg|thumb|right|Carlo II di Spagna in armatura, ritratto di Juan Carreño de Miranda, 1681]]
Nel [[1680]] Carlo II presiedette al più grande [[autodafé]] nella storia dell'[[Inquisizione]] spagnola, in cui 120 prigionieri furono giudicati e per celebrare l'evento, fu pubblicato un libro riccamente decorato. Tuttavia quasi subito si pentì ed istituì un'apposita commissione per indagare sull'Inquisizione spagnola. A quanto si dice, il resoconto della commissione fu così schiacciante che lo stesso sovrano si impaurì a tal punto delle conseguenze tanto da vietarne ogni attività se non approvata dal re: quanto al documento, secondo alcuni fu gettato alle fiamme''<ref>Durants, 1963.</ref>.
Quando [[Filippo V di Spagna|Filippo V]] successe a Carlo II al trono di Spagna, richiese il documento, ma non se ne trovò alcuna copia.
 
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Il [[14 ottobre]] del [[1686]] il re promulgò un decreto che attuava, dopo diversi tentativi falliti, una riforma monetaria per ovviare ai problemi di inflazione, manipolazione monetaria e tesaurizzazione delle monete pregiate in oro e argento; problemi originati dall'eccessiva coniazione di reales di rame durante il regno di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]] e durante la reggenza di Marianna d'Austria.
 
Il decreto mise fuori circolazione i real di rame, svalutò del 20 % la moneta argentea e costituì 2 sistemi monetari separati: da una parte le Indie e le transazioni commerciali con l'estero mantenevano il vecchio real di argento, poi conosciuto con il nome di [[Pezzo da otto]], mentre la Spagna adottava il nuovo standard svalutato; il valore del vecchio real fu fissato a 10 reales del nuovo standard <ref>Antonio Dominiguez Ortis. "Crisis y decadencia en la Espana de los Austrias" 1984</ref>
 
Gli effetti di tale riforma furono certamente notevoli non solo per la separazione del sistema momentario delle colonie rispetto a quello della madrepatria ma anche perché la [[svalutazione]] garantì una moderata ripresa delle attività agricole, commerciali e manifatturiere delle Asturie, dell'Aragona e della Catalogna e certamente contribuì a riordinare l'intera situazione economica<ref>http://www.tesorillo.com/articulos/libro/226.htm#_ftnref15</ref>.
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Queste riforme per quanto utili per il regno e sebbene fossero riuscite a rianimare i traffici commerciali e la produzione agricola e manifatturiera, certamente ebbero dei limiti notevoli né riuscirono a colmare il divario che separava l'impero spagnolo dai suoi concorrenti.
In primo luogo esse si limitarono a scalfire gli interessi dei ceti agiati, in secondo luogo giovarono solamente alle regioni periferiche del regno, maggiormente aperte ai commerci, e non alla [[Castiglia]] e all'[[Andalusia]] che, ormai spopolate dalle carestie e dalle epidemie erano rimaste completamente nelle mani dei feudatari latifondisti, aggravando le disparità economiche.
 
Mancò, infatti, la riforma della pubblica amministrazione la quale, essendo fortemente decentrata in provincie e territori che mantenevano leggi e statuti autonomi, non era in grado di garantire una tempestiva mobilitazione delle energie del regno né poteva tantomeno imbrigliare il potere e l'influenza delle aristocrazie locali.
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Fu proprio tale interesse a convincere la corte di Madrid della necessità che il sovrano prendesse moglie il più presto possibile affinché potesse generare un erede e così
nel [[1679]] Carlo II sposò [[Maria Luisa di Borbone-Orléans]], figlia di [[Filippo I di Borbone-Orléans]], fratello di [[Luigi XIV]], e della sua prima moglie [[Enrichetta Anna Stuart]].
 
Dal matrimonio, tuttavia, non nacquero figli, infatti, per quanto la coppia fosse molto affiatata, la precaria salute del sovrano aveva probabilmente cagionato una forma di sterilità come fa notare questa testimonianza dell'ambasciatore francese a Madrid il quale, dopo una confidenza con la regina scrisse: ''lei (La regina) non era più realmente vergine ma, per quanto poteva capire, credeva non avrebbe mai avuto figli.''
 
In conseguenza a ciò la regina venne sottoposta a fortissime pressioni da parte dell'intera corte affinché cercasse di procurare un erede, tuttavia, queste non solo non sortirono l'effetto sperato ma, contribuirono a prostrare la fibra della sovrana la quale cadde in una forte crisi di malinconia <ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>
 
Il [[12 Febbraiofebbraio]] del [[1689]] la regina Maria Luisa d'Orleans morì, probabilmente di peritonite, cagionata da una caduta da cavallo<ref>Fraser, p 277</ref>; il Re ne fu sconvolto tanto che si disse "Sulle labbra di Maria Luisa d'Orleans si è posato l'ultimo sorriso del re" <ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref> ma la minaccia sempre più prossima di estinzione della dinastia lo convinsero ad un nuovo matrimonio.
 
Scartata l'idea del matrimonio con la nipote [[Maria Antonia d'Austria]], la figlia della sorella [[Margherita Teresa d'Asburgo|Margherita Teresa]] d'Asburgo e dell'imperatore [[Leopoldo I del Sacro Romano Impero|Leopoldo I]], le attenzioni della corte si spostarono sulle principesse [[Anna Maria Luisa de' Medici]], figlia del granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] e [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], una delle figlie di [[Filippo Guglielmo del Palatinato]], cognata dell'imperatore d'Austria Leopoldo I d'Asburgo.
 
Alla fine il re, su consiglio di Leopoldo I <ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>, decise di sposare nel [[1690]] [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg]], il cui carattere collerico e autoritario, presto spense ogni entusiasmo del re verso di lei allontanando definitivamente la speranza della nascita di un'erede e aprendo il problema della successione.
 
Infatti a corte si crearono due partiti: il primo, che aveva il sostegno della regina Maria Anna, si appoggiava alle rivendicazioni del ramo austriaco degli Asburgo rappresentato dall'Arciduca Carlo figlio dell'Iimperatore Leopoldo I d'Asburgo e di Eleonora Maddalena del Palatinato e quindi nipote per parte di padre di [[Ferdinando III del Sacro Romano Impero|Ferdinando III]] e di [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]] e allo stesso tempo cugino di Carlo II.
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Vivente Carlo II le potenze varie volte le potenze europee avevano cercato di raggiungere un accordo ma i tentativi erano sempre falliti.
 
Nel [[1696]], con l'appoggio di Olanda e Inghilterra Carlo II decise di nominare come suo erede il pronipote [[Giuseppe Ferdinando Leopoldo di Baviera]], Figlio di Maria Antonia d'Asburgo la quale era a sua volta figlia dell'imperatore Leopoldo I D'Asburgo e di Margherita Teresa d'Asburgo, sorella del re, ma la la morte del principino per vaiolo avvenuta a Bruxelles l'8 febbraio del [[1699]] riaprì la crisi.
 
Luigi XIV e Leopoldo I allora cercarono di accordarsi e con l'appoggio dell'Inghilterra e dell'olanda decisero nel trattato dell'Aja del 25 Marzo 1700 di spartirsi l'eredità spagnola<ref name="Fossati, Luppi p. 64">Fossati, Luppi, Zanette, ''Passato Presente'', vol. 2, p. 64</ref>:
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Il frate affermò che il re era effettivamente vittima di esorcismo e che i colpevoli fossero la regina e politici favorevoli al partito austriaco il quale, con l'appoggio della regina [[Maria Anna del Palatinato-Neuburg|Marianna di Neoburgo]] reagì e contro interrogò il re ottenendo un risultato opposto.
 
La regina allora fece incarcerare il confessore Froillan Diaz e frate Arguelles ma la diffusione della notizia degli esorcismi del re, generò uno scandalo e contribuì a minare il già scarso prestigio della corte spagnola mentre la tensione e i medicamenti somministrati al sovrano, durante le procedure di esorcismo, aggravarono il suo stato di salute <ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>.
 
Con lo scandalo degli esorcismi divenne ancor più forte la frattura all'interno della corte così come le pressioni sul re:
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Lo scontro all'interno della corte ebbe ripercussioni anche sull'ordine pubblico ed il [[28 aprile]] del [[1699]], scoppiò a Madrid il cosiddetto "[[Motin de los Gatos]]".
 
Il pretesto della rivolta furono dei soprusi e delle parole ingiuriose rivolte dal Corregidor di Madrid, Francisco de Vargas ad una fruttivendola, accusata dal nobile di non essere in grado di sfamare il marito ed i figli e che in risposta la folla lì presente iniziò ad urlare "Lunga vita al Re e morte ad Oropesa" <ref>Teofanes Egido (1980) El motín madrileño de 1699, en Investigaciones históricas nº 2, pg. 259-261.</ref> <ref>il conte di Oropesa, presidente del consiglio di Castiglia, era di fatto il primo ministro del re ma, il suo appoggio alla causa degli Asburgo d'Austria ed il suo rapporto con la regina Marianna di Neoburgo lo rendevano estremamente impopolare.</ref>
 
Subito la folla si spostò verso la casa del Conte di Oropesa, noto fautore del candidato austriaco, la saccheggiò e proseguì verso il palazzo reale dove Carlo II cercò di calmare gli animi dei rivoltosi annunciando la sostituzione del corregidor di Madrid, de Vargas, con Francisco Ronquillo, un'amnistia generale ed il licenziamento del Conte di Oropesa. Solo allora la folla si calmò. <ref>Antonio Canovas del Castillo. "Historia de la decadencia de España desde Felipe III hasta Carlos II". 1854.</ref>.
 
Dopo il tumulto acquisì una notevole influenza il cardinale [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Fernandez de Portocarrero]], di cui era ben nota la simpatia per il candidato francese, il duca di Angiò.
 
Alla soglia del [[1700]] le condizioni fisiche di Carlo II precipitarono: il sovrano deperiva costantemente e divenne quasi cieco mentre gli attacchi epilettici e gli spasmi aumentavano di intensità senza che le inadeguate cure mediche, quali porre piccioni appena uccisi sul capo ed applicare viscere di mammiferi calde sul ventre, gli portassero giovamento <ref>[http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm Biography of Carlos II of Spain (1661-1700)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Nel settembre dello stesso anno il re scrisse a [[Papa Innocenzo XII]] per chiedergli consiglio in materia della sua successione ottenendo una risposta favorevole alle pretese francesi, poi, aggravatosi lo stato di salute, diede ordine di aprire i sarcofagi degli antenati <ref>[http://madmonarchs.guusbeltman.nl/madmonarchs/carlos2/carlos2_bio.htm Biography of Carlos II of Spain (1661-1700)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e rimase un'intera notte davanti ai resti della sua prima moglie Maria Luisa d'Orleans piangendo.
 
Il [[31 ottobre]] perse conoscenza e secondo le sue direttive fu costituito un consiglio di reggenza guidato dalla regina, Maria Anna di Neoburgo, e dal cardinale Portocarrero; morì la mattina seguente, per un [[colpo apoplettico]] e fu sepolto all'[[Escorial]].
 
Nel suo testamento, reso pubblico il [[2 novembre]], riconoscendo le ragioni francesi con la clausola 13, nominò come suo erede e successore universale [[Filippo V di Spagna|Filippo d'Angiò]], nipote del re di Francia Luigi XIV e di [[Maria Teresa d'Asburgo (1638-1683)|Maria Teresa di Spagna]], sorella maggiore di Carlo, alla sola condizione che Filippo rinunciasse a nome suo e dei suoi figli ad ogni pretesa verso la corona di Francia<ref name=Europa>Della Peruta, Chittolini, Capra, ''Dall'Europa al mondo'', vol. 2, p. 27</ref>.
 
{{quote|''Riconoscendo, secondo vari consulti del Ministro di Stato e di giustizia, che la ragione alla base della rinunzia della signora Donna Anna e Maria Teresa, regina di Francia, mia zia e mia sorella, alla successione di questi regni fu per evitare il danno di aderire alla corona francese, e ricordando che, essendo decaduto questo motivo fondamentale, resta il diritto di successione alla propria discendenza immediata ai sensi delle leggi di questi regni e che ora questa situazione si verifica nella persona del secondo figlio del Delfino di Francia: di conseguenza, in conformità a tali leggi, dichiaro che sia mio erede, se Dio mi prende con sè senza figli, il duca d'Angiò, secondo figlio del Delfino, e come tale io lo chiamo alla successione di tutti i miei regni e signorie, senza eccezioni di qualsiasi parte di esse. E comando ed ordino a tutti i miei sudditi e vassalli di tutti i miei regni e signorie, nel caso di cui a Dio mi prenda senza successione legittima e riconosciuta, di riconoscerlo come loro re e signore naturale, e si dia luogo, senza alcun indugio al possesso attuale, precedendo il giuramento di dover osservare le leggi, i privilegi e le consuetudini di questi miei regni e signorie''<ref>[http://books.google.es/books?id=ia4LAAAAYAAJ&pg=PA401 Testamento di Carlo II {{es}}].</ref>.}}
 
Se Carlo, abilmente, aveva con il suo testamento impedito che le corone di Francia e Spagna si unissero, gli atti di Luigi XIV andavano in direzione opposta: il Re Sole, infatti, immediatamente ruppe gli accordi con Leopoldo I e approfittò della parentela col nuovo re spagnolo per schierare le sue truppe nei [[Paesi Bassi spagnoli]]<ref name="Fossati, Luppi p. 64"/>.
 
Al disegno egemonico di Luigi XIV si oppose l'Austria, e questo determinò l'inizio della [[Guerra di successione spagnola]] che si risolse con la pace di Utrecht e quella di Rastadt, rispettivamente nel [[1713]] e nel [[1714]]: Filippo V veniva riconosciuto come re di Spagna, ma quest'ultima fu costretta a cedere all'Austria tutti i possedimenti italiani e i Paesi Bassi spagnoli, e all'Inghilterra Gibilterra e Minorca: la Spagna cessò di essere una grande potenza.
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|successivo = [[Filippo V di Spagna|Filippo V]]
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|precedente = [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]
|successivo = [[Filippo V di Spagna|Filippo V]]
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