Pierre-Louis Cavagnari: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Pierre-Louis Cavagnari nacque a [[Stenay]] nel dipartimento della [[Mosa (dipartimento)|Meuse]] in [[Francia]]<ref>''Encyclopædia Britannica'', undicesima edizione, vol. 5, p. 560</ref>.
Era figlio del conte Luigi Adolfo Cavagnari, appartenente ad un'antica famiglia parmigiana al servizio della [[famiglia Bonaparte]], che nel 1837 si era sposato con una irlandese, Caroline Lyons-Montgomery.
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Prestò servizio nel ''1st Bengal Fusiliers'' durante la campagna contro i ribelli dell'[[Awadh|Oudh]] tra il 1858 e il 1859 (cosiddetto ''Indian Mutiny'')<ref>''Encyclopædia Britannica'', undicesima edizione, vol. 5, p. 560</ref>.
Nel 1861, entrato nell'ufficio politico, fu nominato assistente-commissario nella regione del [[Punjab (regione)|Punjab]], e nel 1877 divenne vice-commissario a [[Peshawar]], partecipando a diverse spedizioni contro le tribù ''pashtun''<ref>''Encyclopædia Britannica'', undicesima edizione, vol. 5, p. 560</ref>.
Divenne quindi tragico protagonista della cosiddetta ''[[seconda guerra anglo-afghana]]''.
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Nel settembre 1878 il viceré delle Indie, lord Lytton, lo pose a capo di una missione britannica diretta a [[Kabul]] che fu fermata dal comandante afgano del posto di confine del passo Khyber e impedita dal proseguire per espresso ordine dell'emiro Sher Alì Khan, figlio di [[Dost Mohammed]], di cui si sospettavano legami con la Russia zarista.
Dal punto di vista britannico era la goccia che faceva traboccare il vaso<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 426</ref>. Così, alla fine di novembre 1879 tre colonne britanniche con trentacinquemila soldati occuparono il [[passo Khyber]], [[Jalalabad]] e [[Kandahar (città)|Kandahar]], costringendo l'emiro ad abdicare in favore del figlio Yaqub Khan e a ritirarsi a [[Balkh (città)|Balkh]] ove morì poco dopo, nel febbraio 1879<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', pp. 427-429</ref>.
Il 26 maggio dello stesso anno, sfruttando le difficoltà interne del nuovo emiro, Cavagnari gli impose, per conto del governo britannico, il trattato di Gandamak. Nell'occasione il successore di Sher Alì si presentò in uniforme dell'esercito russo accompagnato da Daud Shah, comandante in capo dell'esercito afgano, vestito con la stessa uniforme. Nonostante questa bellicosa presentazione, Yaqub Khan fu costretto a piegarsi alle condizioni del trattato, con il quale cedeva alcuni territori all'[[India]] britannica e accettava la presenza a [[Kabul]] di un rappresentante britannico, circostanza che creò forti malumori nel paese<ref>Peter Hopkirk, ''Il Grande Gioco. I servizi segreti in Asia centrale'', p. 429</ref>.
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