Perino Mod. 1908: differenze tra le versioni

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==Storia==
L'arma fu sviluppata dal Capo tecnico di artiglieria cavalier Giuseppe Perino a partire da una richiesta delle forze armate per una [[mitragliatrice]] a funzionamento automatico e non meccanico. Dal 1903 fu presentata alle prove tecniche di Regia Marina e Regio Esercito, insieme alla [[Maxim (mitragliatrice)|Maxim]] ed alla Bergmann. Necessitando di ulteriore messa a punto, nel [[1906]] l'esercito preferì adottare la Maxim. Il cavalier Perino sottopose nuovamente l'arma al [[Ministero della Guerra]] ed in ulteriori prove tecniche la Perino superò in affidabilità la sua rivale<ref>Op.cit. pag. 62.</ref>. Il Regio Esercito, per favorire la produzione nazionale, approvò quindi nel 1908 l'acquisto di un lotto di 150 pezzi, che furono costruiti dalla Fabbrica d'Armi di [[Terni]] e che avrebbero dovuto affiancare le Maxim.
 
L'arma, benché precisa e tecnicamente avanzata, si dimostrò inadatta per l'uso campale per l'eccessivo peso<ref>Op.cit. pag. 72.</ref>. L'alleggerimento del complesso con la nuova '''Perino Modello 1910''' ed il tentativo di adattare l'arma al treppiede da 19 kg della Maxim Mod. 1911 da 19 kg non diede i risultati sperati in termini di stabilità di tiro ed affidabilità. A questo si aggiunga il peso politico della [[Fiat]] che dal [[1910]], proprio partendo dalla Perino, stava sviluppando la [[FIAT-Revelli Mod. 1914]]. In conclusione una commissione dell'esercito nel [[1911]] raccomandò l'interruzione dell'acquisizione dell'arma.
 
Le armi furono destinate alle opere fortificate in installazione fissa, fino allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], quando l'esercito, in attesa di completare gli organici delle [[Reparti mitraglieri|sezioni mitragliatrici]], destinò le Perino all'uso campale.
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==Caratteristiche==
[[File:Mitragliatrice Perino in azione.jpg|thumb|300px|left|Mitragliatrice Perino e serventi in azione]]
Il [[Castello (armi)|castello]] dell'arma eraè in [[bronzo]] e terminavatermina posteriormente con un’[[impugnatura]] a manopola. La [[Canna (armi)|canna]] eraè raffreddata ad acqua, tramite ilun manicotto d'[[ottone]] da 1,8 litri, collegato ad un bidone con pompa rotativa da 10 litri. Il vapore non fuoriesce liberamente da un foro superiore come nella Maxim (rendendo individuabile a distanza la postazione dell'arma), ma attraverso un tubo venivaviene disperso a terra o rabboccato nel bidone. Il funzionamento eraè a [[lungo rinculo]] con ritardo d'apertura, con rinforzatore di rinculo consfruttante i gas di sparo. L'arma eraè camerata per la [[munizione]] Carcano [[6,5 × 52 mm]], la stessa del [[fucile]] [[Carcano Mod. 91]] e quindi vantaggiosa dal punto di vista logistico. L'alimentazione avviene tramite lastrine da 20 colpi inserite lateralmente. Sul lato sinistro potevapuò essere montata una tramoggia con cinque caricatori che permettevanopermettono un fuoco prolungato. [[Proiettile|Proiettili]] e [[Caricatore|caricatori]] dovevanodevono essere costantemente bagnati per evitare inceppamenti. I [[Bossolo|bossoli]] sparati venivanovengono reinseriti nei caricatori, che cadevano poi cadono in una sacca di tela.
 
 
L'arma, del peso di 27 kg, eraè incavalcata su un treppiede con sellino pesante 56 kg. La versione ''Perino Modello 1910'' differisce proprio nel treppiede, il cui peso eraè ridotto a 17 kg, (due in meno di quello della Maxim), oltre che per alcuni particolari produttivi del castello, prodotti in [[acciaio]] anzichè in bronzo<ref>Op.cit. pag. 80.</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
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== Bibliografia ==
*''La prima mitragliatrice automatica italiana. La mitragliatrice Perino'' di Franco Cabrio, Quaderni di Oplologia n. 25, dicembre 2007, pagg. 61-80.
 
== Voci correlate ==