Invasione turca di Cipro: differenze tra le versioni

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==Antefatti storici==
Nel 1571 i Greci di Cipro furono assoggettati all'[[Impero ottomano]], a seguito degli esiti della [[Guerra di Cipro]] (1570–1573), facente parte delle [[Guerre turco-veneziane]]. L'isola e la sua popolazione furono poi ceduti alla [[Gran Bretagna]] in ottemperanza alla [[Convenzione di Cipro]]: un accordo raggiunto durante il [[Congresso di Berlino]] del 1878 tra il [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda]] e l'[[Impero ottomano]]. La Gran Bretagna annetté formalmente Cipro (assieme al [[Khedivato di Egitto| Khedivato di Egitto]] e Sudan) il 5 novembre 1914<ref name="LausanneTreaty"/> come rappresaglia per la decisione ottomana di allearsi con gli [[Imperi Centrali]] nella [[Prima guerra mondiale]]. Di conseguenza l'isola divenne una [[Dipendenze britanniche d'oltremare|Colonia della Corona britannica]]. L'articolo 20 del [[Trattato di Losanna]] del 1923 segnò la fine delle pretese turche sull'isola.<ref name="LausanneTreaty">[http://wwi.lib.byu.edu/index.php/Treaty_of_Lausanne Full text of the Treaty of Lausanne (1923)]</ref> L'articolo 21 del Trattato dava alla minoranza turca dell'isola la possibilità di scegliere di lasciare Cipro e vivere come turchi in Turchia, oppure di restare sull'isola come sudditi britannici.<ref name="LausanneTreaty"/>
[[File:Cy-map.png|thumb|left|250px|Mappa indicante la divisione della Repubblica di Cipro.]]
 
A quel tempo la popolazione dell'isola era composta da greci e turchi, che si vedevano come appartenenti alla loro rispettiva madrepatria. Tuttavia le ''élites'' di entrambe le comunità condividevano l'idea di essere socialmente più progredite (meglio istruite e meno conservatrici) dei loro compatrioti di Grecia e Turchia. Greco-ciprioti e turco-ciprioti vissero pacificamente gli uni accanto agli altri per molti anni.<ref>M. Smith, “Explaining Partition: Reconsidering the role of the security dilemma in the Cyprus crisis of 1974. Diss. University of New Hampshire, 2009. ProQuest 15 October 2010, 52</ref></br>
Le tre componenti dell'isola – greco-ciprioti, turco-ciprioti e britannici – parteciparono alla trasformazione delle due comunità etniche dell'isola in due componenti nazionali: l'istruzione, le pratiche coloniale britanniche e l'insegnamento religioso delle due comunità etniche, accompagnarono strettamente lo sviluppo economico di Cipro. Anche la politica di Londra facilitò la polarizzazione etnica, applicando l'antico ma non sempre intelligente principio del ''[[divide et impera]]'', agevolando l'antagonismo tra greci e turchi per impedire l'alleanza delle due componenti ai suoi danni.<ref>Vassilis Fouskas, Heinz A. Richter, ''Cyprus and Europe: The Long Way Back'', Bibliopolis, 2003, [http://books.google.com/books?ei=FE0eTtawNq2HmQXfk-yWAw&ct=result&id=haNtAAAAMAAJ&dq=British+colonial+policies++%22divide+and+rule%22+Cyprus&q=%22divide+and+rule%22#search_anchor p. 77, 81, 164.]</ref> </br>
Per esempio, quando i greco-ciprioti si ribellarono negli anni [[1950|Cinquanta]], le autorità coloniali britanniche rafforzarono la Polizia Ausiliaria e, nel settembre del 1955, istituirono la Riserva Mobile Speciale, per la quale furono reclutati esclusivamente elementi turco-ciprioti, per contrastare l'EOKA.<ref>James S. Corum, ''Bad Strategies: How Major Powers Fail in Counterinsurgency'', Zenith Imprint, 2008, ISBN 9780760330807, [http://books.google.com/books?id=BTyEbqop4MQC&pg=PA110&dq=%22a+new+police+force+was+formed,+the+Special+Mobile+Reserve%22&hl=en&ei=o1EeTuHTGIv0mAWhvfSjAw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCgQ6AEwAA#v=onepage&q=%22a%20new%20police%20force%20was%20formed%2C%20the%20Special%20Mobile%20Reserve%22&f=false pp. 109-110.]</ref> Questa pratica e altre simili contribuirono a incrementare l'animosità tra le due componenti cipriote.
 
Sebbene lo [[sviluppo economico]] e l'aumentata istruzione riducessero il [[confessionalismo]] delle due comunità, l'aumento del [[nazionalismo]] mantenne tra le due componenti isolane una spiccata contrapposizione. Il nazionalismo [[laicismo|laico]] turco era al centro del programma rivoluzionario attuato dal padre della moderna Turchia, [[Mustafa Kemal Atatürk]] (1881–1938),<ref>''[http://www.strategicoutlook.org/2011/09/cyprus-dimension-of-turkish-foreign-policy-2/ Cyprus Dimension of Turkish Foreign Policy]'', by Mehmet Fatih Öztarsu (Strategic Outlook, 2011)</ref> e attrasse i turco-ciprioti che ne seguirono i principi.
L'educazione tradizionale basata sui principi della religione [[islam]]ica fu abbandonata progressivamente e sostituita da una secolarizzata, del tutto privata dalle sue componenti originariamente arabe e persiane, a vantaggio della sola componente turca. I turco-ciprioti rapidamente adottarono il programma laico del nazionalismo della [[Turchia]] repubblicana. </br>
Ai primi degli [[1950|anni Cinquanta]], fu creato un gruppo nazionalista greco chiamato ''Ethniki Organosis Kyprion Agoniston'' ([[EOKA]], ossia "Organizzazione Nazionale dei Combattenti Ciprioti").<ref>''[http://www.cyprus-conflict.net/www.cyprus-conflict.net/outbreak_of_violence%20-%20%2755.html The Cyprus Revolt: An Account of the Struggle for Union with Greece]'', by Nancy Crawshaw (Londre, George Allen and Unwin, 1978), pp. 114–129.</ref> Il loro obiettivo era quello di indurre la Gran Bretagna a lasciare l'isola e in seguito di integrare Cipro con la Grecia. L'EOKA era un'organizzazione nazionalista greca e alcuni dei suoi membri assassinarono vari turco-ciprioti che si riteneva fossero collusi con la potenza coloniale. L'EOKA voleva eliminare ogni ostacolo che si frapponesse al suo intento d'indipendenza e di fusione con la Grecia. L'EOKA avviò le sue attività di guerriglia con attentati dinamitardi [[1º aprile]] del 1951, attuando le direttive del [[Primo ministro]] greco Stefanopoulos.
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Un anno dopo l'EOKA rinnovò il suo tentativo di liberare Cipro dal giogo britannico. L'organizzazione turca ''[[Türk Mukavemet Teşkilatı]]'' ([[Movimento di Resistenza Turco]], MRT) dichiarò per conto suo guerra ai ribelli greco-ciprioti.<ref name=autogenerated2>Roni Alasor, ''Sifreli Mesaj: "Trene bindir!"'', ISBN 960-03-3260-6.</ref> Dopo una manifestazione di massa congiunta greco-cipriota e turco-cipriota, il MRT cominciò a uccidere i membri del sindacato turco-cipriota.
 
Il [[12 giugno]] 1958, otto civili greco-ciprioti del villaggio di Kondemenos furono trucidati dal MRT nei pressi del popoloso villaggio turco-cipriota di Geunyeli. Dopo di che il governo turco ordinò al MRT di far saltare in aria gli uffici della stampa turca a [[Nicosia]] per fare accusare falsamente i Greco-ciprioti dell'attentato e impedire così negoziati per l'indipendenza dell'isola.<ref name=autogenerated1>Arif Hasan Tahsin, ''The rise of Dektash to power'', ISBN 9963-7738-3-4</ref>
 
Iniziò anche una sequela di uccisioni di eminenti personalità turco-cipriote favorevoli all'indipendenza di Cipro.<ref name=autogenerated2 /><ref name=autogenerated1 /> L'anno seguente, dopo la conclusione degli accordi per l'indipendenza di Cipro, la marina militare turca inviò a Cipro una nave carica di armi per il [[Movimento di Resistenza Turco]]. La nave fu bloccata e l'equipaggio colto in flagrante in quello che fu chiamato "incidente Deniz" (che in [[lingua turca]] significa “mare”).<ref>{{cita web|url=http://www.cyprus-conflict.net/municipalities%20-%20markides.htm |titolo=The Divisive Problem of the Municipalities |editore=Cyprus-conflict.net |data= |accessdate=23-11-2008}}</ref> Il governo britannico finì nel 1960, quando l'isola fu dichiarata Stato indipendente in base al [[Trattato di Zurigo e Londra]].
La Costituzione della Repubblica di Cipro del 1960 non superò neppure il terzo anno di vita. I greco-ciprioti seguitavano ostinatamente a preconizzare l'Enosis e a esprimere tutta la loro contrarietà a quei comuni turco-ciprioti, consentiti dal Regno Unito nel 1958, prima della fine della loro dominazione, considerati dall'elemento greco isolano come il primo passo verso la partizione (il cosiddetto ''[[Taksim]]'') che essi consideravano come una iattura e come la tomba per le loro ambizioni panelleniche.
 
Il risentimento greco-cipriota era palpabile anche a causa del fatto che essi rimproveravano il Regno Unito di aver concesso a suo tempo troppi posti pubblici a personalità turco-cipriote: il 30% complessivo, più cioè del 18,3% costituito dai turco-ciprioti rispetto al totale complessivo della popolazione di Cipro.<ref>"Cyprus: A Country Study" U.S Library of Congress. Ed. Eric Solsten. Washington, GPO for the Library of Congress, 1991. Web. 1 October 2010</ref> Inoltre il posto di vicepresidente assegnato a un turco-cipriota (nella fattispecie Ra'uf Denktaş) prevedeva non senza logica anche il diritto di veto in questioni di grande importanza che avessero coinvolto tutta la popolazione dell'isola.<ref name="autogenerated2000">Andrew Borowiec, ''Cyprus: A Troubled Island'', Westport, Praeger, 2000, p. 47</ref>
 
===1963–1974===
Nel dicembre del 1963, il Presidente della Repubblica di Cipro, Makarios, propose tredici emendamenti costituzionali al Trattato di Zurigo e Londra dopo che il governo cipriota ebbe ricevuto il veto dei turco-ciprioti, vanificando qualsiasi importante riforma e il bilancio federale. Makarios credeva che ciò avrebbe facilitato il funzionamento della macchina statale. Gli emendamenti avrebbero voluto coinvolgere maggiormente la minoranza turco-cipriota, inclusa una revisione delle aliquote etniche nel governo isolano, eliminando il potere di veto presidenziale e vicepresidenziale.<ref name="autogenerated2000"/> Tali emendamenti vennero rifiutati dai turchi-ciprioti e la rappresentanza turca abbandonò anzi la compagine governativa, sebbene sussistano interrogativi sul fatto che ciò fosse avvenuto per libera scelta o dietro minaccia della Guardia Nazionale, tutt'altro che imparziale. La Costituzione del 1960 fu di fatto disapplicata e le violenze intercomunali proseguirono. La Turchia, il Regno Unito e la Grecia - garanti degli accordi che avevano condotto all'indipendenza di Cipro – pensarono addirittura a un intervento pacificatore della [[NATO]], al comando del Generale Peter Young.
 
Tra il 21 e il 26 dicembre 1963, il conflitto ebbe come suo baricentro l'area suburbana di [[Nicosia]], chiamata Omorphita, che era stata una regione sottoposta a gravi tensioni nel 1958. I dimostranti che vi parteciparono furono greco-ciprioti e turco-ciprioti, nonché appartenenti al [[MRT]], noti come "combattenti" durante la disputa cipriota precedente all'indipendenza. L'elemento turco era decisamente inferiore quanto a numeri e fu in qualche misura costretto all'interno dei propri "ghetti" dalla superiorità delle forze greco-cipriote, assai meglio armate con le armi sequestrate all'[[EOKA]] dal Regno Unito, nel corso delle attività paramilitari messe in atto prima del 1960. Molti civili greci e turchi furono vittima dell'ostilità armata e del caos che seguì agli scontri. Il governo turco di [[Ankara]] usò gli avvenimenti come scusa per negare il permesso di residenza a circa 12.000 cittadini greci che vivevano a [[Istanbul]] e per procedere alla confisca delle loro proprietà.
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Il 2 luglio 1974, Makarios scrisse una [[lettera aperta]] al Presidente golpista greco Gizikis lamentando senza mezzi termini il fatto che i quadri del regime militare greco sostenessero e dirigessero le attività dell'organizzazione terroristica EOKA-B. Egli ordinò anche alla Grecia di richiamare i suoi 600 ufficiali della Guardia Nazionale Cipriota.<ref>Andrew Borowiec, ''The Mediterranean Feud'', New York, Praeger Publishers, 1983, p. 98.</ref> Il governo golpista Greco rispose immediatamente accelerando la realizzazione del golpe anti-Makarios. Il 15 luglio 1974 intere sezioni della GNC, guidate da ufficiali greci, rovesciarono il legittimo governo di Makarios.<ref name="TIME" />
 
Makarios scampò a malapena alla morte nel corso dell'attacco e abbandonò il palazzo presidenziale a bordo di un [[taxi]] dopo aver scortato un automezzo di scolari fuori dall'edificio e si recò a [[Paphos]], dove i Britannici riuscirono a recuperarlo con un elicottero [[Westland Whirlwind]] nel pomeriggio del 16 luglio per portarlo dalla loro base di [[Akrotiri]] a quella della [[Royal Air Force]] a [[Malta]] a bordo di un trasporto [[Armstrong Whitworth AW.660 Argosy]] e quindi alla volta di [[Londra]] su un [[De Havilland Comet]] la mattina dopo.<ref name="TIME" />
 
Nel frattempo [[Nikos Sampson]] fu dichiarato Presidente provvisorio del nuovo governo golpista. Sampson era un ultra-nazionalista greco-cipriota, noto per il suo fanatismo anti-turco e per aver preso parte ad azioni violente contro civili turco-ciprioti nei primi conflitti interetnici.<ref name="TIME" /><ref>Pierre Oberling, ''The Road to Bellapais: the Turkish Cypriot exodus to Northern Cyprus'', New York, Columbia University Press. 1982.</ref>
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===Seconda invasione turca (14-16 agosto 1974)===
Il ministro degli Esteri turco [[Turan Güneş]] aveva dichiarato al suo [[Primo ministro]] [[Bülent Ecevit]], ''Quando dico "Ayşe è andata in vacanza"'' (in [[lingua turca]]: ''"Ayşe Tatile Çıksın"''<ref>Ayşe è la figlia di Turan Güneş, oggi Ayşe Güneş Ayata (Alper Sedat Aslandaş & Baskın Bıçakçı, ''Popüler Siyasî Deyimler Sözlüğü'', İletişim Yayınları, 1995, ISBN 975-470-510-0, p. 34</ref>), ''intendo dire che le nostre forze armate sono pronte a entrare in azione. Anche se il telefono è sotto controllo, ciò non susciterà alcun sospetto''.<ref>Jan Asmussen, ''Cyprus at war: Diplomacy and Conflict during the 1974 Crisis'', London, I.B. Tauris, 2008, ISBN 9781845117429, [http://books.google.com/books?id=YWMMAQAAMAAJ&q=%22Ayse+is+going+on+vacation%22&dq=%22Ayse+is+going+on+vacation%22&hl=en&ei=RAATTtP9E6XjmAXTyLCxDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCgQ6AEwAA p. 191.]</ref> Un'ora e mezzo dopo il fallimento della conferenza, Turan Güneş chiamò Ecevit e pronunciò quella frase in codice. Il 14 agosto la Turchia lanciò la sua "Seconda Operazione di Pace", assumendo il controllo di circa il 40 per cento di Cipro.
 
Il Segretario di Stato britannico dell'epoca e presto [[Primo ministro]] di Sua Maestà, [[James Callaghan]], più tardi rivelò che il [[Segretario di Stato]] [[USA|americano]] [[Henry Kissinger]] aveva "posto il veto" almeno una volta a un'azione militare britannica per impedire un nuovo sbarco turco. Le truppe di Ankara occuparono ben più di quanto era stato da loro chiesto a [[Ginevra]].
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{{main|massacro di Maratha/Muratağa, Santalaris/Sandallar e Aloda/Atlılar}}
 
Atrocità contro la comunità turco-cipriota furono commesse durante l'invasione dell'isola. Quotidiani dell'epoca riportarono anche le notizie relative l'esodo forzato di turco-ciprioti dalle loro abitazioni. Secondo il giornale ''The Times'', minacce, spari e attentati incendiari furono portati a segno contro I turchi-ciprioti per costringerli ad abbandonare le loro case.<ref>''The Times'' 4-1-1964.</ref> Il ''Daily Express'' scrisse che "25.000 turchi sono stati già costretti ad abbandonare le proprie case".<ref>''Daily Express'' del 28-12-1963.</ref> ''The Guardian'' riferì di un massacro di turchi a [[Limassol]] il 16 febbraio 1964.<ref>Stephen, Michael, ''The Cyprus question'' (1997), The British-Northern Cyprus Parliamentary Group, [http://books.google.com/books?ei=uGDjTevnBcLt-gaQ-aFP&ct=result&id=NJy6AAAAIAAJ&dq=A+further+massacre+of+Turkish+Cypriots%2C+at&q=A+further+massacre+of+Turkish-Cypriots%2C+at+Limassol%2C+was+reported+by+The+Observer+on+16th+February+1964%2C+and+there+were+many+more.+#search_anchor p. 15]:</ref>
 
Si ebbero anche carneficine contro i turco-ciprioti durante l'invasione dell'isola, incluso il [[massacro di Maratha/Muratağa, Santalaris/Sandallar e Aloda/Atlılar]], in cui 126 persone furono uccise il 14 agosto 1974,<ref name="Oberling1">Oberling, Pierre. ''[http://books.google.com/books?ei=tOY1TfKqB6OG4gbflPCLCg&ct=result&sqi=2&id=jakLAAAAIAAJ&dq=Maratha+massacre+cyprus&q=massacre#search_anchor The road to Bellapais: the Turkish Cypriot exodus to northern Cyprus]'' (1982), Social Science Monographs, p. 185</ref><ref name="Cassia1">Paul Sant Cassia, ''Bodies of Evidence: Burial, Memory, and the Recovery of Missing Persons in Cyprus'', Berghahn Books, 2007, ISBN 9781845452285, [http://books.google.com.tr/books?id=EBFvRMO7_DkC&pg=PA69&dq=Atl%C4%B1lar+Cyprus&hl=tr&ei=7sBsTM-vJ8nJcbPU_G8&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CEAQ6AEwAw#v=onepage&q=Aloa&f=false p. 237]</ref> e il massacro di [[Tokhni]]/Taşkent.<ref name="Cassia2">Paul Sant Cassia, ''Bodies of Evidence: Burial, Memory, and the Recovery of Missing Persons in Cyprus'', Berghahn Books, 2007, ISBN 9781845452285, [http://books.google.com/books?id=EBFvRMO7_DkC&pg=PA237&dq=Thochni+Massacre&hl=en&ei=FZ1mTd7tPILB8QOcpZTIDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&sqi=2&ved=0CC4Q6AEwAQ#v=onepage&q=Tochni Massacre&f=false p. 61]</ref> L'elenco delle persone scomparse della Repubblica di Cipro conferma che 83 turco-ciprioti scomparvero a Tokhni il 14 agosto 1974.<ref>[http://www.mfa.gov.cy/mfa/mfa2006.nsf/0/B645B308356678E0C22571BE00296AEE/$file/TKCLIST.missing.pdf?OpenElement List of Turkish Cypriot missing persons] (Ministry of Foreign Affairs of the Republic of Cyprus) Retrieved on March 2, 2012.</ref> Un veterano dell'[[EOKA B]], Andreas Dimitriu, dichiarò in un'intervista riportata da un quotidiano turco di lingua inglese che l'EOKA B aveva operato congiuntamente a ufficiali greco-ciprioti al tempo dell'omicidio degli 89 turco-ciprioti a Taşkent.<ref>[http://www.hurriyetdailynews.com/h.php?news=we-attacked-and-raped-turks-2004-11-23 hurriyet - We Attacked And Raped Turks<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Il ''Washington Post'' divulgò un'altra notizia di atrocità, scrivendo che: "In un raid Greco contro un piccolo villaggio turco vicino Limassol, 36 persone, su una popolazione complessiva di 200 erano state trucidate. I greco-ciprioti dissero che erano stato impartiti loro ordini di uccidere gli abitanti dei villaggi turco-ciprioti prima dell’arrivo delle forze militari di Ankara".<ref>[[Washington Post]], 23 July 1974</ref>
 
===Atrocità contro i greco-ciprioti===
Circa un terzo della popolazione cipriota fu espulsa dalla parte settentrionale dell'isola, in cui i greco-ciprioti costituivano l'80% della popolazione.
La politica turca di espellere un terzo della popolazione greca dell'isola dalle loro case nella zona settentrionale occupata dai suoi militari, impedendole di tornare e d'insediare al loro posto turco-ciprioti è considerata un esempio di [[pulizia etnica]].<ref name=Gis>{{Cita libro|titolo=Divided Cyprus: Modernity, History, and an Island in Conflict |cognome= Welz |nome= Gisela |anno= |editore= Indiana University Press |id=ISBN 0253218519|pagine= 2}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Carpenter, Ted Galen |titolo=Peace and Freedom: Foreign Policy for a Constitutional Republic |editore=Cato Institute |città=Washington, D.C |anno=2002 |pagine=187 |id=ISBN 1-930865-34-1 |oclc= |doi= |datadiaccesso=}}.</ref><ref name=Sic>{{Cita libro|autore=Linos-Alexandre Sicilianos |titolo=The Prevention of Human Rights Violations (International Studies in Human Rights) |editore=Springer |città=Berlin |anno=2001 |pagine=24 |id=ISBN 90-411-1672-9 |oclc= |doi= |datadiaccesso=}}.</ref><ref name=Boro>{{Cita libro|autore=Borowiec, Andrew |titolo=Cyprus: a troubled island |editore=Praeger |città=New York |anno=2000 |pagine=2 |id=ISBN 0-275-96533-3 |oclc= |doi= |datadiaccesso=}}.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Rezun, Miron |titolo=Europe's nightmare: the struggle for Kosovo |editore=Praeger |città=New York |anno=2001 |pagine=6 |id=ISBN 0-275-97072-8 |oclc= |doi= |datadiaccesso=}}.</ref><ref name=Brown>{{Cita libro|autore=Brown, Neville |titolo=Global instability and strategic defence |editore=Routledge |città=New York |anno=2004 |pagine=48 |id=ISBN 0-415-30413-X |oclc= |doi= |datadiaccesso=}}.</ref><ref>Jean S. Forward, ''Endangered peoples of Europe: struggles to survive and thrive'', The Greenwood Press "Endangered peoples of the world" series Endangered peoples of the world, Greenwood Publishing Group, 2001, 0313310068, 9780313310065, p. 53.</ref><ref>Antony Evelyn Alcock, ''A history of the protection of regional cultural minorities in Europe: from the Edict of Nantes to the present day'', Palgrave Macmillan, 2000. ISBN 0312235569, 9780312235567, p. 207.</ref><ref>Van Coufoudakis, Eugene T. Rossides, ''American Hellenic Institute Foundation'', 2002, ISBN 1889247057, 9781889247052, p. 236.</ref><ref>William Mallinson, Bill Mallinson, ''Cyprus: a modern history'', I.B.Tauris, 2005, ISBN 1850435804, 9781850435808, p. 147.</ref><ref>Robert F. Holland, ''Britain and the revolt in Cyprus, 1954–1959'', Oxford University Press, 1998, ISBN 0198205384, 9780198205388.</ref><ref>University of Minnesota. Modern Greek Studies Program, Modern Greek studies yearbook, Τόμος 9, University of Minnesota, 1993, p.577</ref><ref>David J. Whittaker, ''Conflict and reconciliation in the contemporary world, Making of the contemporary world'', Routledge, 1999, ISBN 0415183278, 9780415183277, p. 52.</ref><ref>Dimitris Keridis, Robert L. Pfaltzgraff, Institute for Foreign Policy Analysis, Kokkalis Foundation, NATO and southeastern Europe: security issues for the early 21st century, a publication of the Institute for Foreign Policy Analysis & the Kokkalis Foundation, Brassey's, 2000, ISBN 1574882899, 9781574882896, p. 187.</ref>
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In 1976 and again in 1983, the [[European Commission of Human Rights]] found Turkey guilty of repeated violations of the [[European Convention of Human Rights]]. Turkey has been condemned for preventing the return of Greek Cypriot refugees to their properties.<ref>{{Cita web|url=http://www.cyprus-dispute.org/materials/echr/index.html|titolo=JUDGEMENT IN THE CASE OF CYPRUS v. TURKEY 1974–1976}}</ref> The European Commission of Human Rights reports of 1976 and 1983 state the following: