Diffusione dell'aikido in Italia: differenze tra le versioni

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I periodi significativi di evoluzione, crescita e sviluppo dell'aikido in Italia, sono scanditi da periodi ciascuno dei quali ha la sua caratteristica peculiare.
#Periodo precedente all'arrivo in Italia (1964) del M° ''Hiroshi Tada'' [[Diffusione dell'aikido in Europa#Istruttori giapponesi giungono in Europa|(vedi tabella)]]<br />Sono gli anni della ricerca di un riferimento sicuro dal quale attingere la conoscenza dell'Arte. È il periodo degli entusiasmi pionieristici ed è ancora maggiormente orientato all'Aiki-budô (合気武道) degli anni '40 e '50 di cui si era fatto portatore ''Salvatore Mergè'' [[Diffusione dell'aikido in Europa#Pionieri_europei_si recano_in_Giappone_ad_apprendere_l'aikido|(vedi tabella)]] al suo rientro in Italia dal Giappone, piuttosto che all'aikido (合氣道) degli anni '60 presentato in Italia solamente a partire dal 1959 con l'avvento della Sig.na ''Haru Onoda'' [[Diffusione dell'aikido in Europa|(vedi tabella)]]
#Periodo dal 1965 fino al 1978. Costituzione della ''Accademia nazionale Italiana d'Aikido Aikikai d'Italia'' (1970), fondazione delle riviste associative che consentono un più efficace proselitismo (1972), conseguimento del riconoscimento della persona giuridica all'Aikikai d'Italia da parte dello Stato Italiano (con la denominazione ufficiale di "''Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese''")<ref>Fonte:[http://www.aikikai.it/aikikai/index.htm Aikikai d'Italia.]</ref><br />È il periodo responsabile di un salto di qualità nella pratica aikidoistica italiana dovuta all'arrivo del M° ''Hiroshi Tada''<ref>Fonte:[http://www.aikikai.it/biografie/tada.htm biografia del M° Tada Hiroshi]</ref> e vede una sensibile diffusione dell'aikido sul territorio e conseguente sensibile crescita numerica degli aikidoisti italiani.
#Periodo dal 1979 al 2004. Negli anni che seguono l'erezione ad ''Ente Morale'' dell'Aikikai d'Italia da parte dello Stato Italiano, inizia una fase di crescita numerica conseguente alla maggiore capacità e possibilità dell'Ente di comunicare ed interagire ai massimi livelli istituzionali nel tessuto sociale italiano. Questi anni si caratterizzano per il definitivo consolidamento della struttura organizzativa e didattica dell'Aikikai d'Italia, conseguente all'erezione in ''Ente Morale''.<ref>Fonte:[http://www.aikikai.it/aikikai/Storia.htm Storia dell'Aikikai d'Italia]</ref>. L'attività della più importante organizzazione aikidoistica italiana entra a regime focalizzandosi sulla propria gestione interna organizzativa e sull'interazione con le federazioni europea ed internazionale (la F.E.A. e la I.A.F.) da cui essa gerarchicamente dipende.<br />Il fenomeno della [[#Periodo_dal_1979_al_2004|frammentazione dell'aikido]] in varie e sempre più numerose organizzazioni di pratica aikidoistica, inizia a diventare sensibile anche in Italia.
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La pratica aikidoistica di questo periodo<ref>Fonte: {{en}} [http://www.aikidojournal.com/encyclopedia?entryID=312 Enciclopedia of Aikido]</ref> ruotò essenzialmente attorno alla figura del Prof. Salvatore Mergè, a partire dal 1946, anno in cui questi fece ritorno in Italia dal Giappone ove aveva soggiornato numerosi anni per lavoro ed in quel periodo aveva praticato come ''sotodeshi'' all'Hombu Dojo Aikikai di Tokyo, allievo diretto di Ueshiba Morihei. Quando negli anni '50 ''Minoru Mochizuki'' e ''Tadashi Abe'' ebbero i primi contatti con gli ambienti judoistici italiani interessati ad apprendere l'arte dell'aikido, trovarono quindi un terreno molto fertile per l'opera precedentemente svolta da Salvatore Mergè.<br/>
Ma fu solamente a partire dal 1959, in occasione di uno stage che il M° ''Tadashi Abe'' tenne quell'anno a Sanremo, che si accese in Italia un più vasto interesse per l'aikido, grazie anche alla preziosa azione di divulgazione operata dalla scultrice giapponese ''Haru Onoda'' [[Diffusione dell'aikido in Europa#Istruttori giapponesi giungono in Europa|(vedi tabella)]] che in quegli anni stava frequentando l'Accademia di Belle Arti di Roma e collaborava con il prof. Mergè nella presentazione dell'aikido in Italia.<br/>
La Sig.na ''Haru Onoda'' era stata in Giappone un'allieva diretta di Ueshiba Morihei che le conferì personalmente il grado di ''shodan'' (cintura nera 1°º dan) e può a tutti gli effetti essere considerata un pioniere ''giapponese'' dell'aikido italiano. Nel 1969 ritorna definitivamente in Giappone dopo essersi prodigata per oltre un decennio non solo per la diffusione dell'aikido in Italia, ma soprattutto per il suo corretto intendimento.<br />
Fra gli anni 1961 e 1964 gli aikidoisti italiani ebbero contatti anche con i maestri giapponesi ''Mutsuro Nakazono'' e ''Masamichi Noro'' giunti dal Giappone in Europa e stabilitisi in Francia. Occasionalmente ebbero modo di avvalersi anche degli insegnamenti di ''Hirokazu Kobayashi'' che saltuariamente effettuava dei viaggi dal Giappone in Europa.
 
==== 8 febbraio 1964: iniziano in Italia i primi corsi regolari di aikido. ====
 
Nel febbraio del 1964 giunse per turismo in Italia dagli U.S.A. il giovane M°. ''Motokage Kawamukai'', diciottenne, allora solo ''shodan'' (cintura nera 1°º dan) dell'Hombu Dojo Aikikai di Tokyo ma che in America aveva già aiutato a fondare l'Aikikai dell'Illinois e di New York. Il M° Kawamukai tramite il ''M° Tommaso Betti-Berutto'', pioniere italiano del Judo, entrò in contatto a Roma con la Sig.na Onoda [[Diffusione dell'aikido in Europa#Istruttori giapponesi giungono in Europa|(vedi tabella)]] che già fin dalla fine degli anni 50 si prodigava nell'insegnamento dell'aikido in Roma ed il giorno 8 febbraio 1964 iniziò a tenere un corso regolare di aikido presso la palestra "S.S. Monopoli Judo", diretta da Danilo Chierchini che fu poi a lungo direttore della Scuola Centrale di Roma dell’Aikikai d'Italia e successivamente Presidente dell’Aikikai d'Italia stessa. Nell'estate di quell'anno il Maestro ''Kawamukai'' e la signorina ''Onoda'', visti gli ottimi risultati del corso appena intrapreso e le buone prospettive esistenti, anche consigliati dal M°. ''Hirokazu Kobayashi'' [[Diffusione dell'aikido nel mondo#Ramificazione_del_lignaggio_in_differenti_stili_e_scuole_personali|(vedi tabella)]] che in quei giorni si trovava di passaggio a Roma, decidono di segnalare all'Hombu Dojo Aikikai la promettente situazione italiana suggerendo l'invio in Italia di un maestro giapponese di elevato livello.
 
==== 26 ottobre 1964: arriva in Italia il maestro ''Hiroshi Tada'' ====
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==== Anno 1969: si forma la ''prima generazione'' di cinture nere italiane ====
 
L'anno accademico 1968/1969 merita di essere ricordato anche perché nell'arco di quest'anno il M° Tada Hiroshi rilasciò in Italia i primi certificati con il grado aikidoistico di ''Shodan'' (cintura nera 1°º dan) ad un primo gruppo di suoi allievi che lo avevano seguito assiduamente in quegli anni. In quell'epoca, ancora semipionieristica, non esisteva la possibilità di inoltrare una "domanda di esame" per la cintura nera ed era solamente il M° Tada che, nel momento in cui riteneva che un suo allievo avesse completato la preparazione necessaria, decideva a proprio insindacabile giudizio di conferirgli il grado di ''Shodan''.<br /> Il primo gruppo di aikidoisti italiani che in quell'anno accademico ricevettero dal M° Tada Hiroshi il grado di ''Shodan'' riconosciuto ufficialmente dall'Hombu Dojo Aikikai, furono:<ref>Fonte: "Da cintura bianca a cintura nera", di ''Tommaso Betti-Berutto'', 5ª edizione, "Centro Judoista Sakura", 1970 Roma</ref><br />
''Bosello Claudio'' (Milano), ''Burkhard Bea'' (Napoli), ''Chierchini Carla'' (Roma), ''Chierchini Danilo'' (Roma), ''Cesaratto Gianni'' (Roma), ''De Compadri Fausto'' (Mantova), ''De Giorgio Sergio'' (Roma), ''Della Rocca Vito'' (Salerno), ''Esposito Brunello'' (Napoli), ''Immormino Ladislao'' (Torino), ''Infranzi Attilio'' (Cava dei Tirreni), ''Lusvardi Francesco'' (Mantova), ''Macaluso Marisa'' (Mantova), ''Peduzzi Alessandro'' (Milano), [[Utente:Claudio Pipitone|''Pipitone Claudio'']] (Torino), ''Ravieli Alfredo'' (Roma), ''Sabatino Nunzio'' (Napoli), ''Sciarelli Guglielmo'' (Napoli), ''Veneri Giorgio'' (Mantova)
 
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==== Anno 1971: arriva in Italia il maestro ''Yoji Fujimoto'' ====
 
Nel luglio del 1971 arrivò a Milano il Sig. ''Yoji Fujimoto''<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/biografie/fuji.htm biografia di Yoji Fujimoto]</ref> che trovò in Italia un'attività aikidoistica in veloce espansione e crescita non più solamente sotto la guida del maestro Tada Hiroshi a Roma e del Maestro Kawamukai a Milano, ma anche per merito della [[#Anno_1969:_si_forma_la_prima_generazione_di_cinture_nere_italiane|prima generazione]] di cinture nere italiane che da qualche anno aveva iniziato ad affiancare efficacemente gli istruttori giapponesi nell'insegnamento e nella diffusione dell'aikido in Italia. Il maestro ''Fujimoto'', dopo essersi rapidamente insediato come istruttore in Milano affiancando il maestro kawamukai, già nel settembre dello stesso anno si attiva subito nel prendere i suoi primi contatti con la realtà aikidoistica italiana in Piemonte e del sud Italia (Napoli), affiancato da [[Utente:Claudio Pipitone|''Claudio Pipitone'']], una delle prime cinture nere italiane ed istruttore designato dal maestro Tada Hiroshi nella scuola [[#Anno_1972:_l.27Aikikai_d.27Italia_apre_la_sua_prima_.28ed_unica.29_succursale_in_Italia.|''Aikikai Torino'']] presso la succursale di Torino dell'Aikikai d'Italia,<ref name="endogenesi.it">Fonte: [http://www.endogenesi.it/succursale/succursale.htm documenti relativi alla Succursale di Torino dell'Aikikai d'Italia]</ref> che lo guida in questo suo primo giro esplorativo per l'Italia: successivamente il maestro ''Fujimoto'' prosegue man mano sempre più speditamente ed in modo autonomo nella sua azione di pieno inserimento nel tessuto aikidoistico italiano.
 
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==== Anno 1974: arriva in Italia il maestro ''Hideki Hosokawa'' ====
 
Nel luglio 1974 arrivò in Italia il Sig. ''Hideki Hosokawa''<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/biografie/hoso.htm biografia di Hideki Hosokawa]</ref> accompagnato, nel suo viaggio di trasferimento da Tokyo a Roma, da [[Utente:Claudio Pipitone|''Claudio Pipitone'']] che rientrava in Italia dopo un suo soggiorno di perfezionamento dell'aikido presso l'Hombu Dojo Aikikai del Giappone. Il maestro ''Hosokawa'', che in Giappone era stato uno degli allievi del maestro ''Tada Hiroshi'' al ''Dojo Jiyugaoka'' di Tokyo, si stabilì a Roma per alcuni anni come insegnante presso il Dojo centrale dell'Aikikai d'Italia e successivamente a Cagliari in Sardegna.
 
==== Anno 1974: nasce un gruppo di aikido nella F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo). ====
 
Fungerà da polo di aggregazione per alcuni gruppi italiani di pratica aikidoistica.<br />
In questi anni il numero dei gruppi italiani che non aderiscono all'Aikikai d'Italia è in continuo aumento. All'interno di questi gruppi però, la maggioranza dei praticanti non ha ancora raggiunto una propria autonoma maturità tecnica e sente la necessità di essere assistita da maestri giapponesi esperti, per poter avanzare nell'apprendimento dell'Arte.<br />Gli aikidoisti italiani praticanti in seno alla F.I.L.P.J. (federazione riconosciuta dal C.O.N.I.) si rivolgono ad alcuni maestri giapponesi che erano stati allievi diretti del Fondatore e che mostrano disponibilità a portare il loro insegnamento in Italia. Fra questi vi sono i maestri ''Hirokazu Kobayashi'' (che già fin dalla metà degli anni '60 visitava periodicamente l'Europa per l'insegnamento dell'aikido) e ''Takeji Tomita'' (arrivato in Europa nel 1969 quale ''Inviato ufficiale'' dell'Hombu Dojo Aikikai) i quali si prestano a tenere periodicamente dei corsi presso questa federazione fino al 1995, anno in cui la F.I.L.P.J. subirà delle profonde trasformazioni.
 
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*Frattura anche in Italia fra "''pratica ed organizzazione della pratica''"
Alcune considerazioni preliminari sono necessarie al fine di poter valutare e giudicare in modo appropriato il notevole incremento delle divisioni che nel tempo si sono succedute negli ambienti aikidoistici italiani fino a raggiungere, in questo periodo storico, proporzioni ragguardevoli.<br />Infatti in questo periodo la pratica aikidoistica si va progressivamente e sensibilmente frammentando sempre più in organizzazioni che, nella maggior parte dei casi, non avendo sul nascere la forza di sopravvivere autonomamente, entrano a far parte di associazioni e federazioni nazionali affini, riconosciute dal C.O.N.I., in grado di mettere a loro disposizione il supporto di una struttura organizzativa consentendo loro al contempo di svolgere l'attività aikidoistica in modo autonomo, libero da politiche gestionali che esorbitano dall'interesse primario di una genuina pratica aikidoistica.<br />
Questo fenomeno ha le proprie motivazioni ed affonda le proprie radici nel dilemma che generalmente colpisce la trasmissione di qualsiasi arte e conoscenza umana nel momento in cui essa si diffonde, cresce e diventa facilmente accessibile a tutti. Il dilemma consiste nella dicotomia ''qualità verso quantità e viceversa'', il cui rapporto inversamente proporzionale accentua la divergenza fra i due fattori al crescere di uno di essi. Per questa ragione a fronte della rapida espansione dell'aikido in tutto il mondo, ad iniziare dal Giappone e dagli stessi allievi diretti del Fondatore, man mano che l'organizzazione della pratica aikidoistica crebbe e, nella necessità di gestire numeri crescenti di praticanti, si burocratizzò sacrificando sull'altare delle necessità gestionali le esigenze prioritarie della trasmissione diretta dell'Arte,<ref>La trasmissione tradizionale delle arti marziali giapponesi tramandata invariata in Giappone fino alla persona di Morihei Ueshiba è detta ''I Shin den Shin'', che significa trasmissione diretta dell'Arte ''da cuore a cuore'' (anche tradotto ''da spirito a spirito'' o ''da mente a mente''), cioè al di là delle parole e delle spiegazioni verbali e razionali.</ref> corrispondentemente aumentò fra coloro che maggiormente erano immersi in un interesse esclusivo di coltivazione profonda dell'Arte, il numero di coloro che avvertirono come fuorviante l'eccessiva indulgenza verso le esigenze gestionali che li obbligavano ad un diverso rapporto fra insegnanti ed allievi. Questo rapporto pur necessario in una didattica più cattedratica secondo il moderno stile occidentale dell'insegnamento e tendente a diminuire la gravosità della pratica per potersi anche rivolgere alle esigenze di divulgazione di massa, è però diverso da quello originario della trasmissione dell'Arte.<br />Ciò accadde indistintamente in tutto il mondo e non solo in Italia: un primo segnale di questo malessere fra generazioni di aikidoisti, arrivò già nello stesso Giappone fin dai tempi delle costituzioni delle scuole autonome fondate dai primi allievi del Fondatore, resisi man mano indipendenti dall'''Hombu Dojo Aikikai'' nel Giappone stesso [[Diffusione dell'aikido nel mondo#Ramificazione_del_lignaggio_in_differenti_stili_e_scuole_personali|(vedi tabella)]], ma il segnale più forte e più grave venne indubbiamente dal maestro giapponese ''Tadashi Abe'' [[Diffusione dell'aikido inel mondo#Il_lignaggio_dell'aikido_in_Giappone:_gli_allievi_diretti_del_Fondatore|(vedi tabella)]] il quale, conclusa la propria permanenza in Europa e tornato in Giappone, di fronte alla commissione dei vertici dell<nowiki>'</nowiki>''Aikikai So Hombu'' riuniti per consegnargli il certificato del diploma di 7°º dan, rifiutò con rispettose ma inequivocabili parole il diploma stesso, dichiarando di non riconoscersi più nell'aikido praticato negli anni '60 all<nowiki>'</nowiki>''Hombu Dojo Aikikai'' e di riconoscere unicamente i gradi (6°º dan) rilasciatigli dal suo maestro Ueshiba Morihei, non essendo interessato a fregiarsi di gradi rilasciati in modo collegiale da una commissione tecnica designata dell'Aikikai Foundation.<ref>Fonte: {{fr}} [http://www.aikidotakemusu.com/rubrique1.html Rubrique: ''Articles, Histoire de l’Aikido''] articolo di ''Philippe Voarino'' su "Aikido Journal N°1 - février 2002"</ref><br />La dissociazione dal modo con cui man mano nel tempo si è evoluta presso l<nowiki>'</nowiki>''Hombu Dojo Aikikai'' la pratica dell'aikido dopo la morte del suo Fondatore e la frammentazione che da tali prese di distanza ne è conseguita, ha dunque dei padri molto illustri e spesso la motivazione è da ricercarsi in un autentico e sincero desiderio di mantenere intatta la purezza originaria della trasmissione dell'Arte ricevuta dal proprio maestro, piuttosto che nella pura e semplice ambizione personale.
 
==== Fine anni '70: nasce la U.I.A. (Unione Italiana d'Aikido) ====
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Questa sua origine d'ispirazione del tutto occidentale, indipendente dalla gerarchia dei maestri giapponesi e dalla loro iniziativa di diffusione dell'aikido in Europa per conto dell'Aikikai Foundation, fu dovuta ad un suggerimento del maestro francese ''André Nocquet'' [[Diffusione dell'aikido in Europa#Pionieri_europei_si_recano_in_Giappone_ad_apprendere_l'aikido|(vedi tabella)]] recepito da ''[[Paolo Corallini]]'' che all'epoca aveva trovato nel maestro francese il proprio riferimento ed era diventato suo assiduo discepolo. La U.I.A. si colloca quindi di fatto in Italia quale emanazione diretta della U.E.A. (Union Européenne d'Aïkido) che ''Nocquet'' aveva fondato nei primi anni '70 e di cui era Presidente.
 
==== Anno 1980: nasce la "''Ki no Kenkyukai Italia''" ====
 
A seguito della presentazione dello ''Shin Shin Toitsu Aikido'' avvenuta nel 1978 in Italia da parte del M° ''Koichi Tohei'' in occasione del suo viaggio per Europa, alcuni gruppi di aikidoisti italiani aderirono a questa scuola ed iniziarono un loro nuovo percorso aikidoistico per apprendere lo stile ed il metodo di pratica insegnato dal M° Tohei.<br />Nasce a questo scopo nel 1980 l'associazione ''Ki No Kenkyukai Italia'', filiazione della ''Ki Society'' del Giappone, del tutto indipendente ed autonoma dall'Aikikai d'Italia e dalle corrispondenti federazioni europea (F.E.A./E.A.F) ed internazionale (I.A:F.) dipendenti dall'''Aikikai Foundation''.<br />Il maestro ''Kenjiro Yoshigasaki'' fu delegato da ''Tohei'' all'insegnamento ed alla diffusione in Europa del "''Ki Aikido''" (denominazione informale dello ''Shin Shin Toitsu Aikido'') e quindi anche in Italia ebbe la funzione di principale di riferimento di questa scuola.
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Nel nuovo millennio la pratica dell'aikido in Italia può considerarsi giunta alla sua maturità: le attività aikidoistiche dell'''Aikikai d'Italia'' e delle maggiori organizzazioni operanti in ambito C.O.N.I. hanno completato le varie fasi di accelerazione della loro evoluzione e sono ormai a regime. In questi anni non si rilevano quindi eventi salienti che possano dirsi portatori di novità nella storia dell'evoluzione dell'aikido in Italia, sia dal punto di vista dell'organizzazione delle attività aikidoistiche sia sotto il profilo della didattica, che resta focalizzata sui principali stili delle scuole di aikido che si sono già affermate fino a questo momento (anno 2008) sul territorio italiano.<br/>In questo periodo storico contemporaneo rileviamo l'inizio di un naturale avvicendamento nelle più elevate gerarchie aikidoistiche italiane, sia all'interno dell'Aikikai d'Italia sia al di fuori di essa, a seguito del verificarsi di alcuni decessi fra i pionieri italiani dell'Fikido che avevano formato la [[#Anno_1969:_si_forma_la_prima_generazione_di_cinture_nere_italiane|prima generazione]] di aikidoisti in Italia.
*Già nel giugno 1994 era mancato il M° ''Claudio Bosello'' che fu il primo italiano a cui il M° Tada Hiroshi conferì la cintura nera di aikido ed il primo italiano a ricoprre la carica di Vice Presidente dell'''Aikikai d'Italia'' fin dalla sua fondazione<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/riviste/3601/htm/05BioAikikai2.htm riferimenti a Claudio Bosello]</ref>. Rimase in carica fino agli anni '80, quando decise di separarsi dall'insegnamento del M° Tada Hiroshi e dalla sua associazione per seguire in modo indipendente ed autonomo la propria strada e vocazione nell'ambito delle arti marziali giapponesi e del [[Buddhismo Zen]].
*Nell'anno 2004 vengono a mancare in un ristrettissimo arco di tempo altri tre pionieri l'aikido italiano: ''Francesco Lusvardi''<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/riviste/3601/htm/05BioAikikai2.htm riferimenti biografici a Franceesco Lusvardi]</ref> nel mese di ottobre, ''Giovanni Granone''<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/riviste/3701/htm/06-Granone.htm commemorazione di Giovanni Granone]</ref> il 1º novembre e ''Stefano Serpieri''<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/biografie/serpieri.htm biografia di Stefano Serpieri]</ref> il 10 di novembre. I maestri ''Lusvardi'' e ''Granore'' si erano già separati da tempo dall'''Aikikai d'Italia'' ed avevano proseguito anche loro in modo indipendente ed autonomo la propria strada e vocazione aikidoistica, mentre il M° ''Serpieri'' aveva mantenuto la propria presenza nell'Aikikai d'Italia ricoprendo per numerosi anni l'incarico di Segretario Nazionale dell'associazione.<br />Ancora nel 2004, il giorno lunedì 20 settembre il M° Hideki Hosokawa è colpito da emorragia cerebrale e resta numerosi giorni in coma finché il 13 ottobre viene trasferito nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì in una condizione generale di criticità ma con segni di risveglio e lento miglioramento.<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/Comunicato1.htm comunicato ufficiale nr. 1 sullo stato di salute del M° Hosokawa]</ref> Il M° Hosokava non si ristabilì più in piena salute e dovette per questo abbandonare la pratica dell'aikido.
*Il 31 marzo 2005 muore ''Giorgio Veneri'', un "pilastro" per l'organizzazione dell'''Aikikai d'Italia''. Nel 1978 il M° ''Veneri'' ricoperse la carica Presidente della F.E.A./E.A.F e nel 1982 quella di Presidente del comitato direttivo della I.A.F. mantenendo tale incarico fino al 1994.<ref>Fonte: Aikikai d'Italia [http://www.aikikai.it/biografie/Veneri.htm biografia di ''Giorgio Veneri'']</ref>
*Il 15 febbraio 2011 muore ''Fausto De Compadri'', un pioniere dell'aikido italiano formatosi nelle file dell'''Aikikai d'Italia''. Successivamente è passato alla Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate e Arti Marziali (F.I.J.L.K.A.M.) dove dall'anno 2006 ha ricoperto la Direzione Tecnica del Settore Aikido di detta federazione e dal 2007 l’incarico di Presidente della Commissione Nazionale
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==== Anno 2010: Inizia la diffusione in Italia dello stile di Aikido Tendoryu ====
 
L'Aikido Tendoryu è stato fondato dal [[Kenji Shimizu|Maestro Kenji Shimizu]], uno degli ultimi allievi diretti e uchi deshi del fondatore. Il [[Kenji Shimizu|Maestro Shimizu]] affida al maestro Massimiliano Gandossi di Milano, che si reca in Giappone per studiare sotto la guida del Maestro e lo segue nei diversi seminari in Europa, la guida della delegazione Italiana <ref>[http://www.tendoryu.it associazione Tendoryu Italia]</ref> e nel mese di luglio 2011 ha tenuto il suo primo seminario in Italia organizzato a Milano dalla associazione Tendoryu Italia.
 
== Note ==
<references />