Elliott Carter: differenze tra le versioni

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I primi lavori di Elliott Carter denotano influenze di [[Igor Stravinskij|Stravinskij]] e [[Paul Hindemith]], e possono ascriversi come appartenenti all’estetica [[neoclassicismo|neoclassica]]. Carter fece lunghi e severi studi [[contrappunto|contrappuntistici]], dalla [[polifonia]] medievale fino al linguaggio [[Igor Stravinskij|stravinskiano]], e questo si nota particolarmente nei lavori giovanili, come ad esempio nel [[balletto]] ''Pocohontas'' ([[1938]]-[[1939]]). Alcune sue musiche del periodo della [[seconda guerra mondiale]] sono chiaramente diatoniche, e si riportano ad un lirismo melodico che può far ricordare quello di autori come [[Samuel Barber]]. Curiosamente, Carter abbandonò il [[neoclassicismo]] più o meno nello stesso momento in cui l’abbandonò pure [[Igor Stravinskij|Stravinskij]].
 
La sua musica successiva al [[1950]] è tipicamente [[atonalità|atonale]] e [[ritmo|ritmicamente]] molto complessa (fu proprio a proposito della musica di Carter che venne coniato il termine ‘’metric modulation’’ per descrivere i frequenti cambiamenti di tempo nei suoi lavori).
 
Tra i suoi lavori più noti ci sono le ''Variations for Orchestra'' ([[1954]]-[[1955]]), il ''Double Concerto'' per [[clavicembalo]], [[pianoforte]] e due [[orchestra|orchestre da camera]] ([[1959]]-[[1961]]), il ''Piano Concerto'' ([[1967]]), il quale fu un omaggio per l’ottantacinquesimo compleanno di [[Igor Stravinskij]], il ''Concerto for Orchestra'' ([[1969]]), strettamente basato su una poesia di [[Saint-John Perse]], e ''A Symphony of Three Orchestras'' ([[1976]]).