Anselmo di Nonantola: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Abbiamo di lui notizie certe da bolle pontificie, diplomi e altri documenti. Anche una ''Vita'' scritta da un autore anonimo, che era già citata nel [[1037]] nel ''Catalogus Abbatum''. Asceso al trono ducale di [[Cividale del Friuli|Cividale]] nel [[749]] (in associazione con [[Pietro del Friuli|Pietro]]), quando [[Astolfo (re longobardo)|Astolfo]], già duca in seguito all'elezione di [[Rachis]] a sovrano dei [[Longobardi]], divenne a sua volta re a [[Pavia]]
 
La tradizione della [[Chiesa cattolica]] lo identifica con sant'Anselmo da [[Nonantola]], che avrebbe abbandonato il trono ducale nel [[750]]-[[751]], quando si ritirò nel monastero di [[Fanano]], da lui stesso fondato in un luogo donatogli da re Astolfo, il quale avrebbe sposato sua sorella Gisaltruda. Due anni più tardi, intorno al [[752]], fondò poi il [[abbazia di Nonantola|monastero di Nonantola]], sempre presso [[Modena]], per poi recarsi in seguito a [[Roma]], dove [[papa Stefano II]] gli donò alcune reliquie di [[Papa Silvestro I|san Silvestro]] e lo nominò [[abate]] di Nonantola. In seguito fondò diversi ricoveri per i poveri e i malati, ma nel [[756]] venne scacciato da Nonantola dal nuovo re longobardo, [[Desiderio (re)|Desiderio]], che aveva intrapreso una vasta opera di riorganizzazione dei monasteri del [[regno longobardo]] per garantirsi il loro appoggio. Anselmo si ritirò a [[Montecassino]] fino al [[774]] quando, deposto Desiderio da [[Carlo Magno]], poté rientrare a Nonantola, dove morì nell'[[803]]. Canonizzato dalla Chiesa cattolica, è ricordato il [[3 marzo]].