Benvenuto Ratto: differenze tra le versioni

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</ref>. L'articolo sulla Gazzetta del Popolo del [[20 gennaio]] [[1941]], fu ripreso da analogo articolo del Giornale di Savona del [[28 febbraio]], svelando (a chi non lo sapesse) cosa celava la sigla del tenente R<ref>"Gli stessi nemici ormai conoscono il tenente Ratto, lo temono e tentano tutti gli stratagemmi per catturarlo, ma ratto è [[invulnerabile]] e [[imprendibile]]", Giornale di Savona, [[28 febbraio]] [[1941]], pag. 2.</ref>.
 
In Grecia: sul Golico. Alla Memoria di Ratto, di Prampero Cavarzerani.<ref>da {{cita libro|cognome=Zuliani|nome=Angelo Raffaele|wkautore=Angelo Zuliani, Raffaele Zuliani|titolo="JULIA[[Julia]]", tipografia|anno=1943|editore=Tipografia Del Bianco, |città=Udine,|pagine=|id=IT\ICCU\CUB\0684635|cid=ISBN 1943}}.</ref>
''Andiamo, Riolino, il moschetto,/le bombe,/lì puoi, se sul petto/la mano io poso,/ripalpita forte il mio cuore;/un senso stamane mi prende/ d’orrore,/pur oso/e penso/che morte m’incombe,/che non tornerò. Sono triste…/La pioggia di bombe che insiste,/che fischia,/che schianta,/che traccia a la neve di fumo/un solco,/sconquassa/le membra ai miei prodi/(la neve si tinge di rosso,/di sangue s’imbeve)/nel forte mi vuol della mischia./Mi segue la mia Compagnia?/Mi vengono dietro i miei prodi?/Riolino, non odi,/non vedi quel greco ufficiale,/che ritto si sta sulla quota?/Riolino il moschetto,/le bombe…/Stavolta l’elmetto/che vale/al greco ufficiale?/E ruzzola giù per la neve/quel cencio, qual masso,/che più non ha forma/il greco ufficiale./-Non dorma/l’ardito plotone!/Avanti! All’assalto!/Andiamo, Riolino, il moschetto,/le bombe…/Ahi, mamma, qui al petto/che male, che sangue…/Non dorma l’ardito plotone!/Avanti!/Io muoio, Riolino, Che spasimo atroce…/Non resti mia spoglia al nemico…/- Tenente, tenente… -/Ma più non ha voce,/non sente/l’ardito tenente./E’ morto!/- Or dove lo porto?-/La pioggia di bombe,/che insiste,/ che fischia,/che schianta,/che traccia a la neve di fumo/un solco,/sconquassa/le membra de’ prodi/(la neve si tinge di rosso,/di sangue s’imbeve)/fa forte il furor de la mischia!/Riolino, seduto,/impugna al tenente caduto/i piè: li tien stretti a le spalle/e, come trainando una slitta,/sedato,/giù, giù per la neve/del Golico scivola a valle,/giù, giù in Val Vojussa,/ i piè sempre stretti a le spalle/e i piedi del morto tenente,/che più non ha voce,/non sente!/Ho visto una candida croce/in plaga remota/Gli Alpini hanno preso la quota/. (Quota 1615).''
 
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|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = [[Comandante]] di compagnia alpina, di [[valore]] [[leggendario]], più volte distintosi per eroica condotta e più volte decorato durante la campagna d’Albania, nel corso di asprissimo [[combattimento]] per il possesso di una contrastata posizione, accorreva con irresistibile slancio alla testa dei suoi uomini. Ferito, continuava nella sua [[azione]] trascinatrice, giungendo primo fra tutti sulle posizioni avversarie. Abbarbicato alle rocce con i suoi [[alpini]], tenacemente resisteva ai reiterati attacchi dell’avversario impedendogli di avanzare di un metro, finché nuovamente colpito trovava morte gloriosa. Magnifica figura di [[giovane]] [[comandante]] [[intrepido]] e temerario, fulgido esempio di [[coraggio]], abnegazione e spirito di sacrificio spinti fino all’olocausto.
|luogo=Monte Golico - Quota 1615 (Fronte greco), [[7 marzo]] [[1941]].<ref>La data del Decreto è in corso di verifica.</ref><ref>http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=13044</ref><ref>da {{cita libro|cognome=Rasero|nome=Aldo|wkautore=Aldo Rasero|titolo=[[Alpini della Julia, Storia della divisione miracolo]]|anno=1972|editore=Mursia|città=Milano|pagine=|id=IT\ICCU\ANA\0087615|cid=}}
, pag. 521 </ref>}}