Partito Democratico (Stati Uniti d'America): differenze tra le versioni
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Nel 2000, i Democratici hanno candidato l'ex vice di Clinton [[Al Gore]], contro il repubblicano [[George W. Bush]]. Gore è stato sconfitto, in parte per il relativo successo del candidato dei Verdi [[Ralph Nader]], in parte per le regole elettorali che lo hanno beffato nonostante avesse ottenuto più voti dell'avversario, e che hanno provocato molte polemiche.
Dopo questa sconfitta sul filo di lana, i Democratici hanno faticato a riprendersi, anche per il nuovo clima creato dagli attentati dell'[[11 settembre]], che hanno favorito il compattarsi dell'opinione pubblica intorno al Presidente Bush. Solo dopo alcuni anni i Democratici hanno fatto sentire la loro voce critica su certi aspetti della cosiddetta "guerra al terrorismo" di Bush, oltre che sulla politica economica, soprattutto per l'aumento della disoccupazione e il drastico peggioramento del deficit. Comunque, anche il candidato del [[2004]] [[John Kerry]] è stato battuto nella corsa alla Presidenza.
Alle elezioni politiche di "midterm" del [[2006]] il PD ha conquistato 229 seggi alla Camera (29 in più), conquistando, così, di nuovo la camera bassa e portando [[Nancy D'Alessandro Pelosi]] alla guida della stessa. La Pelosi è la prima donna e il primo politico italo-americano a ricoprire la terza carica dello Stato negli USA. In questa competizione elettorale, il PD, conquistato la metà dei seggi al Senato e giungendo a controllare 28 stati su 50, ha decisamente ribaltato i risultati elettorali del 2004. In tal modo il PD ha costretto il presidente Bush a rendersi disponibile a politiche concordate con i Democratici e a dimissionare [[Donald Rumsfeld]], segretario alla difesa e responsabile dell'intervento militare in [[Iraq]].
Da notare che in [[Italia]] alcuni esponenti politici del centro sinistra considerano il Partito Democratico degli Stati Uniti un modello d'ispirazione per il partito unitario che desiderano avviare.
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