Agnese di Poitou: differenze tra le versioni
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| altrititoli =
| nome completo =
| predecessore =[[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]]
| successore =[[Enrico IV del Sacro Romano Impero|Enrico IV]]
| padre =[[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo III di Poitou]]
| madre =[[Agnese di Borgogna]]
| data di nascita =[[1025]] circa
| luogo di nascita=
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}}
{{Bio
|Nome = Agnese del Sacro Romano Impero
|Cognome =
|PostCognome = o '''Agnese di Poitou'''
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}}
Era figlia del conte [[Guglielmo V di Aquitania|Guglielmo III]] di [[Poitou]], [[duca d'
Fu reggente dell'Impero durante la [[minorità]] di Enrico IV. Le sue indecisioni nella politica rispetto ai [[principe|principi]] tedeschi causò un indebolimento della potenza imperiale. Nel [[1062]] venne deposta, ad opera degli arcivescovi [[Annone II di Colonia|Annone II]] di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e [[Adalberto di Brema|Adalberto]] di [[arcivescovato di Brema|Amburgo e Brema]], e si ritirò in convento a [[Roma]].
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=== Il matrimonio con [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III]] ===
Agnese, figlia del duca [[Guglielmo
Il matrimonio, che fu assiduamente perseguito per conto dell'imperatore dal [[vescovo di
La giovane coppia imperiale, per via del profondo sentimento religioso di Agnese, non amava lo sfarzo e le gioie della vita di corte: pare che alla festa di nozze non fossero stati ammessi giocolieri e buffoni, altrimenti immancabili in ogni ricevimento medievale, perché le nozze reali dovevano essere celebrate con compostezza e dignità.
Enrico, che si appassionò all'idea della ''tregua Dei'', nata in Francia, tentò di limitare l'esercizio privato della giustizia e le guerre private. Ciò facendo suscitò delle resistenze, ma il suo potere era troppo solido perché gli avversari potessero muoversi contro di lui. Ma più tardi ciò avrebbe posto Agnese di fronte a nuovi problemi.
Si ritiene che Agnese sostenesse l'idea di sacralità dell'ufficio imperiale di Enrico e che lo appoggiasse ed ispirasse nelle sue idee di riforma della Chiesa. È peraltro vero che quando Enrico era in vita, Agnese non aveva possibilità di agire direttamente nell'azione politica: i suoi compiti erano di natura rappresentativa. Era, in primo luogo, moglie e madre.
Alla morte del marito, al quale era stata molto vicina, ad Agnese toccò la reggenza dell'impero fino alla maggiore età del legittimo successore, il figlio Enrico IV. Fu lo stesso Enrico III, in punto di morte, a deciderlo. Inizialmente Agnese tentò di proseguire la politica del marito, ma dovette abbandonarla a causa delle forti resistenze, soprattutto nel [[ducato di
=== Morte di Enrico III e reggenza ===
Alla morte di Enrico III, il [[5 ottobre]] [[1056]] Agnese assunse la reggenza per il figlio Enrico IV, minorenne, ma già incoronato [[Re dei Romani]]. Inizialmente proseguì la politica del marito, aiutata soprattutto da [[Ugo di Cluny]] e da [[papa Vittore II]]. Quest'ultimo fece tutto quanto in suo potere per sostenere la dinastia salica. Come Enrico III, anche l'imperatrice sosteneva la riforma cluniacense e praticava una politica volta al compromesso e al mantenimento della pace. Vittore II, la cui elezione al soglio di Pietro era stata decisa da Enrico III, mediava tra corona, nobili e episcopato. Il risultato fu che la reggenza di Agnese, una donna politicamente inesperta, venne accettata, anche se non vi fu mai lealtà completa da parte dei grandi dell'Impero. Ciononostante, la reggenza pareva sicura. Ma il potere centrale sfuggì via via al controllo della casa salica, perché Agnese non riusciva ad affermarsi politicamente. La cessioni di beni e diritti dalle mani della nobiltà a quelle della Chiesa imperiale e l'indebolimento che ne risultava, soprattutto per alcune potenti famiglie sassoni, creò seri problemi.
L'imperatrice doveva agire. E poiché la sua autorità non era grande come quella di Enrico, cominciò ben presto cercare l'appoggio della nobiltà, procedendo alla investitura di ducati, cosa che comportava la rinuncia all'autorità diretta. Già nel [[1056]] cedette alla famiglia degli Ezzoni il ducato di Carinzia, che era rimasto infeudato per un anno. L'anno successivo [[Rodolfo di Svevia|Rodolfo di Rheinfelden]] divenne [[duca di
Il conflitto con il [[regno d'
Naturalmente non si può rimproverare ad Agnese che proprio questi duchi da lei nominati divenissero, anni più tardi, i più tenaci nemici del figlio, Enrico IV; Agnese agiva in stato di necessità, per attenuare l'ostilità della nobiltà verso la sua persona, anche se la storiografia spesso le imputa di aver fortemente diminuito la base della potenza dell'impero, soprattutto a causa della cessione del ducato di Baviera.
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=== La crisi della reggenza (1057 - 1062) ===
Per il momento l'Impero era al sicuro da minacce interne ed esterne. Agnese pareva rispettata. Ottenne persino notevoli concessioni. Per esempio, le fu giurato che, in caso di morte precoce di Enrico IV, si sarebbe proceduto ad una designazione, il che significava che Agnese avrebbe potuto avanzare una proposta vincolante.
Questo giuramento mostra quanto il ruolo di legittima imperatrice le fosse riconosciuto da tutti i partiti dell'Impero; senza il suo accordo i principi non avrebbero nominato un nuovo re.
Per la reggente la svolta venne nel [[1057]], con la morte di papa Vittore II, suo amico e consigliere. Agnese perse il contatto con la riforma della Chiesa. I suoi interessi e quelli dei riformatori iniziarono ad allontanarsi. L'epoca dei papi fedeli all'imperatore volgeva al termine.
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== Bibliografia ==
* Mechthild Black-Veldtrup, ''Kaiserin Agnes (1043–1077), quellenkritische Studien.'' Böhlau Verlag, Colonia, 1995, ISBN 3-412-02695-6
* Marie-Luise Buhlst-Thiele, ''Kaiserin Agnes.'' ed. Gerstenberg, Hildesheim, 1972. (ristampa dell'edizione di Lipsia 1933), ISBN 3-8067-0149-0
* Egon Boshof, ''Die Salier.'' ed. Kohlhammer, Stoccarda, 2000, ISBN 3-17-016475-9
* [[Wilhelm von Giesebrecht]], ''Geschichte des Deutschen Kaiserzeit'', vol 2., Berlino, 1923
* Wilfried Hartmann, ''Der Investiturstreit.'' Oldenbourg, Monaco di Baviera, 1996, ISBN 3-486-56275-4
* Hermann Jakobs, ''Kirchenreform und Hochmittelalter 1046–1215.'', Monaco di Baviera, 1999, ISBN 3-486-48822-8
* Heinrich Pleticha (Hrsg.), ''Deutsche Geschichte, Band 2., '' Lexikothek-Verlag, Gütersloh, 1993
* Hans K. Schulze, ''Hegemoniales Kaisertum: Ottonen und Salier.'', Monaco di Baviera, 1998, ISBN 3-442-75520-4
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