San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni

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Nel 1834 furono iniziati lavori per la costruzione, nella zona dell’attuale via Cesarea, del [[manicomio]], la prima struttura cittadina destinata in modo specifico al ricovero dei [[Disturbo mentale|malati mentali]]<ref name="Secolo_XIX"/>, accanto al quale sorsero alcuni casoni ad alveare destinati ai ceti operai, costruiti dall'impresario [[Francesco Ponte]].<ref name="vie_di_portoria"/>
 
Il manicomio, progettato dallo stesso Barabino, fu completato sotto la direzione di Celestino Foppiani nel 1841. La costruzione era formata da un edificio centrale di forma circolare, su cinque piani, che ospitava gli uffici dell'amministrazione e i servizi comuni. Da questo si diramavano sei raggi di fabbrica destinati alle celle dei ricoverati. Negli spazi tra le varie ali erano ricavati dei giardini, e tutto il complesso era delimitato verso l'esterno da un portico circolare<ref>[http://www.genovacards.com/genova/varie/panorama46.html Veduta del manicomio dalle mura di S. Chiara]</ref>. La struttura, che occupava complessivamenter un'area di circa due ettari, fu inaugurata il 14 agosto 1841.<ref name= Alizeri>[[Federico Alizeri|F. Alizeri]], "Guida artistica per la città di Genova", 1846.</ref> Il grande edificio ebbe tuttavia vita breve: verso la fine del secolo, con l'apertura di via XX settembre, la zona ebbe una destinazione residenziale; fu così costruito il nuovo ospedale psichiatrico a [[Quarto dei Mille|Quarto]], dove nel 1894 furono trasferiti i ricoverati. La costruzione fu demolita nel 1914.<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="Secolo_XIX"/>
 
Una vera e propria svolta nello sviluppo urbanistico del quartiere si ebbe verso la fine dell'Ottocento, con la realizzazione di [[Via XX Settembre (Genova)|Via XX Settembre]]. Con l'apertura di questa arteria il centro cittadino fu spostato nettamente verso levante.<ref name="demografia"/>
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Nel corso dell'Ottocento, l'attuazione del piano di ampliamento della città verso levante determinò la scomparsa di due storici complessi conventuali: quello di S. Maria della Pace e quello di N.S. del Rifugio.
* '''Chiesa e convento di N.S. della Pace'''. La chiesa dedicata a S. Maria della Pace si trovava presso Porta degli Archi, tra le attuali vie Frugoni, Maragliano e Fiasella<ref>Il complesso sorgeva nell'area oggi occupata dal civ. 2 di via Maragliano e dal civ. 12 di via XX Settembre ([http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/arte-cultura/la-casana/2007_4/pdf/14_19.pdf Articolo sul periodico “La Casana“] del Gruppo [[Carige]], n. 4/2007)</ref>. Inizialmente dedicata a [[Martino di Tours|S. Martino]] e conosciuta come ''S. Martino de via'', perché situata lungo una stradina che risaliva dal Bisagno alle porte della città, se ne avevano notizie documentate dal 1132. Era officiata dai monaci della vicina [[Chiesa di Santo Stefano (Genova)|abbazia di S. Stefano]] ai quali subentrarono nel 1489 gli [[Amadeiti]], che costruirono un primo [[convento]]. Nel 1568 gli Amadeiti furono uniti ai [[Ordine dei Frati Minori|Minori Osservanti]] che pochi anni dopo ampliarono il convento e la chiesa, da loro intitolata a S. Maria della Pace. La chiesa, a [[navata]] unica, aveva dodici cappelle ornate da numerose opere d'arte; vi erano conservate numerose [[reliquia|reliquie]] e le sepolture di eminenti personalità di varie epoche, tra le quali i [[Doge (Repubblica di Genova)|dogi]] [[DavidDavide VaccaVaccà]] e [[Stefano Onorato Ferretti]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/stefano-onorato-ferretti_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Stefano Onorato Ferretti sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>, lo scultore [[Anton Maria Maragliano|A. M. Maragliano]], i pittori [[Domenico Fiasella]] e [[Giovanni Battista Casoni|G.B. Casoni]].<ref name= vie_di_portoria>[http://www.alessandrotorti.it/files/viediportoria.pdf A. Torti, Vie di Portoria, Edizione Samizdat, Genova, 1996]</ref><ref name= via_pace>[http://www.viedigenova.com/wiki/Pace La chiesa della Pace su http://www.viedigenova.com]</ref><ref name="Casalis"/><ref name="Alizeri"/> Il complesso fu chiuso una prima volta nel 1810 per le leggi di soppressione napoleoniche; la chiesa, riaperta al culto nel 1824, fu chiusa definitivamente nel 1866 e utilizzata da varie istituzioni laiche fino alla sua demolizione, negli ultimi decenni del secolo. Il nome di “Via della Pace“ è rimasto a identificare una breve strada nei pressi del luogo dove sorgeva la chiesa.<ref name="vie_di_portoria"/><ref name="via_pace"/>
 
* '''Conservatorio di Nostra Signora del Rifugio'''. Il complesso di N.S. del Rifugio, con l'annessa chiesa, sorgeva nell'attuale Piazza Brignole. Comprendeva il convento delle [[Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario]], note come Brignoline, e il "Conservatorio delle figlie di N.S. del Rifugio", in cui venivano ospitate e formate giovani di famiglie disagiate. Il complesso fu costruito nel 1650 per volere di Emanuele Brignole (fondatore dell'[[Albergo dei Poveri (Genova)|Albergo dei Poveri]]), per dare una sede definitiva all'istituto fondato da [[Virginia Centurione Bracelli]], già dal 1631 presente nella zona in un immobile in affitto. Dal nome del loro benefattore, che finanziò personalmente la maggior parte della spesa, le suore furono chiamate "Brignoline".<ref name="Alizeri"/><ref>[http://www.vegiazena.it/libri/libro02/immag08.htm Chiesa e convento delle "Brignoline" in un dipinto di D.Cambiaso, nella collezione topografica del Comune di Genova]</ref> Nel 1868 le suore dovettero abbandonare il complesso, demolito per la costruzione della [[Stazione di Genova Brignole|stazione ferroviaria di Brignole]] e si trasferirono nell'attuale sede di [[Marassi#Istituto delle Suore di Nostra Signora del Rifugio|Marassi]].<ref name="vie_di_portoria"/> Nel 2009, durante i lavori per la costruzione della stazione della [[Metropolitana di Genova|metropolitana]] di Brignole sono emerse le fondamenta dell'edificio, al di sotto delle quali sono stati trovati reperti archeologici risalenti al [[neolitico]].<ref name="festivalscienza"/>}}
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La chiesa ha tre [[navata|navate]], separate da pilastri quadrangolari, con varie cappelle laterali. Le [[volta (architettura)|volte]] delle navate, della cupola e del [[presbiterio]] sono state interamente affrescate nell'Ottocento. La chiesa conserva numerose opere d'arte di epoche che spaziano dal [[XV secolo|XV]] al [[XIX secolo]] ed un pregevole [[Organo (strumento musicale)|organo]] ottocentesco. Nel [[refettorio]] dell'annesso convento è conservata una notevole raccolta di quadri.<ref name="TCI"/><ref name="consolazione"/><ref name="fosca_consolazione"/><ref name="itinerari_portoria"/>
 
====[[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Genova)|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo]]====
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo sorge a monte della stazione Brignole, in salita delle Fieschine, sull’altura di Montesano. La sua parrocchia fa parte del vicariato Carignano-Foce dell'Arcidiocesi di Genova.
 
Fu costruita nel 1874 su disegno di Giovanni Novella come cappella della nuova sede del convitto ecclesiastico, inaugurata due anni prima sulla collina di Montesano. Consacrata il 21 giugno 1874 dall'arcivescovo [[Salvatore Magnasco]], fu eretta in vicaria autonoma nel 1961 e in parrocchia nel 1968, con decreti del cardinale Siri.<ref>[http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=191 La chiesa dei Santi Pietro e Paolo sul sito dell'arcidiocesi di Genova]</ref>
 
La chiesa, di modeste dimensioni, ha forma rotonda ed è sovrastata da una [[cupola]]; conserva alcune opere di pittori del primo Novecento e una statua della [[Nostra Signora della Guardia|Madonna della Guardia]] di [[Antonio Canepa (scultore)|Antonio Canepa]].
 
Il convitto ecclesiastico di Genova, che ospita [[presbitero|preti]] anziani e malati, tuttora esistente nell’edificio adiacente alla chiesa, fu istituito nel 1841 per iniziativa dell’arcivescovo [[Placido Maria Tadini]] e di altri esponenti del clero genovese, membri della congregazione dei "Preti secolari dei Santi Pietro e Paolo". Ebbe varie sedi provvisorie finché nel 1848 fu ospitato all’interno del convento delle Brignoline; fu infine trasferito nell’attuale sede dopo la demolizione del convento nel 1868.<ref>[http://www.bibliotecafranzoniana.it/archives/uploads/Preti%20secolari%20dei%20Santi%20Pietro%20e%20Paolo%20%5B1%5D.pdf Scheda sulla congregazione dei "Preti secolari" e il convitto ecclesiastico]</ref>
 
====[[Chiesa di Santo Spirito (Genova)|Ex chiesa di Santo Spirito]]====
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====[[Mura di Genova#Le Mura Nuove|Mura Nuove]]====
Della cinta seicentesca quasi nulla rimane nella zona di S. Vincenzo. La poderosa muraglia che scendeva dal colle dello Zerbino termina oggi sull'altura di Montesano, mentre l'intero tratto posto a difesa della città lungo la sponda destra del [[Bisagno]], le cosiddette ''[[Fronti Basse sul Bisagno|Fronti Basse]]'', è stato completamente smantellato sul finire dell'Ottocento per consentire lo sviluppo urbanistico della città verso levante<ref>[http://digilander.libero.it/francolanzavecchia/Tragni/PVittor80GR.jpg Panoramica sulle Fronti Basse poco prima della loro demolizione, intorno al 1880]</ref>. Due [[Porta cittadina|porte]] si aprivano tra questi bastioni, la monumentale Porta Pila e la più modesta Porta Romana.
Quest'ultima, così denominata perché situata lungo la medioevale via "Romana" che, oltrepassando il Bisagno, proseguiva verso levante, si trovava all'imbocco di via San Vincenzo, angolo via Fiume. Fu demolita nel 1891 insieme alle Fronti Basse.<ref name= Forti_Genova> Stefano Finauri, Forti di Genova.</ref>