Gaio Trebazio Testa: differenze tra le versioni
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|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|NoteMorte = ?<ref>La congettura sulla data di morte al 4 d.C. si deve a Wolfgang Kunkel, ''Herkunft und soziale Stellung der römischen Juristen'', Böhlau Verlag, 1967 (p. 28). Tale datazione si basa sull'identificazione del Lentulo della diatriba giuridica sui codicilli con il [[Lucio Cornelio Lentulo (console 3 a.C.)|Lucio Cornelio Lentulo]] che morì, [[Proconsole d'Africa]], intorno al [[1 d.C.]]</ref>
|Attività = giurista
|Attività2 = politico
|Epoca = I secolo a.C.
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità =
}}
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Potrebbe essersi avvicinato all'[[epicureismo]] tramite [[Gaio Vibio Pansa|Pansa]], una scuola dalla quale si sarebbe poi allontanato su sollecitazione di Cicerone<ref>Un accenno a una possibile vicenda epicurea di Trebazio compare nell'epistola ''ad familiares'' [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.12 7.12] scritta nel febbraio del [[53 a.C.]], dalle [[paludi pontine]]; la notizia è riferita a Cicerone dallo stesso Pansa, allora in Gallia e in procinto di diventare [[tribuno della plebe|tribuno]] per il biennio 52-51 a.C. L'accenno è inserito in una sorta di canzonatura, in cui Cicerone indulge all'ironia lieve sullo scarso impegno di Trebazio nella campagna di Gallia, quasi l'avesse scambiata per una molle vacanza [[Taranto|tarantina]].</ref> che la considerava poco consona alle virtù civili e allo studio e alla pratica del diritto.<ref>Altre fonti lo indicano invece come epicureo seguace di [[Aulo Irzio|Irzio]], [[legatus|legato]] di Cesare in Gallia (che sarà console con Pansa nel 43 a.C.). Si veda [[Giovanni Vincenzo Gravina]]. ''Origines juris civilis, Vol. 1, (De ortu et progressu juris civilis)''. 1701., riportata in AA.VV. ''Biografia degli uomini illustri del [[Regno di Napoli]]'', 1817, digitalizzato su [http://books.google.com/books?id=XvwvbW1T2jIC& GoogleBooks] (o [http://books.google.com/books/pdf/Biografia_degli_uomini_illustri_del_regn.pdf?id=XvwvbW1T2jIC&hl=it&output=pdf&sig=fMZO1fVrpuxjOoEz47ilLLEezoQ scaricabile in formato Pdf]), da copia in possesso della [[New York Public Library]].</ref>
La questione ritorna poco dopo,<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.10 ''ad familiares'' 7.10.2].</ref> quando Cicerone parla dei rischi del disimpegno civico di Trebazio, in relazione al suo ruolo di patrono di [[Ulubrae]], i cui cittadini, in nome dell'amicizia tra i due, saputa della presenza dell'oratore di [[Arpino]], si erano mobilitati nel dare un'entusiastica accoglienza.<ref>L'accoglienza degli ulubrani intenti a rendergli onore
Nelle stesse righe, Cicerone già si mostrava perplesso alla notizia di un suo precedente avvicinamento, sulla scia di Selius,<ref>Sellius, comune amico dei due, fu un oratore le cui doti non sono ritenute eccelse da Cicerone (Cic. ''ad familiares'' [http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?lookup=Cic.+Fam.+7.32 7.32]).</ref> alla [[Nuova accademia]] dello [[scetticismo filosofico|scettico]] [[Carneade]], una tradizione filosofica un tempo seguita e apprezzata da Cicerone, ma dalla quale, come si evince indirettamente anche dalla lettera, egli aveva preso le distanze in favore di una sua particolare interpretazione dello [[stoicismo]].
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===Consulente di Augusto===
Si sa ad esempio che Augusto, dopo aver dato personale attuazione a un ''[[fideicommissa|fidecomesso]]'' formalizzato da un certo Lucio Lentulo<ref>Forse identificabile con [[Lucio Cornelio Lentulo
Questa innovazione giuridica infranse la regola secondo cui le disposizioni testamentarie dovessero essere integrate in un unico atto unitario, che disponesse simultaneamente di tutti i beni; da allora in poi fu possibile frammentare le proprie disposizioni testamentarie in una serie di singoli atti scollegati.
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