Adoro te devote: differenze tra le versioni

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L''''Adoro te devote''' è uno di cinque [[inni]] [[Eucaristia|eucaristici]] che si pensa siano stati scritti da [[San Tommaso d'Aquino]], in occasione dell'introduzione della solennità del [[Corpus Domini]] nel 1264, su commissione di papa [[papa Urbano IV]]. L'attribuzione non è certa poiché le prime testimonianze di tale paternità letteraria risalgono a non meno di cinquant'anni dalla morte del [[San Tommaso d'Aquino|Dottore Angelico]]<ref>{{cita web|titolo=Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia|url=http://www.zenit.org/article-239?l=italian|accesso=19-06-2008}}</ref>.
 
L'inno (più precisamente un "ritmo") fu inserito nel [[Messale Romano]] del 1570, voluto da papa [[Papa Pio V|Pio V]], ed è ora anche citato nel [[Catechismo della Chiesa Cattolica]] (voce 1381). Viene utilizzato durante le adorazioni eucaristiche e nelle preghiere di ringraziamento al termine della S.[[Messa]].
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Perché, contemplandoTi, tutto vien meno.
 
La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano <ref>Per una corretta interpretazione teologica di questo verso si veda l'omelia del teologo padre Raniero Cantalamessa, pronunciata alla presenza del papa nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano, la seconda settimana di Avvento del 2004 (10 dicembre 2004). In essa Cantalamessa disse: «Non è che i sensi della vista, del tatto e del gusto, per se stessi, si ingannino circa le specie eucaristiche, ma siamo noi che possiamo ingannarci nell’interpretare quello che essi ci dicono, se non crediamo. Non si ingannano perché l’oggetto proprio dei sensi sono le apparenze - ciò che si vede, si tocca e si gusta- e le apparenze sono realmente quelle del pane e del vino. Scrive san Tommaso: {{quote|In questo sacramento, non c’è alcun inganno. Infatti gli accidenti che sono percepiti dai sensi ci sono veramente, mentre l’intelletto, che ha per oggetto la sostanza, viene preservato dal cadere in inganno dalla fede.|San Tommaso d'Aquino, ''[[Summa Theologiae]]'' IIIª q. 75 a. 5 ad 2|In hoc sacramento nulla est deceptio, sunt enim secundum rei veritatem accidentia, quae sensibus diiudicantur. Intellectus autem, cuius est proprium obiectum substantia, per fidem a deceptione praeservatur.|lingua=la}}
Fonte: {{cita web|titolo=Credo ciò che ha detto il Figlio di Dio: riflessioni sull'Eucaristia, di padre Raniero Cantalamessa|url=http://www.zenit.org/article-239?l=italian|accesso=19-06-2008}}</ref><br/>
Ma solo con l'udito si crede con sicurezza:<br/>