Romano Prodi: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri componenti della famiglia Prodi|[[Prodi (disambigua)]]|Prodi}}
{{Carica pubblica
|nome = Romano Prodi
|immagine = Romano Prodi in Nova Gorica (2c).jpg
|didascalia = Prodi a [[Nova Gorica]] nel 2010
|carica = [[Presidenza del Consiglio dei Ministri|Presidente del Consiglio dei ministri]]
|mandatoinizio = [[17 maggio]] [[1996]]
|mandatofine = [[21 ottobre]] [[1998]]
|presidente = [[Oscar Luigi Scalfaro]]
|predecessore = [[Lamberto Dini]]
|successore = [[Massimo D'Alema]]
|mandatoinizio2 = [[17 maggio]] [[2006]]
|mandatofine2 = [[8 maggio]] [[2008]]
|presidente2 = [[Giorgio Napolitano]]
|predecessore2 = [[Silvio Berlusconi]]
|successore2 = [[Silvio Berlusconi]]
|carica3 = [[Presidente della Commissione Europea]]
|mandatoinizio3 = [[16 settembre]] [[1999]]
|mandatofine3 = [[21 novembre]] [[2004]]
|predecessore3 = [[Manuel Marin]]
|successore3 = [[José Manuel Durão Barroso|José Manuel Barroso]]
|carica4 = [[Elenco dei Ministri dell'Industria e del Commercio della Repubblica Italiana|Ministro dell'Industria]]
|mandatoinizio4 = [[25 novembre]] [[1978]]
|mandatofine4 = [[20 marzo]] [[1979]]
|presidente4 = [[Giulio Andreotti]]
|predecessore4 = [[Carlo Donat-Cattin]]
|successore4 = [[Franco Nicolazzi]]
|carica5 = Presidente dell'[[Istituto per la Ricostruzione Industriale]]
|mandatoinizio5 = [[1982]]
|mandatofine5 = [[1989]]
|predecessore5 = [[Pietro Sette]]
|successore5 = Franco Nobili
|mandatoinizio6 = [[1993]]
|mandatofine6 = [[1994]]
|predecessore6 = Franco Nobili
|successore6 = Michele Tedeschi
|carica7 = [[Ministero di Grazia e Giustizia|Ministro della Giustizia]]
|mandatoinizio7 = [[17 gennaio]] [[2008]]
|mandatofine7 = [[6 febbraio]] [[2008]]
|predecessore7 = [[Clemente Mastella]]
|successore7 = [[Luigi Scotti]]
|carica8 = [[Presidente del Consiglio europeo]]
|mandatoinizio8 = [[17 maggio]] [[1996]]
|mandatofine8 = [[30 giugno]] [[1996]]
|predecessore8 = [[Lamberto Dini]]
|successore8 = [[John Bruton]]
|carica9 = [[Partito Democratico|Presidente del Partito Democratico]]
|mandatoinizio9 = [[14 ottobre]] [[2007]]
|mandatofine9 = [[16 aprile]] [[2008]]
|predecessore9 = non istituito
|successore9 = [[Rosy Bindi]]
|partito = [[Partito Democratico]]<br />''Precedenti:<br />[[Democrazia Cristiana]]<br />[[Comitati per l'Italia che vogliamo]]<br />[[Movimento per l'Ulivo]]<br />[[I Democratici]]
|alma_mater = [[Università Cattolica del Sacro Cuore]], [[Milano]]
|}}
{{Membro delle istituzioni italiane
|nome=
|istituzione=Camera
|luogo_nascita = [[Scandiano]]
|data_nascita = {{Calcola età|1939|8|9}}
|legislatura=[[XIII Legislatura della Repubblica Italiana|XIII]], [[XV Legislatura della Repubblica Italiana|XV Legislatura]]
|gruppo_parlamentare=[[Camera dei deputati#I gruppi parlamentari|Partito Democratico - L'Ulivo]]
|coalizione=
|circoscrizione= XI ([[Emilia-Romagna]])
|collegio = 12 (Bologna, XIII leg.)
|incarichi=
|sito= http://leg15.camera.it/cartellecomuni/leg15/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d50197&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml.asp&position=Deputati\La%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato=d50197&Vis=1&Nominativo=PRODI%20Romano
}}
{{Bio
|Nome = Romano
|Cognome = Prodi
|PostCognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Scandiano
|GiornoMeseNascita = 9 agosto
|AnnoNascita = 1939
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = politico
|Attività2 = economista
|Attività3 =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , che ha ricoperto la carica di [[Presidente del Consiglio dei ministri]] della [[Repubblica Italiana]] per due volte (dal [[1996]] al [[1998]] e dal [[2006]] al [[2008]])
}}
 
Docente universitario di Economia e politica industriale all'[[Università di Bologna]], è stato nel [[1978]] [[Elenco dei Ministri dell'Industria e del Commercio della Repubblica Italiana|ministro dell'Industria]] nel [[Governo Andreotti IV]]; presidente dell'[[IRI]] dal [[1982]] al [[1989]] e dal [[1993]] al [[1994]].
 
È stato presidente della [[Commissione Europea]] dal [[1999]] al [[2004]] ([[Commissione Prodi]]).
 
Dal [[17 gennaio]] al [[6 febbraio]] [[2008]] ha ricoperto anche la carica di [[Ministro della Giustizia]] ''[[ad interim]]''.
 
Fondatore e leader de [[L'Ulivo]], dal [[23 maggio]] [[2007]] è stato presidente del Comitato nazionale per il [[Partito Democratico]], e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal [[14 aprile]] [[2007]] al [[16 aprile]] [[2008]].
 
Dal [[12 settembre]] [[2008]] presiede il Gruppo di lavoro [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]-[[Unione Africana]] sulle missioni di ''[[peacekeeping]]'' in [[Africa]]. Il [[1º settembre]] [[2008]] ha creato la [[Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli]]<ref name="fondazionepopoli.org">[http://www.fondazionepopoli.org Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Note familiari ==
{{Vedi anche|Franco Prodi|Giorgio Prodi|Giovanni Prodi|Paolo Prodi|Vittorio Prodi}}
È l'ottavo dei nove figli di Mario Prodi, un ingegnere proveniente da una famiglia contadina, e di Enrica, maestra elementare. La famiglia è composta da sette fratelli e da due sorelle, la maggior parte dei fratelli sono, o sono stati, docenti universitari: [[Giovanni Prodi]] di matematica, [[Vittorio Prodi]] di fisica e anche [[Parlamento Europeo|eurodeputato]], [[Paolo Prodi]] di "Storia moderna", [[Franco Prodi]] di "Fisica dell'atmosfera", [[Giorgio Prodi]] di "Patologia generale". Nel [[1969]] si sposa, in una celebrazione presieduta dall'allora sacerdote e ora cardinale [[Camillo Ruini]], con Flavia Franzoni, a quel tempo studentessa, in seguito divenuta economista e docente universitaria. Dal matrimonio sono nati due figli, Giorgio e Antonio.
 
== Attività accademica e culturale ==
{{Vedi anche|Università di Bologna|Università di Trento|Università di Harvard}}
Iniziò i suoi studi al [[liceo classico]] [[Ludovico Ariosto|Ariosto]] di [[Reggio Emilia]]. Dopo aver vinto una borsa di studio per il [[Collegio Augustinianum]], si iscrisse all'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di [[Milano]] dove si laureò poi con lode nel [[1961]] in [[Giurisprudenza]], presentando una tesi sul [[protezionismo]] nello sviluppo dell'[[industria]] italiana con [[Siro Lombardini]]. Approfondì i suoi studi a [[Milano]], [[Bologna]] e alla [[London School of Economics]], sotto la supervisione di [[Basil Yamey]].
 
Nel [[1963]] iniziò la sua carriera accademica come assistente di [[Beniamino Andreatta]] alla cattedra di "[[economia politica|Economia Politica]]" della facoltà di [[Scienze politiche]] dell'[[Università di Bologna]]. Nel [[1973]] all'[[Università di Trento]], il cui rettore era all'epoca il fratello [[Paolo Prodi]]<ref>{{cita web|url=http://portale.unitn.it/ateneo/portalpage.do?channelId=-8319&channel2Id=-54729&content_OID=272578&page=/jsp/editorial/editorial.jsp&programId=272590|titolo=Tutti i Rettori dell'Ateneo|opera=[[Università degli Studi di Trento]]|accesso=16 novembre 2009}}</ref>, ha l'incarico per l'insegnamento di "Economia e politica industriale", l'anno successivo l'[[Università di Harvard]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] lo chiama come ''[[visiting professor]]''. Come professore ordinario, tenne la cattedra di "Economia politica e industriale" all'[[Università di Bologna]] fino al [[1999]]. È stato anche ''visiting professor'' presso lo [[Stanford Research Institute]]. Ha insegnato presso il Johns Hopkins University - SAIS - Bologna Center.
 
Il [[6 febbraio]] [[2009]] è stato nominato professore presso l'Istituto di Studi Internazionali della [[Brown University]]<ref>{{cita web|url=http://news.brown.edu/pressreleases/2009/02/prodi|titolo=Former Italian Prime Minister Appointed Professor-at-Large|opera=Brown University Media Relations|accesso=16 novembre 2009|lingua=en|data=6 febbraio 2009}}</ref>.
 
I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo delle [[Piccola e media impresa|piccole e medie imprese]], dei [[distretto industriale|distretti industriali]] e la politica contro i [[monopolio|monopoli]]. In un secondo momento si è anche interessato delle relazioni fra [[Stato]] e [[Mercato]] e della dinamica dei diversi modelli di [[capitalismo]].
 
Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice [[il Mulino]], nel 1982 divenne direttore delle riviste ''Energia'' e ''L'Industria''. Nel 1981 ha fondato [[Nomisma (società)|Nomisma]], una società di studi economici e consulenza.
 
Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui il ''[[Corriere della Sera]]'' e ''[[Il Sole 24 ORE]]'' con numerosi articoli ed editoriali e inoltre è stato conduttore nel [[1992]] di una serie di trasmissioni su [[Rai Uno]]: ''Il tempo delle scelte'', in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia<ref>[http://www.governo.it/Presidente/Biografia/biografiaProdi_it.html Biografia di Romano Prodi sul sito del Governo]</ref>.
 
== Attività politica e amministrativa ==
{{Vedi anche|Democrazia Cristiana|Governo Andreotti IV|Legge Prodi}}
Nel [[1963]] si affacciò per la prima volta in politica, venendo eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la [[Democrazia Cristiana]], ma dopo poco tempo lasciò per le difficoltà a conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna.
 
Negli [[anni 1970|anni settanta]]<!--1975, '76?--> ebbe un primo incarico manageriale come presidente della [[Maserati]] e della società nautica Callegari e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario pubblico [[GEPI]] allo scopo di risanarle.
 
Successivamente è stato ministro dell'Industria dal novembre [[1978]] fino al marzo [[1979]], nel [[Governo Andreotti IV|quarto Governo Andreotti]]. Promosse da ministro un decreto legge che porta il suo nome (''[[legge Prodi]]''), volto a regolamentare la procedura di amministrazione straordinaria dello Stato per il salvataggio delle grandi imprese in crisi.
 
Nominato da [[Giovanni Spadolini]], nel periodo dal [[1982]] fino al [[1989]] fu presidente dell'[[IRI|Istituto per la Ricostruzione Industriale]] (IRI), allora il maggiore ente pubblico che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche.
 
Nel [[1993]], in seguito alla caduta del [[Governo Amato I|primo governo Amato]], fu in lizza, assieme a [[Mario Segni]] e [[Carlo Azeglio Ciampi]], per l'incarico di Presidente del Consiglio a capo di un governo tecnico<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/26/ora_Scalfaro_punta_Prodi_co_0_9304267823.shtml|titolo=ora Scalfaro punta su Prodi|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=26|mese=04|anno=1993|pagina=1|accesso=16 novembre 2009}}</ref>. Tale carica fu però assegnata all'allora [[Governatore della Banca d'Italia]] Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l'IRI, dove quest'ultimo operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo.
 
== Storia politica ==
=== Primi anni ===
Allievo di [[Beniamino Andreatta]], aderì alle correnti riformiste della [[Democrazia Cristiana]] ed ebbe buoni rapporti con [[Giulio Andreotti]]. Fu proprio quest'ultimo che lo scelse nel 1978 come [[Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato]]. Anche se non volle mai diventare un vero e proprio militante dello Scudo Crociato (il suo risultava infatti un ministero "tecnico") Prodi, così come i capi della corrente ''Morotea'' ([[Aldo Moro]] e [[Benigno Zaccagnini]] su tutti) e come [[Amintore Fanfani]], non fu ostile né al ''[[compromesso storico]]'' tra [[Democrazia Cristiana|DC]] e [[Partito Comunista Italiano|PCI]] né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo.
 
La sua azione economico-manageriale trovò l'appoggio del governo guidato da [[Ciriaco De Mita]].
 
=== Nascita dell'Ulivo: il primo Governo Prodi ===
{{Vedi anche|L'Ulivo (coalizione, 1995-2004)|elezioni politiche 1996|Governo Prodi I|XIII Legislatura della Repubblica Italiana}}
Il [[25 maggio]] [[1994]] Prodi si reca a Palazzo Chigi per un colloquio di un'ora col nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il presidente dell'IRI ha probabilmente deciso di dimettersi ritenendo esaurito l'incarico di risanamento ricevuto l'anno prima da Ciampi<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/26/quel_summit_Prodi_Berlusconi_co_0_94052612402.shtml Quel summit Prodi Berlusconi]</ref>, ma le dimissioni saranno formalizzate il 31<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/01/Iri_comincia_dopo_Prodi_co_0_9406019976.shtml Iri, comincia il dopo Prodi]</ref> e rese effettive dal [[22 luglio]].
 
Dopo l'IRI, l'[[11 agosto]] Prodi annuncia alla ''[[Gazzetta di Reggio]]'' l'intenzione di entrare in politica: «Adesso ho mente e animo liberi. Un impegno in politica diventa un dovere, vista la situazione»<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/12/Prodi_pronto_lavorare_per_Centro_co_0_9408125391.shtml Prodi "Pronto a lavorare per il Centro"]</ref>. Pochi mesi prima aveva rifiutato la proposta del PPI di candidarsi alle elezioni europee<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/03/europee_candidano_tutti_leader_co_0_9405038481.shtml Europee, si candidano tutti i leader]</ref>.
 
Il [[13 febbraio]] [[1995]] Prodi lancia il suo movimento, ''[[L'Ulivo (coalizione, 1995-2004)|L'Ulivo]]''<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/14/Berlusconi_prepara_contratto_con_gli_co_8_9502141036.shtml E Berlusconi prepara "un contratto con gli italiani"]</ref>, che nel giro di un anno sarà il nome di un'alleanza fra il centro e la sinistra, che vide proprio nella candidatura di Prodi a Presidente del Consiglio l'espressione di quel dialogo fra cattolici e laici che s'intendeva proporre al Paese in alternativa alle destre. Ottiene subito l'adesione alla sua candidatura di Segni (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani, socialisti), quindi del [[Partito Democratico della Sinistra]] di [[Massimo D'Alema]], del [[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|Partito Popolare Italiano]] di [[Gerardo Bianco]], dei [[Federazione dei Verdi|Verdi]].
 
Alle [[elezioni politiche 1996]] la coalizione dell'Ulivo si affermò e Romano Prodi venne nominato [[Presidente del Consiglio dei ministri]]. Il [[Governo Prodi I]] che si formò ebbe una composizione ulivista e d'indipendenti, e si avvalse di un appoggio esterno da parte di [[Rifondazione Comunista]], con cui si era stretto un patto di desistenza elettorale (con la mancata presentazione di proprie liste nella maggior parte dei [[collegio elettorale|collegi elettorali]] maggioritari).
 
=== Obiettivi e programma per l'Europa ===
Anche nella cosiddetta "Seconda Repubblica", Prodi si mantenne sulle sue posizioni, sulla moderazione e sul riformismo di impronta progressista.
 
Il programma politico di Prodi prevedeva la continuazione del lavoro di risanamento dell'economia italiana, che i predecessori [[Giuliano Amato|Amato]], [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] e [[Lamberto Dini|Dini]] avevano iniziato, per risolvere la notevole crisi economica dell'epoca. Con la convinta prospettiva di far partecipare l'[[Italia]] al progetto della [[Euro|moneta unica europea]] che richiedeva il rispetto di [[Parametri di Maastricht|precisi parametri economici]], sentiti molto difficili da raggiungere in quel momento in cui si era da qualche anno usciti dal [[Sistema Monetario Europeo]] (vi si rientrò nel novembre del [[1996]]).
 
Si riuscì a raggiungere l'obiettivo, portando il rapporto deficit/PIL nel [[1998]], il principale parametro del [[Trattato di Maastricht]], lontano dalla soglia minima richiesta dall'[[Europa]]. Per il riordino dei conti italiani fu anche stabilito un contributo straordinario, chiamato anche "eurotassa" o "tassa per l'Europa", commisurata ai redditi delle persone, che venne in seguito per il 60% restituita nel 1999, com'era stato prospettato al momento del suo varo, giustificata da un consolidato quadro economico e dal fatto che l'entrata nell'euro aveva portato un considerevole risparmio di interessi sui titoli di Stato.
 
Dall'ottobre 1998 Romano Prodi non proseguirà la sua azione di governo a causa di un voto di fiducia alla [[Camera dei deputati]] non ottenuto per un solo deputato, in seguito al ritiro dell'appoggio di una parte del gruppo di [[Rifondazione Comunista]], in rottura con la linea politica della coalizione dell'Ulivo, durante le fasi di approvazione della nuova legge finanziaria. La crisi di governo si risolse con la successione a [[Massimo D'Alema]], quindi mantenendo una continuità di scelte politiche e con diversi ministri che vengono confermati nel proprio ruolo. L'esclusione di Romano Prodi fu un momento di crisi per il progetto dell'Ulivo, per rilanciarlo nel febbraio 1999 fonda [[I Democratici]], un movimento politico dedicato al raggiungimento dello scopo di mettere assieme in un unico partito coloro che si riconoscono nell'Ulivo. Nel [[marzo]] del [[1999]] Romano Prodi fu nominato Presidente della [[Commissione Europea]], lasciando quindi la guida del nuovo movimento, che partecipando all'[[elezioni europee del 1999|elezioni europee]] raccolse il 7,8% dei consensi.
 
=== Commissione Europea e ritorno in Italia ===
{{Vedi anche|Commissione Europea|L'Unione}}
[[File:ProdiBari.jpg|thumb|250px|Romano Prodi al comizio di Bari, durante la campagna elettorale per le ''Politiche'' del 2006]]
 
Designato dai governi europei alla [[Commissione Europea]], viene accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza sono avvenute alcune innovazioni nell'Unione: il [[1º gennaio]] [[2002]], l'entrata in vigore dell'Euro come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il [[1º maggio]] [[2004]] l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: [[Cipro]], [[Estonia]], [[Lettonia]], [[Lituania]], [[Malta]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ungheria]]; il [[29 ottobre]] [[2004]], la firma a Roma della [[Costituzione europea]]. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo"). <!--da verif.:costituzione europea e commissione,riforme proposte o appoggiate da Prodi. da inserire:nuova politica di vicinato, operazioni per l'allineamento delle leggi per i paesi entranti -->
 
Terminato il suo mandato alla [[Commissione Europea]], Prodi è ridivenuto un punto di riferimento del [[centrosinistra]] italiano, venendo scelto da tutti i partiti della coalizione come leader del[[l'Unione]]. La canzone [[Una vita da mediano]] di [[Luciano Ligabue]] è stata utilizzata come colonna sonora per la presentazione della sua candidatura a Presidente del Consiglio alla [[convention]] del [[14 febbraio]] [[2004]] al [[PalaLottomatica]] di [[Roma]]<ref>{{Cita news |autore=Ernesto Assante |url=http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html |titolo = Ligabue e l'"inno" del Professore: "Il mediano lavora per il Paese"|pubblicazione=[[La Repubblica]]|giorno=15|mese=02|anno=2004 |pagina=21|accesso=29 giugno 2010}}</ref>.
 
La nuova coalizione dell'Unione ha compiuto il suo debutto in occasione delle [[elezioni regionali del 2005]]: il suo ritorno alla guida dell'alleanza del centrosinistra è stato salutato dal brillante risultato con il quale l'Unione si è affermata in 12 delle 14 regioni interessate al voto<ref>{{Cita news|autore=Marco Bracconi|url=http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/politica/regio2005/terrevt/terrevt.html|titolo=Regionali, l'Unione schiaccia il Polo Inizia un'altra campagna elettorale| pubblicazione=[[La Repubblica]] |giorno=05|mese=04|anno=2005|accesso=22 gennaio 2010}}</ref>.
 
=== Le elezioni politiche del 2006: il secondo Governo Prodi ===
{{Vedi anche|Elezioni primarie de L'Unione del 2005|Elezioni politiche italiane del 2006|Governo Prodi II|XV Legislatura della Repubblica Italiana|Partito Democratico}}
Il [[16 ottobre]] [[2005]] si sono svolte, invece, le [[elezioni primarie de L'Unione del 2005|elezioni primarie]] per la scelta "ufficiale" del capo della coalizione per le elezioni dell'anno seguente. A proporre questo genere di consultazioni, organizzate per la prima volta in [[Italia]], è stato lo stesso Prodi, che, pur godendo del sostegno dei maggiori partiti dell'[[L'Unione|Unione]], voleva l'approvazione dell'elettorato di centro sinistra, oltre a quella degli apparati burocratici dei partiti che lo compongono.
 
Prodi si è imposto a stragrande maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati. La consultazione si è così risolta in un indubitabile successo personale di Prodi, anche nei confronti dei settori politici della coalizione più dubbiosi della sua ''leadership''.
 
Il [[16 febbraio]] [[2005]] crea a [[Bologna]] la "Fabbrica del Programma". La ''fabbrica'' consiste fisicamente in un capannone in cui chiunque può portare un contributo al fine di una sua valutazione e inclusione nel programma finale che verrà presentato per le prossime elezioni politiche.
 
Secondo la definizione dello stesso politico di Scandiano, la fabbrica è nata "''Per comprendere un paese, per interpretare i suoi bisogni, per rispondere alle sue attese. Perché se si vuole migliorare una nazione bisogna prima conoscerla, ascoltarla. E io desidero davvero il concorso di tutti''".
 
Il [[9 aprile]] Romano Prodi ha vinto le [[elezioni politiche 2006]] con uno scarto inferiore ai 25.000 voti. La sua coalizione ha conseguito 340 seggi alla [[Camera dei deputati]] e 159 seggi al [[Senato della Repubblica]]. Il limitato margine di preferenze con cui L'Unione ha prevalso nelle elezioni ha dato adito a numerosi reclami e ricorsi, alla fine respinti dalla [[Corte Suprema di Cassazione|Cassazione]] il [[20 aprile]], che ha confermato quindi la vittoria di Prodi.
 
Romano Prodi ha ricevuto l'incarico dal presidente [[Giorgio Napolitano]] il giorno [[16 maggio]] [[2006]], accettando con riserva. Il giorno dopo, [[17 maggio]] [[2006]] ha sciolto la riserva, comunicando la lista del [[Consiglio dei ministri]]: curiosamente, ciò è avvenuto esattamente 10 anni dopo la data d'inizio del suo primo governo. Ha inizio il [[governo Prodi II]].
 
Il [[governo Prodi II]] è il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari). Con l'elezione di [[Franco Marini]] alla presidenza del senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di [[Italia dei Valori]], [[Sergio De Gregorio]], al senato la situazione è diventata di 157 a 157 (infatti il presidente del senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente [[Luigi Pallaro]].
 
Con tale situazione creatasi al Senato, il governo è andato in minoranza in alcune votazioni in Aula e in commissione. In un caso, anche in una votazioni sulla fiducia. Il voto favorevole di alcuni dei sette [[senatore a vita|senatori a vita]] ([[Giulio Andreotti|Andreotti]], [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]], [[Emilio Colombo (politico)|Colombo]], [[Francesco Cossiga|Cossiga]], [[Rita Levi-Montalcini|Levi-Montalcini]], [[Sergio Pininfarina|Pininfarina]], [[Scalfaro]]) è stato spesso decisivo. In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni, la [[Casa delle libertà]] ha aperto una polemica nella quale metteva in discussione le prerogative che la [[Costituzione della Repubblica Italiana]], nell'articolo 59, assegna agli stessi.
 
L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey) uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana [[Freedom House]], ha promosso l'Italia al grado di "libera" (Free) dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale libertà" motivando questo avanzamento al Governo Prodi che ha permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere che erano state apposte dal precedente Governo Berlusconi contro giornalisti sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
 
Nel corso dell'attività del secondo governo Prodi e su iniziativa dello stesso è stata ripresentata all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] una risoluzione relativa alla [[moratoria universale della pena di morte]]. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato simbolico, è stata approvata il [[18 dicembre]] [[2007]] dall'[[Assemblea Generale delle Nazioni Unite]]<ref>"[[:n:L'Onu approva la moratoria sulla pena di morte|L'Onu approva la moratoria sulla pena di morte]]", Wikinews, 18 dicembre 2007</ref><ref>[http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/moratoria_pena_morte/ Dossier sulla moratoria dal sito della Presidenza del Consiglio]</ref>.
 
=== Crisi di governo e dimissioni ===
[[File:Prodi-TN.JPG|thumb|250px|Prodi al Festival dell'Economia di Trento, [[3 giugno]] [[2007]].]]
Romano Prodi, nel corso del suo secondo esecutivo, si è trovato ad affrontare due crisi di governo: la prima nel [[febbraio]] [[2007]], risoltasi con il rinvio del governo alle camere da parte del [[Presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]] e il rinnovo della fiducia, la seconda, invece, nel [[gennaio]] [[2008]], questa volta fatale per l'esecutivo.
 
Il [[21 febbraio]] [[2007]] Romano Prodi ha rimesso il suo mandato di [[Presidente del Consiglio dei ministri]] nelle mani del [[Presidente della Repubblica]], dopo che al [[Senato della Repubblica|Senato]] la risoluzione della maggioranza di [[centrosinistra]] per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal [[Ministro degli Esteri]] [[Massimo D'Alema]], non aveva ottenuto il [[quorum]] di maggioranza<ref>[http://www.senato.it/notizie/21396/132054/134262/134965/notizienotiziariosettimanalea.htm Notiziario del Senato della Repubblica dal 19 al 25 febbraio 2007]</ref>. Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata.
 
All'evento hanno fatto seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche al riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si è così recato al [[Palazzo del Quirinale]] e ha rimesso il proprio mandato nelle mani del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]].
 
Quest'ultimo, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il [[24 febbraio]] ha rifiutato le dimissioni di Prodi, rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia. Il [[28 febbraio]] il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo Prodi. Determinante è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore [[Marco Follini]].
 
La prima crisi di governo si è definitivamente chiusa il [[2 marzo]] seguente con il voto di fiducia alla [[Camera dei deputati|Camera]], con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni.
 
La seconda e definitiva crisi di governo si è verificata il [[24 gennaio]] [[2008]]: a seguito dell'uscita del ministro della Giustizia [[Clemente Mastella]] e della propria lista [[Udeur]] dalla maggioranza a causa della mancata difesa del ministro da parte del governo in seguito a un'inchiesta che coinvolse la moglie del ministro Mastella, veniva chiesto alle Camere il voto di fiducia. Dopo il voto favorevole alla [[Camera dei deputati|Camera]] avvenuto il [[23 gennaio]], il II Governo Prodi non ha ottenuto la fiducia al [[Senato]], con 156 sì, 161 no e un astenuto, su un totale di 319 votanti. Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione per il senatore [[Stefano Cusumano]]), contrari anche alcuni senatori di altre liste: [[Lamberto Dini]], [[Domenico Fisichella]] e [[Franco Turigliatto]].
 
Dopo la mancata fiducia a [[Senato della Repubblica|Palazzo Madama]], il Presidente del Consiglio si è recato nella serata del [[24 gennaio]] al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato, [[Giorgio Napolitano]].
 
I doni ricevuti da Prodi in qualità di primo ministro italiano sono andati all'asta nel novembre 2009 a favore di associazioni benefiche ([[Libera (associazione)|Libera]], la Ca­sa Santa Chiara di Bologna e i [[Medici con l'Africa]])<ref>[http://www.corriere.it/politica/09_novembre_26/regali-asta-prodi_bd3b3bdc-da7a-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml Collier e Winchester istoriato Vanno all’asta i «regali» di Prodi], ''Corriere della Sera'', 26 novembre 2009</ref>.
 
== Dopo la caduta del governo [[Prodi II]] ==
[[File:Romano Prodi 2007.jpg|thumb|200px|Romano Prodi]]
Il [[9 marzo]] [[2008]], nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate, dichiara in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale.»<ref>{{cita web|url=http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_18938668.html|titolo=«Prodi, lascio la politica ma il mondo è pieno di occasioni»|editore=ANSA|accesso=9 marzo 2008|data=9 marzo 2008}}</ref>
Successivamente, dopo le [[elezioni politiche italiane del 2008|elezioni politiche]], Romano Prodi annuncia di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, viene resa nota il [[16 aprile]] [[2008]]<ref>{{Cita news|autore=Marco Marozzi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/17/pd-prodi-lascia-la-presidenza-il-voto.html|titolo=Pd, Prodi lascia la presidenza Il voto non c' entra, avanti i nuovi|pubblicazione=[[La Repubblica]] |giorno=17|mese=04|anno=2008|pagina=6|accesso=16 novembre 2009}}</ref>.
 
Il [[1º settembre]] [[2008]] crea la [[Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli]]<ref name="fondazionepopoli.org"/> che ha come scopo la promozione e lo studio delle problematiche sociali, culturali, economiche, politiche del mondo, al fine di favorire la nascita e la discussione di nuove proposte di collaborazione nel contesto internazionale.
 
In un editoriale scritto per ''[[Il Messaggero]]'' del [[15 agosto]] [[2009]], l'ex presidente del Consiglio svolge una critica piuttosto severa al riformismo di stampo blairista accusato di aver imitato nella prassi di governo le politiche dei conservatori.
Molti commentatori politici, ricordando Romano Prodi come uno dei massimi esponenti dell'[[Ulivo mondiale]], hanno letto in questa analisi una profonda autocritica rispetto all'operato dei governi da lui presieduti. Altri, invece, vi hanno trovato la conferma del tramonto delle concezioni politiche prodiane, leggendo in tale esternazione una schietta ammissione del proprio fallimento<ref>Prodi, Romano, ''[http://www.romanoprodi.it/wordpress/articoli/riformisti-il-coraggio-di-parlare-controcorrente_947.html Riformisti, il coraggio di parlare controcorrente]'', pubblicato su ''[[Il Messaggero]]'', 14 agosto 2009, pag. 1, pag. 22</ref>.
 
Il [[12 settembre]] [[2008]], il segretario generale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], [[Ban Ki-moon]], ha conferito a Prodi l'incarico di presiedere un nuovo Gruppo di lavoro ONU-[[Unione Africana]] per studiare il rafforzamento delle missioni di ''peacekeeping'' svolte dall'UA su mandato ONU, istituito dalla risoluzione 1809 del Consiglio di Sicurezza<ref>[http://www.un.org/News/Press/docs//2008/sga1155.doc.htm African Union-United Nations Panel on peacekeeping] (12 settembre 2008) in inglese</ref>. La finalità è quella di rendere più proficui e stretti i rapporti tra l'ONU e l'Unione Africana, grazie anche all'esperienza maturata da Prodi in ambito internazionale<ref>{{Cita news|autore=Francesco Alberti|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/10/Prodi_inviato_Africa_per_Onu_co_9_080910051.shtml|titolo=Prodi inviato in Africa per l' Onu Ban Ki-Moon pronto a dare l'incarico|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=10|mese=09|anno=2008|pagina=11|accesso=17 novembre 2009}}</ref>.
 
Nel [[giugno]] [[2010]] alcuni giornali hanno segnalato che Prodi avrebbe accettato di far parte di un gruppo incaricato di curare l'immagine della [[BP (azienda)|BP]], crollata dopo il [[Disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon|disastro ambientale del Golfo del Messico]]<ref>{{cita web
|autore= Antonio Leggieri
|url= http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/11-giugno-2010/anche-prodi-team-salva-bp-prof-curera-immagine-azienda-1703180792192.shtml
|titolo= Anche Prodi nel team salva-Bp. Il Prof curerà l'immagine dell'azienda
|editore= Corriere di Bologna
|data=11 giugno 2010
|accesso=9 luglio 2010
}}</ref>. L'ufficio stampa dell'ex-presidente ha in seguito chiarito che Prodi faceva parte dell'Advisory Board della società da più di un anno e che la marea nera non sia di loro competenza<ref>{{cita web
|url= http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/11/visualizza_new.html_1821682451.html
|titolo= Bp, Prodi nell'Advisory Board
|editore= ANSA
|data= 11 giugno 2010
|accesso=9 luglio 2010
}}</ref> e ha annunciato una querela al [[il Giornale|Giornale]] e [[Libero (quotidiano)|Libero]], accusati di aver voluto ledere la sua immagine<ref>{{cita web
|url= http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Usa-Prodi-querela-Giornale-e-Libero_531577635.html
|titolo= Usa: Prodi querela 'Giornale' e 'Libero
|editore= Adnkronos
|data= 12 giugno 2010
|accesso=9 luglio 2010
}}</ref>.
 
A [[ottobre]] [[2011]] la rete [[televisione|televisiva]] [[LA7]] trasmette un ciclo di tre lezioni di [[economia]] intitolate ''[[Il mondo che verrà]]'' - tenute da Prodi insieme alla giornalista [[Natascha Lusenti]] - registrate all'[[Archiginnasio di Bologna]]<ref>{{cita web
|autore= Marco Marozzi
|url= http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/09/09/news/prodi_torna_ma_in_tv_lezioni_di_economia_su_la7-21416286/
|titolo= Prodi torna in tv. Lezioni di economia su La7
|editore= La Repubblica Bologna
|data=9 settembre 2011
|accesso=9 settembre 2011
}}</ref>.
 
Il [[6 ottobre]] [[2012]], il segretario generale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], [[Ban Ki-moon]], ha conferito a Prodi un nuovo incarico, ovvero quello Inviato speciale dell'Organizzazione per la crisi nel [[Sahel]], con particolare riferimento alla situazione di guerra interna presente nel [[Mali]]<ref>{{cita web
|autore=
|url= http://www.lastampa.it/2012/10/06/italia/politica/ban-ki-moon-sara-prodi-l-inviato-dell-onu-nel-sahel-6hfJU50cZiVqF72zyID0wJ/pagina.html
|titolo= Prodi l’inviato dell’Onu nel Sahel
|editore= La Stampa
|data=6 ottobre 2012
|accesso=8 ottobre 2012
}}</ref>.
 
== Governi presieduti ==
* [[Governo Prodi I]], dal [[17 maggio]] [[1996]] al [[21 ottobre]] [[1998]].
* [[Governo Prodi II]], dal [[17 maggio]] [[2006]] al [[7 maggio]] [[2008]].
 
=== Vertici G7 e G8 presenziati ===
* 22º vertice [[G7]] a [[Lione]] ([[Francia]]) nel 1996, come Presidente del consiglio italiano
* 23º vertice [[G8]] a [[Denver]] ([[Stati Uniti d'America]]) nel 1997, come Presidente del consiglio italiano
* 24º vertice G8 a [[Birmingham]] ([[Regno Unito]]) nel 1998, come Presidente del consiglio italiano
 
* 26º vertice G8 a [[Nago]] ([[Giappone]]) nel 2000, come Presidente della Commissione europea
* 27º vertice G8 a [[Genova]] ([[Italia]]) nel 2001, come Presidente della Commissione europea
* 28º vertice G8 a [[Kananaskis]] ([[Canada]]) nel 2002, come Presidente della Commissione europea
* 29º vertice G8 a [[Évian-les-Bains]] ([[Francia]]) nel 2003, come Presidente della Commissione europea
* 30º vertice G8 a [[Sea Island]] ([[Stati Uniti d'America]]) nel 2004, come Presidente della Commissione europea
 
* 32º vertice G8 a [[San Pietroburgo]] ([[Russia]]) nel 2006, come Presidente del consiglio italiano
* 33º vertice G8 a [[Heiligendamm]] ([[Germania]]) nel 2007, come Presidente del consiglio italiano
 
== Procedimenti giudiziari a carico di Romano Prodi ==
Romano Prodi è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, senza mai subire sentenze di condanna in alcun grado di giudizio.
Prodi è stato riconosciuto non colpevole dalle accuse e non si è andati oltre le udienze preliminari: in alcuni casi è stata disposta l'archiviazione, in un caso si è prodotta sentenza, dichiarando il «non luogo a procedere» perché «il fatto non sussiste».
 
Nel 2008 Prodi è stato indagato per [[abuso d'ufficio]] nell'ambito dell'[[inchiesta Why Not]] condotta dall'allora sostituto [[procuratore della Repubblica]] di [[Catanzaro]] [[Luigi de Magistris]]. La procura di Roma, dopo aver [[avocazione|avocato]] l'indagine a de Magistris, ne ha chiesto l'archiviazione<ref>{{Cita news|autore=Carlo Macri |url=http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_08/macri_ad449da2-ece4-11dc-bb50-0003ba99c667.shtml|titolo=«Why not: nessuna prova su Mastella e Prodi» |pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=08|mese=03|anno=2008|accesso=16 novembre 2009}}</ref>, che è stata ottenuta nel novembre 2009<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2009/11/21/visualizza_new.html_1619459251.html|titolo=Why not: archiviata posizione Prodi|pubblicazione=[[ANSA]] |giorno=21|mese=11|anno=2009|accesso=22 novembre 2009}}</ref>.
 
=== Presidenza dell'IRI e vendita della SME ===
{{vedi anche|Vicenda SME}}
[[File:Romano Prodi e Luigi Granelli 1985.jpg|thumb|right|200px|Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, subito dopo la firma dell'accordo [[IRI]]-[[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]].]]
 
Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'[[IRI]] delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente alla finanziaria [[SME (azienda)|SME]], sono state oggetto d'indagini da parte della magistratura, quindi Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione, è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione dell'IRI.
 
L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto della società solo l'offerta d'acquisto della [[Buitoni]] di [[Carlo De Benedetti]], con essa siglò una intesa preliminare, da far approvare dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione della [[Sidalm]], a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi<ref name="autori_perizie">Un primo documento fu redatto da [[Roberto Poli]], professore di Ragioneria generale alla Cattolica di Milano. Un'altra perizia fu stilata da [[Luigi Guatri]], rettore dell'Università Bocconi</ref>. Tale accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata a uscire dal settore alimentare<!--per favorire investimenti in settori come quello delle telecomunicazioni e a tecnologia più avanzata-->, decisione appoggiata anche dal [[Comitato interministeriale]] per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito saltò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo, presieduto allora da [[Bettino Craxi]], che vedeva come ministro per le Partecipazioni statali [[Clelio Darida]], con cui il presidente dell'IRI aveva fino alla stipula dell'accordo relazionato sulla vicenda.
 
Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo di una offerta anonima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco prima dei termini a disposizione, seguita da una ulteriore offerta, da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni, scaturì il [[Processo SME]], che vide imputati [[Silvio Berlusconi]] e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte<ref name="fonte_critiche_sentenza_primigrado">Cfr. [http://www.economist.com/displaystory.cfm?story_id=E1_TJPGNSR ''1. The SME Affair''], «The Economist», 31 luglio 2003 (edizione stampata)<!--sarebbe utile disporre di una seconda fonte--></ref>, e così anche in cassazione.
 
Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel [[1988]] un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento del gruppo.
 
A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per corruzione di magistrati, durante il suo mandato di presidente del Consiglio, è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee che hanno richiamato l'attenzione di Prodi<!--5 maggio 2003-->. Qui ha sostenuto di aver fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione a De Benedetti e al valore reale della partita. Ciò ha portato a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo operato<ref>[http://europa.eu.int/comm/archives/commission_1999_2004/prodi/president/sme_it.htm SME tutte le sentenze], dal sito della commissione europea, sezione dedicata alla presidenza di Romano Prodi</ref>.
 
La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il 1996, senza essere venduta per intero, ma suddivisa in varie parti. I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro, in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamante l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla Buitoni, venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati privi di attendibilità le accuse di complotto ai suoi danni e i motivi avanzati dal denunciante sottostanti al fallimento delle proprie aziende. Per la vendita della [[Italgel]] alla [[Nestlé]] i magistrati convengono nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato viene escluso e si riconosce che il prezzo pagato dal compratore sia stato determinato secondo le procedure richieste.
 
Gli ultimi due casi riguardano la cessione della [[Cirio]]-[[Bertolli]]-[[De Rica]] e di parte di questa dalla Fisvi all'[[Unilever]], che portò a una sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze che Prodi avrebbe svolto per [[Goldman Sachs]] e [[General Electric]] durante il mandato all'[[IRI]], indagini seguite in conseguenza di un articolo della stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura conviene nel disporre l'archiviazione nel 2002.
 
=== Il caso Cirio ===
Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica, Romano Prodi era indagato per [[abuso d'ufficio]]. Prodi era stato nel 1990 ''advisory director'' della [[Unilever]] NV (Rotterdam) e della Unilever PLC (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever, aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo previsto dalle direttive CIPE. <!--da rivedere-->
 
L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996<!-- cfr. La Repubblica, 23 dicembre 1997, pag. 3 --> e portò a una sentenza di non luogo a procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997, con la più ampia formula di proscioglimento «perché il fatto non sussiste». Il [[Giudice dell'udienza preliminare|GUP]] Eduardo Landi citò nelle motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione avversaria.
 
La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari e dal [[Governo Dini]] fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare. La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano il lavoro delle amministrazioni locali.
 
L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra.
 
Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste) e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta. La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita e il Giudice ha inoltre accertato che Prodi non aveva avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui è avvenuta la cessione di CBD a favore di Fisvi, cui è seguita quella parziale per il settore "olio" in favore di Unilever.
 
Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine su Prodi. I giornalisti [[Peter Gomez]] e [[Marco Travaglio]] definiscono «''per certi versi imbarazzante''<ref name="ManiPuliteLaVeraStoriaCasoCirio">Barbacetto, Gomez, Travaglio: ''Mani Pulite, la vera storia'', Prodi e il caso Cirio p. 486 (2002, Editori Riuniti, ISBN 88-359-5241-7).</ref>» il fatto che tra le motivazioni ci sia un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconoscono che tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza»<ref name="BalleBluCasoCirio">Peter Gomez e Marco Travaglio, ''Le mille balle blu'', p. 127 (2006, [[Rizzoli]], ISBN 88-17-00943-1).</ref> in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva. Secondo [[Silvio Berlusconi]] invece «Prodi s'è salvato grazie all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì che furono leggi ''ad personam'', quando lui doveva rispondere davanti a un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla DC» (21 gennaio 2006). Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito dell'[[amnistia]] e non è stato indagato per finanziamento illecito.
 
=== Consulenze Nomisma ===
In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma, configurando un potenziale [[conflitto di interessi]].<br />Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo processo, concluso nel [[1988]], Romano Prodi venne assolto con formula piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo comportamento.
 
Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò:''«L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente dell'Iri e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato».''
 
Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il [[1992]] e il [[1993]]. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del Sistema Alta Velocità" dai vertici delle [[Ferrovie dello Stato]], con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla costruzione della nuova rete [[Treno ad alta velocità|TAV]] italiana. Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor [[Carlo Maria Guerci]], da [[Giuseppe De Rita]] e dall'architetto [[Renzo Piano]] e presieduta da [[Susanna Agnelli]], venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie.
 
Prodi lasciò l'incarico di Garante il [[20 maggio]] [[1993]] per tornare alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio [[Carlo Azeglio Ciampi]]. Nel [[1996]] un'inchiesta sulla questione portò a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma Giuseppa Geremia, e a un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio verso [[Ercole Incalza]] (ex amministratore della TAV) ed [[Emilio Maraini]] (ex-dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa seconda inchiesta.
<!--Fimiani-->
In seguito a un articolo polemico<ref>{{en}}[http://www.telegraph.co.uk/htmlContent.jhtml?html=/archive/1999/05/04/wpro04.html Articolo sul Daily Telegraph]</ref> apparso sul [[Daily Telegraph]] in data [[4 maggio]] [[1999]], a firma [[Ambrose Evans-Pritchard]], l'Unione Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione<ref>{{en}}[http://ec.europa.eu/archives/commission_1999_2004/prodi/president/info15091999_en.htm Past privatisations managed by IRI and Romano Prodi's past role as official guarantor of the Italian high speed train project, 15.09.1999]</ref>, dichiarando che
{{quote|''Il Sig. Prodi non ebbe ruolo decisionale nell'assegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre, il Sig. Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomisma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo o decisionale nella compagnia. Era semplicemente il presidente del comitato scientifico della compagnia.''}}
 
== Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi ==
=== La [[seduta spiritica]] nel [[Caso Moro|caso Aldo Moro]] ===
Il [[10 giugno]] [[1981]], Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla [[Commissione Moro]] perché aveva dichiarato di aver partecipato, il [[2 aprile]] [[1978]], a una [[seduta spiritica]], durante un pranzo familiare in campagna con alcuni amici, tra i quali gli [[economisti]] [[Mario Baldassarri (economista)|Mario Baldassarri]] e [[Alberto Clò]], quest'ultimo propositore dell'esperimento divinatorio e proprietario della casa.
 
I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta spiritica, iniziata per gioco, alla domanda ''dov'è tenuto prigioniero Aldo Moro?'', il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi [[Viterbo]], [[Bolsena]] e [[Gradoli]]. [[Aldo Moro]], rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle [[Brigate Rosse]]. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a [[Roma]] il [[4 aprile]], e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. [[Benigno Zaccagnini]].
 
Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
{{quote|''Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa, e, visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata [[Mantova]] o [[New York]], nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito.''|Stralcio della testimonianza di Romano Prodi davanti alla Commissione Moro, il 10 giugno 1981}}
 
L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, il [[6 aprile]], la questura di Viterbo, su ordine del [[Ministero dell'Interno|Viminale]], operò una perlustrazione sistematica del borgo medievale di [[Gradoli]] sito sulle rive del [[lago di Bolsena]], alla ricerca della prigione di Moro. La vedova di Moro affermò di aver più volte indicato l'esistenza a Roma di una via Gradoli agli inquirenti, senza che questi estendessero le ricerche anche in quella direzione; circostanza confermata anche da altri parenti dello statista, ma energicamente smentita da [[Francesco Cossiga]], all'epoca dei fatti ministro dell'interno<ref name=audizioneMoro>[http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno48.htm Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi], 48esima seduta, audizione [[Giovanni Moro (sociologo)|Giovanni Moro]], 9 marzo 1999</ref>. Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il [[18 aprile]] i [[vigili del fuoco]], a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a [[Roma]], in via Gradoli 96, un covo delle [[Brigate Rosse]] da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, [[Mario Moretti]], il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.
 
Il caso venne riaperto nel [[1998]] dalla [[Commissione parlamentare d'inchiesta]] sul terrorismo e le stragi. Il fine della commissione era accertare se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli" fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del consiglio Prodi, dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo [[Governo Prodi I|governo]] nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione; si dissero disponibili Mario Baldassarri<ref>[http://www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/stenografici/steno35.htm audizione Mario Baldassarri], Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, 35' seduta, 17 giugno 1998</ref> e Alberto Clò<ref name=audizioneClo>[http://www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/stenografici/steno36.htm audizione Alberto Clò], Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, 36' seduta, 23 giugno 1998</ref>. Entrambi, pur ammettendo di non credere allo [[spiritismo]] e di non aver più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne che la parola "Gradoli", così come "Bolsena" e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o no) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli ambienti vicini alle BR.
 
Successivamente si scoprirà che l'appartamento era già stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'[[UCIGOS]] per diversi anni, in quanto frequentato precedentemente da esponenti di [[Potere Operaio]] e [[Autonomia Operaia]]<ref name=audizioneMoro/><ref name=audizioneClo/><ref name=audizioneFaranda>[http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno31.htm Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi], 31esima seduta, audizione [[Adriana Faranda]], 11 febbraio 1998</ref>. Si scoprirà anche che alcuni esponenti del 'ndrangheta, contattati nel tentativo di trovare la prigione di Moro, avevano comunicato che la zona di via Gradoli era una "''zona calda''", e che questo avvertimento era già stato comunicato sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia<ref name=audizioneMoro/><ref>[http://www.vuotoaperdere.org/interviste/areagiugno1997.pdf Intervista a Benito Cazora], del mensile Area, giugno 97, pag. 34-36, riportata dal sito vuotoaperdere.org</ref><ref>[http://www.vuotoaperdere.org/interviste/Intervista.asp?IntID=6 Intervista a Marco Cazora], figlio del deputato [[Benito Cazora]], 25 dicembre 2007, dal sito vuotoaperdere.org</ref>.
 
=== Telekom Serbia ===
{{vedi anche|Affare Telekom Serbia}}
Con il nome giornalistico di Affare Telekom Serbia si intende la vicenda giudiziaria che riguarda l'acquisto di azioni dell'azienda telefonica [[Telekom Serbia]] da parte di [[Telecom Italia]]. Secondo la ricostruzione basata sulle dichiarazioni del faccendiere svizzero Igor Marini, nel corso di tale compravendita sarebbero state pagate delle tangenti a esponenti del centrosinistra, tra le quali una supposta tangente di 125&nbsp;000 dollari versata a Romano Prodi e [[Lamberto Dini]].
 
Tali accuse si rivelarono totalmente infondate e le prove chiave prodotte a loro supporto si rivelarono dei falsi<ref name=condannaMarini/>. {{Citazione necessaria|La [[commissione parlamentare]] istituita per fare luce sugli eventi dall'allora [[Governo Berlusconi II]] non formulò alcuna accusa diretta e non presentò al Parlamento la relazione finale}}. Nel 2005 l'indagine della Procura di Torino aperta nel 2001 sui vertici di Telecom del 1997 venne archiviata<ref>{{Cita news|autore=Carlo Bonini|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/05/17/chiusa-telekom-serbia-non-ci-fu-corruzione.html|titolo=Chiusa Telekom Serbia Non ci fu corruzione|pubblicazione=[[la Repubblica]] |data=17 maggio 2005|pagina=23|accesso=12 novembre 2011}}</ref>.
 
Il [[10 novembre]] 2011 il Tribunale di Roma ha condannato Igor Marini a dieci anni di carcere per [[associazione per delinquere]], finalizzata alla [[Ricettazione (diritto)|ricettazione]] di documentazione falsa e contraffatta, e calunnia nei confronti di Romano Prodi, condannandolo inoltre a un risarcimento provvisionale di € 150.000,00 all'ex Presidente del Consiglio<ref name=condannaMarini>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/11_novembre_10/marini-condannato_7c3e0966-0bab-11e1-a5e8-cd9b2a0894cc.shtml|titolo=Telekom Serbia, 10 anni a Igor Marini|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |data=10 novembre 2011|accesso=12 novembre 2011}}</ref>.
 
=== Presunti rapporti col KGB ===
{{vedi anche|Dossier Mitrokhin}}
L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di riferimento del [[KGB]] in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato inglese [[Gerald Batten]] dell'[[United Kingdom Independence Party]], che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa [[Alexander Litvinenko]], morto il [[23 novembre]] [[2006]] per avvelenamento. Batten, richiedendo un'inchiesta, dichiarava il [[3 aprile]] [[2006]] davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo:
{{quote
|un cittadino residente nel mio collegio elettorale, Alexander Litvinenko, è un ex tenente colonnello dell'FSB della Federazione russa, l'organismo che ha preso il posto del KGB. Avendo denunciato le attività illegali dell'FSB, il signor Litvinenko è stato costretto a cercare asilo politico all'estero; prima di scegliere il luogo in cui rifugiarsi, egli ha consultato il suo amico generale Anatoly Trofimov, ex vicedirettore dell'FSB. A quanto sembra, il generale Trofimov ha dato al signor Litvinenko il seguente consiglio: "Non andare in Italia, perché lì tra gli uomini politici ci sono molti agenti del KGB; il nostro agente in Italia è Romano Prodi".
|Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3 aprile 2006<ref>{{cita web
|autore=
|url= http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+CRE+20060403+ITEM-008+DOC+XML+V0//IT&query=INTERV&detail=1-060
|titolo= Intervento di Gerard Batten
|accesso=13 marzo 2008
|editore= Parlamento europeo
|data= 3 aprile 2006
}}
</ref>}}
 
Questo venne confermato dallo stesso Litvinenko in un documento video registrato nel febbraio 2006<ref>Paolo Guzzanti - ''Il mio agente Sasha''</ref>
 
Dopo la morte di Litvinienko, il [[26 novembre]], [[Carlo Bonini]] pubblicò sul quotidiano [[La Repubblica]] un'intervista, che questi aveva rilasciato il [[3 marzo]] [[2005]], un anno prima delle dichiarazioni di Batten. Secondo lo stesso Bonini, l'intervista, che dovrebbe essere "on the record" non è registrata su alcun supporto audio o video, ma è stenografata<ref>Gabriele Paradisi - Periodista di la verdad!</ref>.
 
In cui l'ex agente del KGB affermava che [[Mario Scaramella]], il quale lo stava interrogando per conto della [[Dossier Mitrokhin|commissione Mitrokhin]], insisteva per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul sequestro:
{{quote|Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le BR tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal KGB. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal KGB e se avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi.| ''E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi"'', intervista a Aleksandr Litvinenko, "[[La Repubblica]]" [[26 novembre]] 2006<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/esteri/putin-spia-avvelenata/colloquio-repubblica/colloquio-repubblica.html?ref=hpsez|titolo=E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi"|pubblicazione=[[La Repubblica]] |giorno=26|mese=11|anno=2006|accesso=17 novembre 2009}}</ref>.}}
 
In un'intervista a La Repubblica che [[Oleg Gordievsky]], ex agente del [[KGB]] e poi collaboratore del [[MI6]] definì fabbricata al 90%<ref>Gabriele Paradisi- Op. Cit.'</ref>, è stato scritto che Gordievsky sostenne di aver partecipato a un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("''Prodi è un nostro uomo''"). Gordievskij nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinienko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita a una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella che Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi e altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva), e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo voleva sentirsi dire<ref>[http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/caso-litvinenko-2/scaramella-testa-prodi/scaramella-testa-prodi.html ''L'ex spia del Kgb su Scaramella "Un bugiardo, voleva rovinare Prodi"''], intervista a Oleg Gordievskij, «La Repubblica» [[7 dicembre]] [[2006]]"</ref>.
 
Lo stesso Gordievskij ha confermato, in una intervista telefonica pubblicata al programma televisivo "[[La storia siamo noi]]" del dicembre 2006<ref name=storiasiamonoi>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=266 Licenza di uccidere?], puntata di [[La storia siamo noi]], dal sito ufficiale, intervista a Oleg Gordievskij a pochi minuti dalla fine del video</ref> ha affermato di non aver mai saputo nulla su possibili legami tra Prodi e il KGB e di non aver quindi mai parlato di questo con Scaramella (da lui ritenuto poco affidabile), ritenendo che la fonte del consulente della commissione Mitrokin potesse essere stato Litvinienko. L'ex agente sovietico ha sostenuto nella stessa che anche gli inglesi avevano fatto pressioni per ottenere informazioni su Prodi, ma che neanche a loro non aveva mai fornito informazioni al riguardo, non sapendone nulla.
 
In un'intervista del [[14 gennaio]] [[2007]] Gordievskij ha poi dichiarato: {{quote|Io non ho poi mai saputo se Romano Prodi fosse o non fosse stato reclutato dal Quinto Dipartimento del [[Kgb]], ma una cosa è certa e la ricordo benissimo; quando io ero a [[Mosca]] fra il 1981 e il 1982 Prodi era popolarissimo nel Kgb: erano entusiasti, lo trovavano in sintonia dalla parte dell'[[Unione Sovietica]]<ref>[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=148838 Articolo] de ''[[Il Giornale]]'' a firma [[Paolo Guzzanti]].</ref>.}}
 
Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in [[lingua inglese|inglese]] viene indicata come ''character assassination''). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni telefoniche di [[Mario Scaramella]], membro della [[commissione Mitrokhin]] il quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale di armi e violazione del [[segreto d'ufficio]]<ref name="repubblica_24122006">{{Cita news | titolo = Napoli, arrestato Scaramella, è accusato di traffico di armi | url = http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/spia-avvelenata-3/scaramella-arrestato/scaramella-arrestato.html | editore = [[La Repubblica]] | data = [[24 dicembre]] [[2006]] | accesso=27 dicembre 2007 }}</ref><ref name=corrierescaramella>[http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_14/scaramella_patteggiamento_libero_6055d86a-dafd-11dc-ab3f-0003ba99c667.shtml Commissione Mitrokhin, Mario Scaramella torna in libertà], articolo del "Corriere della Sera", del 14 febbraio 2008</ref>. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una [[Commissione parlamentare]] sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta politica<ref>{{Cita news|autore=[[Claudio Gatti]]|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Attualita/2007/01/gatti_inchiesta_scaramella_110107.shtml?uuid=8f6659ac-a144-11db-b281-00000e251029&DocRulesView=Libero|titolo=La resistibile ascesa di Mario Scaramella|pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]] |giorno=11|mese=01|anno=2007|accesso=16 novembre 2009}}</ref>.
 
Il [[22 gennaio]] 2008 la [[Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari]] del Senato, rispondendo alle richieste del [[Giudice per le indagini preliminari|GIP]] di Roma, ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo e Mario Scaramella<ref>[http://www.diritto-oggi.it/archives/00030463.html Mitrokhin: Guzzanti, per giunta illegali mie intercettazioni], agenzia AGI riportata da www.diritto-oggi.it</ref><ref>{{Cita news|autore=[[Marco Travaglio]]|url=http://cerca.unita.it/data/PDF0113/PDF0113/text47/fork/ref/08025fha.HTM?key=zitti+zitti&first=1&orderby=1&mf=01&yf=2008&df=24&mt=01&yt=2008&dt=28|titolo=Zitti zitti - Uliwood party|pubblicazione=[[L'Unità]] |giorno=25|mese=01|anno=2008|pagina=8|accesso=17 novembre 2009}}</ref>. Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi, e per il quello che riguarda il reato di calunnia nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti<ref name=corrierescaramella/><ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=78620|titolo=Scaramella condannato a 4 anni, ma non tornera' in carcere per l'indulto|pubblicazione=[[Rai News 24]] |giorno=14|mese=02|anno=2008|accesso=17 novembre 2009}}</ref>.
 
<!-- ====Il caso del Generale Speciale====
====Il "Tesoretto" e il problema economico italiano====
====L'indulto e la "Legge Mastella"====
====Il rapporto con gli industriali e la Confindustria==== -->
 
== Principali pubblicazioni ==
=== Pubblicazioni accademiche ===
[[File:33rdG8Leaders.jpg|right|thumb|Romano Prodi al 33º vertice [[G8]] a [[Heiligendamm]] 2007.]]
* ''Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della ceramica per l'edilizia'', Franco Angeli, Milano, 1966
* ''Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni d'impresa'', Franco Angeli, Milano, 1967
* ''La diffusione dell'innovazione nell'industria italiana'', Il Mulino, Bologna, 1973
* ''Sistema economico e sviluppo industriale in Italia'', Il Mulino, Bologna, 1973
* ''"Italy", in Big Business and the State: Changing Relations in Western Europe'', ed. R. Vernon, Harvard University Press, Cambridge Mass., 1974
* ''"Le trasformazioni dei modi di produrre e delle dimensioni delle imprese", in Quali imprese e quali uomini per la società degli anni ottanta'', ed. C. Pastore, Milano, 1977
* ''"Un diverso modello per uscire dalla crisi", in Industria in crisi: soluzione nazionale o europea?''*, ed. F. Grassini, Franco Angeli, Milano, 1978
* ''"Italia" in L'intervento pubblico nell'industria: Un'analisi comparata'', ed. R. Vernon, Il Mulino, Bologna, 1978
* ''Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana'', Il Mulino, Bologna, 1980
* ''La crisi delle partecipazioni statali: Conseguenze economiche di faticosi processi di decisione'', L'Industria, n. 1, 1990
* ''La dimensione economica dei nuovi equilibri europei'' (discorso di inaugurazione dell'anno accademico 1989-90, Università di Bologna), L'Industria, n. 1, 1990
* ''C'è un posto per l'Italia fra i due capitalismi?'', Il Mulino, n. 1, 1991
* ''Una crisi non solo politica: L'industria italiana a rischio'', Il Mulino, n. 5, 1991
* ''Modello strategico per le privatizzazioni'', Il Mulino, n. 5, 1992
* ''Il tempo delle scelte'', Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1992 (II edizione 1995)
* ''Privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese: Due grandi occasioni per rifondare la politica industriale in Italia'', Rivista di politica economica, X (ottobre 1992), in collaborazione con Daniele de Giovanni
* ''La società istruita. Perché il futuro italiano si gioca in classe'', Il Mulino, n. 2, 1993
* ''Istituzioni economiche, istituzioni politiche"'', Il Mulino, n. 6, 1995, in collaborazione con Franco Mosconi
* ''Economia e istituzioni nella società di fine secolo'', in collaborazione con Franco Mosconi, in *"Cambiamento delle istituzioni e nuovo sviluppo in Italia e in Europa", ed. P. Bianchi, supplemento alla rivista L'Industria, Il Mulino, Bologna, 1996
* ''Il capitalismo ben temperato'', Il Mulino, Bologna, 1995
 
=== Pubblicazioni politiche ===
* ''Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento'', Donzelli, Roma, 1995
* ''L'Italia che vogliamo'', Donzelli, Roma, 1995
* ''Un'idea dell'Europa'', Il Mulino, Bologna, 1999 (edizione inglese: ''Europe as I see it'', Blackwell/Polity, Oxford, 2000).
* ''Insieme'' (con Flavia Franzoni), San Paolo, 2005
* ''Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti per la democrazia italiana'' (con Furio Colombo), Feltrinelli, 2006
* ''La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa'', Il Mulino, Bologna, 2008.
* ''Futuro Cercasi'', Aliberti, 2011
* ''Dieci anni con l’Euro in tasca'', Aliberti, 2011
* ''Capire il Mondo'', Cittadella, 2012
 
== Riconoscimenti ==
=== Lauree ===
* Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) [[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di [[Milano]] (1961)
==== Lauree Honoris Causa ====
* [[Università di Madras]] ([[India]], gennaio 1998)
* [[Università di Sofia]] ([[Bulgaria]], febbraio 1998)
* [[Universitat Politecnica di Barcellona]] ([[Spagna]], dicembre 1998)
* [[Brown University]] ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], 1999)
* [[Università del Michigan]] ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], 1999)
* [[Accademia di Studi economici di Bucarest]] ([[Romania]], 2000)
* [[Università Cattolica di Lovanio]] ([[Belgio]], 2000)
* [[Università di Malta]] (2000)
* [[Università di Modena e Reggio Emilia]] ([[Italia]], 2000)
* [[Università di Ottawa]] ([[Canada]], 2000)
* [[Università di St. Gallen]] ([[Svizzera]], 2000)
* [[Università Kyung Hee]], ([[Corea del Sud]], 2000)
* [[Università di Pisa]] ([[Italia]], 2001)
* [[Università di Tirana]] ([[Albania]], 2001)
* [[Carleton University]] ([[Ottawa]][[Canada]], 2001)
* [[Instituto de Empresa di Madrid]] ([[Spagna]], 2002)
* [[Università di Oxford]] ([[Regno Unito]], 2002)
* [[Università di Pavia]], ([[Italia]], 2002)
* [[Università di Skopje]], (febbraio 2003)
* [[Università di Tunisi]] ([[Tunisia]], marzo 2003)
* [[Università di Calabria]] ([[Italia]], ottobre 2003)
* [[Università di Torino]] ([[Italia]], 2004)
* [[Università di Lublino]] ([[Polonia]], 2004)
* [[Università di Tongji]] ([[Shanghai]], settembre 2006)
* [[Università Cattolica di Milano]] ([[Italia]], 2007)
* [[Università di Addis Abeba]] (gennaio 2007)
* [[Università di Kolkata]] (febbraio 2007)
* [[Università Friburgo]] (marzo 2008)
* [[Università MIRBIS di Mosca]] ([[Russia]], febbraio 2009)
* [[Accademia nazionale di amministrazione (CAG)]] ([[Repubblica Popolare Cinese]], giugno 2010)
* [[Università di Nova Gorica]] (ottobre 2010)
* [[Università Nankai]] ([[Repubblica Popolare Cinese]], gennaio 2011)
* [[Università di Halle]] ([[Germania]], novembre 2011)
* [http://www.ieu.edu.tr/tr/news/type/read/id/2302http:// Università di Economia di Izmir] ([[Turchia]], settembre 2012)
 
=== Onorificenze e tributi ===
{{Onorificenze
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al Merito della Repubblica Italiana
|motivazione=
|luogo=[[Roma]], [[2 giugno]] [[1993]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=10754 quirinale.it]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=POL Order Zaslugi RP kl1 BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Merito della Repubblica di Polonia
|motivazione=
|luogo=[[1997]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=ESP Isabella Catholic Order GC.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)
|collegamento_onorificenza=Ordine di Isabella la Cattolica
|motivazione=
|luogo=[[1998]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Star of Romania Ribbon.PNG
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella di Romania (Romania)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Stella di Romania
|motivazione=
|luogo=[[2000]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=LVA Order of the Three Stars - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Comandante di Gran Croce dell'Ordine delle Tre Stelle (Lettonia)
|collegamento_onorificenza=Ordine delle Tre Stelle
|motivazione=
|luogo=
}}
 
* Membro onorario della [[London School of Economics and Political Science]] (1989)
* Membro onorario della [[Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid]] (1997)
* Premio Schumpeter della [[Società Schumpeter]] di [[Vienna]] (1999)
* Medaglia d'oro per l'economia dall'[[Università di Pavia]] (2002)
* Cittadino onorario di [[Scandiano]] (2008)
* Onorato con il "Südtiroler Verdienstkreuz" a [[Bolzano]] ([[2010]])<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/qualitaaltoadige/2010/06/10/visualizza_new.html_1820820215.html|titolo=ALTO ADIGE: ONORIFICENZA DELLA PROVINCIA AUTONOMA A PRODI|pubblicazione=[[ANSA]] |giorno=10|mese=06|anno=2010|accesso=14 giugno 2010}}</ref>
* Cittadino onorario di [[Nova Gorica]] ([[2010]])<ref>{{Cita web|url=http://bora.la/2010/10/15/romanoi-prodi-oggi-diventa-cittadino-onorario-di-nova-gorica/ |titolo=Romano Prodi diventa cittadino onorario a Nova Gorica |giorno=15|mese=10|anno=2010|accesso=17 ottobre 2010}}</ref>
* Premio Internazionale per l'Economia di [[Santa Margherita Ligure]] ([[2011]])<ref>{{Cita web|http://www.genovaogginotizie.it/cronaca/2011/9/12/news-36610/-margherita-ligure-premio-internazionale-per-economia-premiati-prodi.html |titolo=S. Margherita Ligure - Premio Internazionale per l´Economia: premiati Prodi e Curzio |giorno=12|mese=09|anno=2011|accesso=12 settembre 2011}}</ref> per l’articolo "EuroUnionBond per la nuova Europa" <ref>{{Cita web| http://www.romanoprodi.it/articoli/italia/eurounionbond-per-la-nuova-europa_3598.html |titolo=EuroUnionBond per la nuova Europa |giorno=12|mese=09|anno=2011|accesso=12 settembre 2011}}</ref>
* Sigillum Magnum dell'[[Università di Bologna]]<ref>[http://www.romanoprodi.it/notizie/a-prodi-la-massima-riconoscenza-accademica-della-piu-antica-universita-del-mondo_4579.html Romano Prodi | A Prodi la massima riconoscenza accademica della più antica università del mondo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> (la massima onorificenza accademica concessa dalla più antica università del mondo) <ref>[http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2012/03/13/Consegnato+a+Jean-Claude+Juncker.htm Consegnato a Jean-Claude Juncker, Romano Prodi e Helmut Kohl il Sigillum Magnum dell'Alma Mater<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ([[2012]])
 
== Citazioni in opere di fantasia ==
* Prodi è stato ritratto su un fumetto [[Marvel Comics|Marvel]] ([[X-Men|Uncanny X-Men]] 402 e 407) nella sua veste di presidente della Commissione Europea.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Voci correlate ==
* [[Governo Prodi I]]
* [[Governo Prodi II]]
* [[Commissione Prodi]]
* [[L'Ulivo]]
* [[L'Unione]]
* [[I Democratici]]
* [[Nomisma (società)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|s=Autore:Romano Prodi|q|commons=Category:Romano Prodi|n=Categoria:Romano Prodi}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.romanoprodi.it Sito personale]
* [http://www.fondazionepopoli.org Sito della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli]
* Schede personali alla [[Camera dei deputati]]: [http://legislature.camera.it/chioschetto.asp?content=/deputati/composizione/leg13/Composizione/schede_/d00480.asp XIII][http://www.camera.it/cartellecomuni/leg15/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d50197&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml%2Easp&position=Deputati\La%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato=d50197&Nominativo=PRODI%20Romano XV] legislatura
* [http://ec.europa.eu/archives/commission_1999_2004/prodi/president/cv_it.htm Sito della Commissione Europea, con curriculum di Romano Prodi]
* {{openpolis|id=664}}
* [http://www.perlulivo.it/2005-documenti/2005_06_02_prodi_creta.html Il documento integrale di Romano Prodi circa la leadership dell'Unione]
 
== Uffici di governo ==
 
{{Box successione
|carica=[[Presidente della Commissione Europea]]
|immagine=Flag_of_Europe.svg
|precedente=[[Manuel Marín]]
|successivo=[[José Manuel Durão Barroso]]
|periodo=[[16 settembre]] [[1999]] - [[21 novembre]] [[2004]]}}
{{Box successione
|carica=[[Commissario europeo dell'Italia|Commissario europeo<br />dell'Italia]]
|immagine=Flag_of_Italy.svg
|precedente=[[Emma Bonino]]
|successivo=[[Franco Frattini]]
|periodo=[[16 settembre]] [[1999]] - [[21 novembre]] [[2004]]<br />''con [[Mario Monti]]''}}
{{Box successione
|carica = [[Presidente del Consiglio europeo]]
|immagine= Flag of Europe.svg
|periodo = maggio - giugno [[1996]]
|precedente = [[Lamberto Dini]]
|successivo = [[John Bruton]]
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico governativo
|carica = [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = [[17 maggio]] [[1996]] - [[9 ottobre]] [[1998]]
|precedente = [[Lamberto Dini]]
|successivo = [[Massimo D'Alema]]
|periodo2 = [[17 maggio]] [[2006]] - [[7 maggio]] [[2008]]
|precedente2 = [[Silvio Berlusconi]]
|successivo2 = [[Silvio Berlusconi]]
|periodo3 =
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|successivo10 =
}}
{{Presidenti del Consiglio}}
{{Box successione
|carica = [[Elenco dei Ministri di Grazia e Giustizia della Repubblica Italiana|Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = [[17 gennaio]] [[2008]] - [[6 febbraio]] [[2008]]
''ad interim''
|precedente = [[Clemente Mastella]]
|successivo = [[Luigi Scotti]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Elenco dei Ministri dell'Industria e del Commercio della Repubblica Italiana|Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = [[25 novembre]] [[1978]] - [[20 marzo]] [[1979]]
|precedente = [[Carlo Donat-Cattin]]
|successivo = [[Franco Nicolazzi]]
}}
{{Box successione
|carica = Presidente del [[Partito Democratico]]
|precedente = istituito nel 2007
|successivo = [[Rosy Bindi]]
|periodo = [[14 ottobre]] [[2007]] - [[16 aprile]] [[2008]]
}}
 
{{Presidenti del PD}}
{{portale|biografie|economia|politica}}
 
[[Categoria:Politici della Democrazia Cristiana]]
[[Categoria:Politici del Partito Popolare Italiano]]
[[Categoria:Politici de I Democratici]]
[[Categoria:Politici del Partito Democratico]]
[[Categoria:Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Presidenti della Commissione europea]]
[[Categoria:Commissari europei]]
[[Categoria:Ministri dell'Industria della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Ministri di Grazia e Giustizia della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Professori all'Università di Bologna]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Deputati della XIII Legislatura della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Deputati della XV Legislatura della Repubblica Italiana]]
[[Categoria:Commissione Prodi]]
[[Categoria:Studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore]]
 
[[an:Romano Prodi]]
[[ar:رومانو برودي]]
[[ast:Romano Prodi]]
[[bat-smg:Romano Prodi]]
[[be:Рамана Продзі]]
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