Discussione:Telescopio riflettore: differenze tra le versioni

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In corrispondenza del fuoco del paraboloide, subentrano fenomeni di interferenza per cui l'immagine non può essere un punto, bensì un'alternanza di anelli concentrici di interferenza costruttiva e distruttiva, vale a dire anelli chiari e anelli scuri.
Esistono interi trattati sulla PSF. Chi ha sperimentato sistemi ottici nei quali la pupilla d'entrata ha una regione periferica gaussiana (apodizing mask), sa bene di aver sacrificato le alte frequenze spaziali e il gioco di eliminare alcuni anelli della centrica non vale la candela. In ogni caso, il picco centrale non sarà mai ridotto a un punto geometrico.
Se si accetta "quasi parabolica" per il telescopio di Newton, che sarebbe geometricamente perfetto per una sorgente puntiforme all'infinito, e posta sull'asse ottico, allora si provi a simulare quel che succede nel piano focale dei derivati del Cassegrain: i telescopi astronomici rappresentano soluzioni ottiche di natura pratica e non ha alcun senso utilizzare l'ottica astronomica per veicolare curiosità geometriche del tutto ininfluenti riguardo alla natura ondulatoria delle immagini stellari sul piano focale.
Mi si dica, per concludere, di quante lunghezze d'onda da 550 nm dovrei ritoccare uno specchio "perfettamente" paraboloidico da 20 cm a f/6 per trasformarlo in uno "quasi parabolico".
 
== Configurazione Cassegrain ==
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