La filosofia nel boudoir: differenze tra le versioni

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'''''La filosofia nel boudoir''''' (''La Philosophie dans le boudoir ou Les instituteurs immoraux'') è un [[dialogo]] drammatico - filosofico del [[Marchese de Sade]]. Fu pubblicato per la prima volta nel [[1795]]. Il sottotitolo è ''Dialogues destinés à l'éducation des jeunes demoiselles'' ("Dialoghi destinati all'educazione delle giovani fanciulle").
 
Diviso in sette parti e originariamente illustrato dallo stesso autore, attraverso il racconto dell'iniziazione alla [[sessualità]] della giovane Eugénie ad opera di Madame de Saint-Ange e del cinico e libertino Conte de Dolmancé, De Sade espone - nella sua usuale forma esplicita - le proprie posizioni radicali nei confronti della [[religione]], dell'[[aristocrazia]] e della [[monarchia]]. La narrazione è intervallato da numerosi intermezzi orgiastici, dove i personaggi, coadiuvati dal fratello di Saint-Ange e dal dotato servo Augustin, sperimentano posizioni e ruoli tra i più disparati disparati, in una promiscuità assoluta e sconfinando nelle [[parafilie]].
 
Il singolare tutore smonta le convinzioni del giovane cavaliere, i suoi valori altruistici, i limiti che questi vorrebbe porre ad un comportamento pur sempre gioioso. Senza remore bolla la figura di [[Gesù]] come un folle nato in una "porcilaia" figlio di una prostituta ebrea e di un soldato romano, che ammonisce a diffidare dei suoi stessi miracoli se compiuti da altri, che alle autorità si presenta come il [[Messia]] pur privo di credenziali convincendo a farsi condannare ad una morte terribile senza ricorrere ad alcun appello. Violenza ed assassinii fanno parte della natura umana. La [[pena di morte]] dunque rappresenta la maggiore ipocrisia del potere, riservando a se stesso la licenza di uccidere. L'uomo infine mostra indifferenza se non ostilità verso le donne, a favore di un maggior appagamento dagli uomini - evidenziando il carattere omossessuale[[omosessuale]] oe misogino dell'autoredel protagonista - ede infatti le donne vengono appagate dagli altri personaggi maschili.
{{quote | ''Non c'è nulla che non abbia mai fatto''... ''Non posso andar a dormire se nella giornata non ho compiuto scelleratezze'' | Conte de Dolmance}}
Quella di Eugénie è un'iniziazione ad una totale assenza di inibizioni che, secondo l'autore, sfocia ''inevitabilmente'' nella crudeltà in quanto crudele è la natura umana. La prima vittima diviene proprio la madre della giovane, bigotta ed importuna, sottoposta a sevizie ed infettata con [[sifilide]]. L'autore svela alla fine la natura dei suoi personaggi la cui licenziosità va oltre l'eros. Una natura disumana secondo il modo d'intendere comune, indifferente secondo il pensiero di De Sade.