Secondo triumvirato: differenze tra le versioni

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==Lo scontro tra i triumviri==
{{vedi anche|battaglia di Azio}}
[[File:Castro Battle of Actium.jpg|thumb|400px|left|MappaRappresentazione della [[battaglia di Azio]] in un quadro di Lorenzo A. Castro del 1672.]]
L'eliminazione degli ultimi pompeiani riunitisi attorno alla figura di Sesto Pompeo e la marginalizzazione di Lepido furono gli ultimi episodi della lunga contesa politica che precedette lo scontro tra Antonio e Ottaviano. Come si è visto i due rivaleggiarono ben presto nel contendersi l'eredità politica di Cesare. Solo i buoni uffici di Lepido e le circostanze spinsero i due a tralasciare gli odi reciproci e di giungere ad un'alleanza politica vantaggiosa per entrambi.
<br /> Dopo l'incontro di Taranto del 37 l'impero fu diviso tra i due triumviri: ad Ottaviano toccò la soprintendenza sull'Occidente, mentre ad Antonio il ricco e appetito Oriente. Sempre nella città pugliese i due futuri rivali decisero che gli eccezionali poteri triumvirali riconosciuti con la ''lex Titia'' avrebbero dovuto cessare nel 32 e l'anno dopo avrebbero ricoperto il consolato come colleghi, ma tale patto non fu rispettato poiché si consumò la definitiva rottura fra di loro. Infatti, ben presto, tra di loro cominciò ad esserci una lotta per conquistare l'egemonia del potere usando ogni mezzo, compresa la diffamazione dell'avversario. Un esempio è la tentata incriminazione d'Ottaviano nel 32 da parte del console Sosio, partigiano di Antonio. Il futuro imperatore, però, prontamente reagì alle accuse e fece circondare la ''[[senato romano|curia]]'' dai suoi legionari; trovatosi in difficoltà il console con il collega Gneo Domizio (anch'egli del partito d'Antonio) fuggì in Oriente.