Bosco sacro: differenze tra le versioni

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[[File:Bosco sacro - Monteluco di Spoleto.JPG|thumb|Bosco sacro - [[Monteluco]] di [[Spoleto]]]]
Una grande lecceta con esemplari vecchi di oltre 2000 anni, si trova nel Bosco sacro di [[Monteluco]] di [[Spoleto]]. A fianco dei lecci sempreverdi e delle specie arboree dominanti si trovano aceri, carpini bianchi, noccioli, meli e ciliegi selvatici, maggiociondoli, corbezzoli e arbusti come per esempio il ginepro, la ginestra, il rovo, il biancospino, il corniolo e il viburno.
[[File:Lex Luci Spoletina - Monteluco di Spoleto.JPG|thumb|left|Riproduzione Lex Luci Spoletina - Monteluco di Spoleto]]
All'interno del bosco è collocata la riproduzione di un cippo lapideo su cui è scritta la "Lex Luci Spoletina", primo esempio di norma forestale: iscrizioni su pietra del tardo [[III secolo a.C.]], scritte in [[latino arcaico]], che stabiliscono le pene per la profanazione del bosco sacro dedicato a [[Giove (divinità)|Giove]].
 
[[File:Lex Luci Spoletina - Monteluco di Spoleto.JPG|thumb|Riproduzione Lex Luci Spoletina - Monteluco di Spoleto]]
La traduzione recita:
{{quote|Questo bosco sacro nessuno profani, né alcuno asporti su carro o a braccia ciò che al bosco sacro appartenga, né lo tagli, se non nel giorno in cui sarà fatto il sacrificio annuo; in quel giorno sia lecito tagliarlo senza commettere azione illegale in quanto lo si faccia per il sacrificio. Se qualcuno [contro queste disposizioni] lo profanerà, faccia espiazione offrendo un bue a Giove ed inoltre paghi 300 assi di multa. Il compito di far rispettare l'obbligo tanto dell'espiazione quanto della multa sia svolto dal dicator.