Nano con cane: differenze tra le versioni
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l'Inglese |
attribuzione e descrizione |
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{{Opera d'arte
|immagine=Diego Velázquez 019.jpg
|grandezza immagine=<!-- larghezza seguita da "px" (opzionale) -->
|titolo=Nano con cane
|artista=[[Diego Velázquez]]<br>o sua scuola
|data = 1640-1645
|opera = dipinto
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'''''Nano con cane''''', ma anche '''''Ritratto di buffone con cane''''' oppure '''''Don Antonio "l'Inglese"''''', è un dipinto ad [[Pittura a olio|olio]] su [[Pittura su tela|tela]] di 142 x 107 cm, realizzato fra il [[1640]] e il [[1645]] e conservato al [[Museo del Prado]] di [[Madrid]], dove risulta catalogato come opera del pittore [[Diego Velázquez]] o della sua cerchia.<ref>Cfr. la relativa scheda nella {{lingue|en|es}} ''Galería on line'' del [http://www.museodelprado.es/coleccion/galeria-on-line/galeria-on-line/obra/retrato-de-bufon-con-perro/?no_cache=1 Museo Nacional del Prado].</ref>
== Attribuzione ==
Tale assegnazione ha resistito a lungo e, benché la tecnica esecutiva sia più limitata e abborracciata rispetto a quella usuale di Velázquez, nondimeno l'opera viene considerata come un ottimo esempio del ritratto di corte secondo il modello diffuso dal pittore sivigliano nel [[Pittura barocca|barocco]] spagnolo. Fra gli altri possibili autori si è comunque pensato a [[Juan Carreño de Miranda]], in base agli studi per l'identificazione del personaggio, la data di esecuzione e la tecnica pittorica.
Già annoverata fra le opere di Velázquez negli inventari del Palazzo reale, dove era collocata nel [[XVIII secolo|Settecento]] (gabinetto reale) e nell'[[XIX secolo|Ottocento]] (camera da letto della prima principessa), fu lo studioso Juan Allende-Salazar nel 1925<ref>{{de}} Juan Allende-Salazar, ''Velazquez. Des Meisters Gemälde in 275 Abbildungen'' (introduzione di Walter Gensel), Stoccarda, Deutsche Verlags-Anstalt, 1925 (4ª ed. riveduta).</ref> il primo a porre in dubbio l'attribuzione tradizionale e a suggerire il nome di Juan Carreño de Miranda. Nel 1957,<ref>{{de}} Kurt Gerstenberg, ''Diego Velazquez'', Monaco-Berlino, Deutscher Kunstverlag, 1957.</ref> lo storico dell'arte tedesco Kurt Gerstenberg collegò il ritratto con la pittura di Juan Bautista Martínez del Mazo, sottolineando l'estrema somiglianza fra il cane qui raffigurato e il mastino presente nella ''Cacería del tabladillo en Aranjuez'', opera sicuramente di del Mazo pure conservata al Museo del Prado.<ref>Cfr. la scheda relativa nella {{es}} ''Galería on line'' del [http://www.museodelprado.es/coleccion/galeria-on-line/galeria-on-line/obra/caceria-del-tabladillo-en-aranjuez/ Museo Nacional del Prado].</ref>
Espunto dal catalogo delle opere di Velázquez sia da José López-Rey che da Jonathan Brown (due fra i più autorevoli studiosi della vita e delle opere di Velázquez) con l'avallo della maggior parte della crítica specializzata, oggi si tende a considerare il ''Nano con cane'' come un prodotto tardo della cerchia di Velázquez<ref>Cfr. la scheda relativa nel sito {{es}} ''[http://www.artehistoria.jcyl.es/genios/cuadros/3486.htm arte Historia]''.</ref> o comunque influenzato dalla sua tecnica compositiva, senza giungere però a definirne l'esatta paternità ed evidenziandone al contrario i limiti di esecuzione, ad esempio nella concezione spaziale, che potrebbero far pensare a un'opera incompiuta.<ref name=Pintores>{{es}} Jesús Urrea Fernández, José Miguel Morán Turina e Mercedes Orihuela Maeso, ''Pintores del reinado de Felipe IV'' (catalogo dell'omonima mostra tenutasi a Pamplona nel febbraio-marzo 1995), Madrid, Museo del Prado - Caja de Ahorros de Navarra, 1994, p. 80. ISBN 978-84-606-2078-5. Cfr. anche la scheda del dipinto sul sito ''[http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/velazquez%20opere/nano%20con%20cane.htm Frammenti d'Arte]''.</ref>
== Descrizione ==
Il [[nanismo|nano]] o [[buffone]] di corte che vi è raffigurato indossa un ricco ed elegante vestito color ocra con bordi dorati e con pizzi bianchi per colletto e polsini; il cappello piumato di bianco che tiene nella mano destra e la spada alla cintola completano l'abbigliamento che nel suo insieme sembra conferire alla figura una sorta di vaga nobiltà. Tale effetto è però contraddetto dall'ingombrante presenza di un [[mastino]] tenuto al guinzaglio con la mano sinistra e che, con la sua mole, sottolinea non solo la modesta altezza del protagonista umano ma anche la mediocrità del suo stato sociale, di poco superiore a quello appunto di un [[Canis lupus familiaris|cane]]. Il soggetto dell'opera può ricordare altri ritratti di Velázquez, che dipinse diversi nani e buffoni della corte di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]] come ''[[Juan Calabazas]]'', ''[[Francisco Lezcano]]'', ''[[Diego de Acedo, el Primo]]'' o ''[[Sebastian de Morra]]''.
Nell'Ottocento il personaggio venne individuato dallo storico e critico d'arte [[Pedro de Madrazo]] nel buffone di corte don Antonio "l'Inglese", nome con il quale l'opera fu poi a lungo conosciuta. Nel secolo successivo lo studioso José Moreno Villa confutò però tale ipotesi dimostrando che "l'Inglese" era morto prima del 1617 e che quella data era incompatibile con la tecnica esecutiva della tela e con l'abbigliamento raffiguratovi; propose pertanto l'identificazione con un altro nano inglese, Nicholas Hodson (corrispondente al [[Genova|genovese]] Antonio Mascarelli), la cui presenza alla corte spagnola è tuttavia documentata dal 1673 al 1693, cioè diversi anni dopo la morte di Velázquez.<ref name=Pintores/>
== Note ==
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