Cesare Serviatti: differenze tra le versioni

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Il cadavere decapitato di quest'ultima era stato ripescato il [[3 novembre]] [[1930]] sulla costa laziale, tra Santa Marinella e Ostia. Serviatti confessò di aver abbordato con un annuncio matrimoniale anche questa vittima, pure lei cameriera come la Gorietti, all'identico scopo di derubarla dei risparmi di una vita, di averla strangolata, fatta a pezzi, messa in una valigia e gettata nel [[Tevere]] dal Ponte Garibaldi; da qui le correnti avrebbero trascinato il corpo fino in mare. Dopo la confessione gli inquirenti poterono ritrovare in fondo al pozzo di via Genova anche i resti della prima vittima Pasqua Bartolini Tiraboschi. Delle altre presunte vittime Serviatti non fece il nome e non vennero mai ritrovate.
 
Davanti al Tribunale della Spezia, dove il processo iniziò il [[14 giugno]] [[1933]], venne condanantocondannato per furto e rapina, dato che rapinò la Gorietti di 2.000 lire in contanti e altre 2.000 lire ricavate da un libretto postale. Venne condannato il [[7 luglio]] alla [[pena di morte]] che venne eseguita il [[13 ottobre]] [[1933]] alle 6,25, in località ''Chiara Vecchia'' nel comune di [[Sarzana]]. La sentenza venne eseguita tramite fucilazione alla schiena. Aveva provato a chiedere la grazia ma non l’ottenne.
 
==Bibliografia==