Konstantin Nikolaevič Romanov: differenze tra le versioni

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== Emancipazione dei servi ==
La riforma più importante di tutte fu l'[[emancipazione dei servi della gleba]], una politica che fu sgradita a gran parte della nobiltà russa. Quando il comitato nominato appositamente puntò i piedi e mise su delle difficoltà, Alessandro II chiese a Konstantin nel settembre 1857 di entrare a farne parte: dove lo zar era incerto di , il fratello minore era più tenace, di temperamento rapido e del tutto disinteressato a ciò che gli atri avrebbero potuto pensare di lui. Nel 1858 un comitato per l'emancipazione, che comprendeva soltanto i membri più progressivi, Konstantin, Lanskoy, Yakov Rostovtsev, Nikolay Milyutin ed i loro alleati, sostituì quello originale. Nonostante questo, i progressi furono ancora lenti, specialmente perché parecchi membri avevano a che dire dei modi bruschi del granduca <ref>[[John Van der Kiste]], ''The Romanovs, 1818-1959'', 27.</ref>.
 
Gli irriducibili nel comitato sapevano bene come discutere con Konstantin, ma continuarono ad usare ogni mezzo possibile per provocarlo, creando così dei freni alla riforma. Egli si trovò ad affrontare un comitato profondamente diviso fra i riformatori che puntavano ad attuare subito il decreto di riforms dell'imperatore e i conservatori che con veemenza si opponevano all'emancipazione dei servi. Konstantin fu particolarmente sdegnato da numerose proteste aristocratiche contro il suo programma, commentando una volta che gli oppositori non erano neppure degni che lui ci sputasse sopra <ref>King and Wilson, 33.</ref>. In parecchie occasioni il granduca riuscì a malapena ad evitare al comitato la disintegrazione per le tensioni. Le difficoltà ed il peso di tutto questo ricadeva su Konstantin, che oltretutto veniva insultato con pettegolezzi malevoli ed offensivi dai suoi nemici, che di lui dicevano essere un "matto, il risultato di troppa mastrurbazione" <ref>King and Wilson, 34</ref>.