Palazzo De Carolis: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il Palazzo prende il nome da Livio De Carolis, ambizioso e ricco mercante, nobile diper antico possesso per(titolo concessioneconferito Papalina,da chePapa aveva inoltre comprato il feudo di Prossedi con annesso titoloBenedetto di MarcheseXIII). Acquisì nell’arco di un decennio, agli inizi del ‘700, una vasta area con edifici minori di fronte alla [[Chiesa di San Marcello al Corso]], ed incaricò l’architetto [[Alessandro Specchi]] di costruire una lussuosa residenza. L’opera, iniziata nel [[1714]], assunse l’aspetto definitivo nel [[1728]] circa. Il neo-marchese non badò a spese per abbellire gli interni, chiamando famosi pittori quali [[Andrea Procaccini]], [[Benedetto Luti]], [[Giovanni Paolo Pannini]], [[Francesco Trevisani]], [[Giovanni Odazzi]], [[Domenico Muratori]] e [[Sebastiano Conca]]. Il palazzo doveva essere come un biglietto da visita per ottenere importanti cariche pubbliche che permettessero il rientro dell’investimento, ma ciò non avvenne e gli eredi di Livio, oberati di debiti, nel [[1748]] furono costretti a venderlo all’asta.
L’edificio passò alla [[Compagnia di Gesù]], che fece periziare ed inventariare l’immobile dall’architetto [[Luigi Vanvitelli]], affittandolo poi a personaggi illustri. Il palazzo subì poi altri passaggi di proprietà, tra cui l’Ambasciata di Francia, fino al [[1908]], quando i [[Boncompagni (famiglia)|Boncompagni Ludovisi]] lo vendettero al [[Banco di Roma]], tuttora proprietario ([[Unicredit Banca di Roma]]).
Il complesso fu ristrutturato per ospitare gli uffici di rappresentanza della Banca, su progetto dell’architetto [[Pio Piacentini]], che realizzò il piano attico e adattò diversi ambienti in [[stile Liberty]]. Il grande cortile fu coperto e trasformato in salone dell’agenzia.