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Flauto di Divje Babe
acragante
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|Nome = '''Acragante'''
{{Bio
|Nome = Acragante
|Cognome =
|PostCognomeVirgola =
|PreData = dal [[lingua greca|greco]] ''Ακράγας'' e dal [[latino]] ''Acragas''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Attività = scultore
|Epoca = V secolo a.C.
|Attività2 =
|AttivitàAltre =
|Nazionalità = greco antico
|FineIncipit = è stato un [[cesello|cesellatore]] [[Grecia antica|greco]] dell’[[argenteria|argento]] forse del [[V secolo a.C.]]
|Immagine =
|Didascalia =
}}
==La segnalazione di Plinio==
Tutto quel che sappiamo di questo antico [[incisore]] greco si trova in un passo della ''[[Naturalis historia]]''<ref>«Proximi ab eo [Mentore] in admiratione Acragas et Boëthus et Mys fuere. Exstant omnium opera hodie in insula Rhodiorum, Boëthi apud Lindiam Minervam, Acragantis in templo Liberi patris in ipsa Rhodo Centauros Bacchasque caelati scyphi, Myos in eadem aede Silenos et Cupidines. Acragantis et venatio in scyphis magnam famem habuit.»<br>(Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia'', XXXIII, 155, o 12, 55}</ref> di [[Plinio il Vecchio]]. Nel XXXIII libro del suo trattato naturalistico, infatti, parlando di [[mineralogia]] e soprattutto di [[metallurgia]], Plinio elenca una serie di cesellatori in argento particolarmente famosi, citando per primo Mentore come il più rinomato, seguito nella graduatoria della celebrità da Acragante, Boeto e Mys. Egli ricorda che ai suoi tempi ([[I secolo d.C.]]) opere di questi tre artisti erano ancora conservate in alcuni templi dell’isola di [[Rodi]]. Quelle di Boeto si trovavano nel tempio di [[Atena]] Lindia (sull’acropoli della cittadina costiera di [[Lindos]]), quelle di Acragante erano degli [[scifo|scifi]] cesellati con [[centauri]] e [[baccanti]] ed erano custoditi nel tempio di [[Dioniso]] (poco distante dal precedente), quelle di Mys infine raffiguravano [[sileni]] e [[Cupido|cupidi]] ed erano anch’esse nel tempio di Dioniso. Il passo di Plinio si conclude segnalando che Acragante si era conquistato grande fama anche cesellando coppe con scene di caccia.
 
Di lui non ci è noto altro: non dove, non come, non quando nacque, visse o morì. Poco di più sappiamo di Boeto, citato dallo stesso Plinio anche fra gli scultori<ref>''Naturalis Historia'', XXXIV, 84, o 8, 19</ref> e che dovrebbe essere vissuto o forse nato a [[Calcedonia]] se non a Cartagine, stando almeno a una citazione di [[Pausania]] nella ''Periegesi della Grecia''. Qualche notizia supplementare abbiamo per Mys
 
Il passo di Plinio, citando insieme i tre artisti, induce a ritenere che fossero tutti più o meno della stessa epoca e, poiché Mys dovrebbe essere contemporaneo di [[Fidia]], li si può collocare sul finire del V secolo a.C.
 
==La ripresa del Vasari==
poi ripreso anche da [[Giorgio Vasari]] in ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]''<ref>«Dopo costui [Mentore] nella medesima arte ebbero gran nome uno Acragante, uno Boeto et un altro chiamato Mys, dei quali nella isola di Rodi si vedevano per i templi in vasi sacri molto belle opere, e di quel Boeto spezialmente Centauri e Bacche fatti con lo scarpello in idrie et in altri vasi molto begli, e di quello ultimo un Cupido et uno Sileno di maravigliosa bellezza.»<br>(Giorgio Vasari, ''Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori'', edizione del 1568, II, XXXIX. Per la verità il testo non è del Vasari ma è contenuto in una «Lettera di messer Giovambattista di messer Marcello Adriani a messer Giorgio Vasari nella quale brevemente si racconta i nomi e l’opere de’ più eccellenti artefici antichi in pittura, in bronzo et in marmo, qui aggiunta acciò non ci si desideri cosa alcuna di quelle che appartenghino alla intera notizia e gloria di queste nobilissime arti», inserita dal Vasari nella prima parte del suo libro. Come si può notare, la traduzione del passo di Plinio è piuttosto libera, tanto da attribuire le opere di Acragante a Boeto.)</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
 
==Fonti==
* Charles Peter Mason, "Acragas (2)", in William Smith, ''A Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology'', Boston (MA), Little, Brown and co., 1867; I, 14.
 
 
 
http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0137&query=head%3D%232370
 
http://www.perseus.tufts.edu/cgi-binhopper/ptexttext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0137&queryredirect=head%3D%232370true