Ponte Sfondato: differenze tra le versioni
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== Origine del toponimo ==
[[Immagine:Ponte Sfondato.jpg|thumb|right|Il Ponte Sfondato in un disegno di Ludovico Prosseda (1828)]]
La denominazione ''Ponte Sfondato'' è antica, e non deriva, come si potrebbe immaginare, dall'evento del crollo del ponte, sopra descritto. La troviamo già documentata, ad esempio, nel 1757 (il fiume Farfa «imbocca nel ''Tevere'' poco lungi da ''Ponte sfondato'', meno di un miglio distante da ''Torri''»)<ref>Galletti, ''Gabio'' cit., p. 21</ref>; e cfr. anche la nota etimologica di [[Giuseppe Antonio Guattani]] (1827): «il tronco [della via Salaria] si divide in tre rami. Il settentrionale prossimo al Tevere [odierna ''via Ternana''] traversa il Farfa sopra il ponte sfondato [...]. Si passa sopra un ponte detto ''sfondato'' per un foro che l’impeto della corrente si è aperto a traverso del monte tufaceo, lasciando il suo primiero letto. Passava anticamente circa 150 passi più innanzi, sotto ponte artificiale rimasto in secco».<ref>Giuseppe Antonio Guattani, ''Monumenti Sabini'' (3 voll., Roma, Crispino Puccinelli, 1827, 1828 e 1832), vol. 1, pp. 50 e 76</ref> Già nel secolo XVI, come attestato dalla cartografia dell'epoca, il torrente aveva rettificato il suo corso; la vecchia ansa è evidente nei rilievi aerofotografici del territorio.
Analoga l’origine del toponimo ''Ponticchio'', località situata poco prima: «alle miglia 24 s’incontra il fiume detto di ''Ponticchio''; la cui capacità mal corrisponde alla tenuità del nome che porta».<ref>Guattani, ''Monumenti'' cit., I, p. 76</ref>
Va tuttavia segnalato che nella carta di Giubilio Mauro, incisa nel 1617, il luogo è denominato «Môte (=monte) sfondato», e con lo stesso nome figurerebbe nel 1743 sulla ''Tavola generale della Sabina'' di G.D. Campiglia. Sulla base di questa circostanza il Maxia, ritenendo inoltre che la locuzione ''Ponte sfondato'' sia, «per se stessa, priva di senso alcuno», ipotizza che la denominazione originaria sia stata «Monte sfondato» o «Ponte di Monte sfondato», poi divenuta «Ponte sfondato» o per abbreviazione, oppure per trasformazione della labiale ''m'' in ''p''<ref>Maxia cit., p. 633</ref>.
== Tradizioni ==
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* Laura Bernardini, ''Ponte Sfondato: storia di un ponte naturale'', in «Fidelis Amatrix», n. 34 (anno 7, aprile-maggio 2009), pp. 32-33
* Maria Pia Muzzioli, ''Ponte Sfondato'', in ''L'aerofotografia da materiale di guerra a bene culturale. Le fotografie aeree della RAF'', Roma, Multigrafica Editrice, 1980, pp. 120-121; si tratta del catalogo della omonima mostra tenuta a Roma, 24 giugno - 10 luglio 1980, a cura della ''The British School at Rome. Library and Photographic Archive'' (Accademia Britannica di Archeologia, Storia e Belle Arti – Biblioteca e Archivio Fotografico,'', via A. Gramsci 59-61 - Roma)
* Carmelo Maxia, ''Un singolare fenomeno d'erosione nella Sabina occidentale: il ponte sfondato sul torrente Farfa'', in «L'Universo», XXVIII, n. 6, novembre-dicembre 1948, pp. 633 e sgg. (Firenze, Istituto Geografico Militare); prima di lui, aveva trattato del Ponte Sfondato, in una nota a piè di pagina, il geofisico tedesco Friedrich Keller, ''Sull'intensità orizzontale del magnetismo terrestre nei pressi di Roma'' (''Frammenti concernenti la geofisica nei pressi di Roma'', Quaderno n. 4), Roma, 1896.
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