Carlo il Grosso: differenze tra le versioni
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Nell'[[886]], una imponente flotta di navi vichinghe pose l'assedio a [[Parigi]]. Il conte di Parigi, [[Oddone di Parigi|Oddone]] riuscì dopo una sortita ad avvisare l'imperatore, Carlo il Grosso, che convocò un'assemblea a [[Metz]] dove si decise di soccorrere la città. Fu inviato in avanscoperta il duca di Franconia, Enrico di Alamagna, che però fu ucciso mentre perlustrava l'accampamento nemico (28 agosto) e le sue truppe si ritirarono. Due mesi dopo Carlo si presentò con l'esercito davanti a Parigi, ma invece di dare battaglia, aprì le trattative, con il capo dei vichinghi, Sigfrido, che si conclusero con l'accordo che i Vichinghi avrebbero tolto l'assedio a Parigi, dietro il pagamento da parte dell'imperatore di 700 libbre d'argento ed il permesso di risalire la Senna per svernare in [[Borgogna]], che poi fu messa a sacco.
Nell'[[887]] Carlo ricevette la moglie di Bosone (morto l'11 gennaio, senza essersi mai arreso), la regina di Provenza, [[Ermengarda (figlia di Luigi il Giovane)|Ermengarda d'Italia]], a cui promise protezione per il figlio, l'erede di Bosone, [[Ludovico III il Cieco|Ludovico]], a cui garantì la successione sul trono di Provenza e, secondo il Reuter ([[:en:Timothy Reuter]]), lo nominò suo erede<ref name=Charles/>.
In quell'anno, Carlo divorziò dalla moglie, Riccarda, che, secondo gli ''Annales Argentinenses'', era stata accusata di adulterio con ''Liutwardo Vercellensi episcopo''<ref name=Argentinenses>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000842.html?pageNo=87&sortIndex=010%3A050%3A0017%3A010%3A00%3A00#ES Monumenta germaniae Historica, tomus XVII; Annales Argentinenses , Pag 87]</ref>, ma che una commissione giudicò ancora vergine<ref name=Argentinenses/>. L'accusa rivolta alla regina si trova anche nel ''Bernoldi Chronicon'', che precisa che la commissione che trovò la regina vergine fu voluta da [[papa Stefano V]]<ref name=Bernoldi>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000872.html?pageNo=421&sortIndex=010%3A050%3A0005%3A010%3A00%3A00#ES Monumenta germaniae Historica, tomus V; Bernoldi Chronicon , Pag 421]</ref>.
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