In questo mondo libero...: differenze tra le versioni
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Inghilterra. Angie, impiegata di un'agenzia di collocamento (non si capisce di che genere), non ha avuto una vita semplice né tanto meno un'educazione e un'istruzione accurate ma è una ragazza giovane ed energica, dotata di forte senso pratico, ambizione e coraggio. Ha alle spalle una vita disordinata in cui non è riuscita a costruirsi un futuro e ha bisogno di dimostrare a se stessa e agli altri che può farcela da sola, senza l'aiuto di nessuno. Dopo essere stata licenziata per aver reagito ad una molestia sessuale da parte di un facoltoso cliente, Angie si rende conto che per lei è arrivato il momento di dare una svolta decisiva alla sua vita. Così, insieme alla sua coinquilina Rose, decide di aprire una propria agenzia per inserire nel mondo del lavoro i numerosi immigrati in cerca di un'occupazione. In questo modo le ragazze senza quasi rendersene conto passano dall'essere sfruttate allo sfruttare loro stesse i lavoratori che smistano nelle diverse aziende richiedenti manodopera in nero e a basso costo. Angie dimostra subito di essere diventata una spietata capitalista senza nessuna remora per il suo comportamento, per il lavoro nero, a giornata, senza nessuna tutela a cui sottopone i lavoratori che si rivolgono a lei per sopravvivere in un mondo del lavoro sempre più precario e umiliante.
Il padre di Angie cerca di farla ragionare sulla terribile realtà che lei stessa alimenta, sottolineando come da questo sistema ne escano vincitori solo i padroni e i mafiosi, inoltre cerca di spiegarle come la situazione peggiorerà ed esploderà in una guerrà fra poveri per un lavoro mal pagato e senza diritti; ma lei esprime il suo disgusto per la vita lavorativa che ha avuto il genitore (ex operaio/impiegato) e spiega di volere una vita migliore e di facili guadagni e se ciò comprende lo sfruttamento di persone lei non ne è responsabile.
I guai per le ragazze cominciano quando dopo aver
Esse vengono ovviamente minacciate di pesanti ritorsioni se non troveranno i soldi, torneranno quindi a lavorare in una agenzia di collocamento estera per immigrati a cui promettono lavori in Inghilterra (non si evince se fittizi o reali).
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