Gallieno: differenze tra le versioni

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==== Gli ultimi anni (267-268) ====
Sembra che nel corso del [[267]], Gallieno, grazie all'appoggio di [[Aureolo]]<ref>''[[Historia Augusta]]'', ''[[Trenta Tiranni (Historia Augusta)|Triginta tyranni]]'', 11.3.</ref> (''[[magister equitum]]''<ref name="Zonara.XII.25">[[Giovanni Zonara|Zonara]], XII, 25.</ref>) ed alla perizia militare del suo ''[[magister militum]]'', [[Claudio il Gotico|Claudio]] (''dux totius Illyrici''),<ref name="HAClaudio15.2">''[[Historia Augusta]]'', ''Divus Claudius'', 15.2.</ref> combatté con successo le [[Impero delle Gallie|armate galliche secessioniste]] di [[Postumo]], il quale aveva preferito associare al potere un certo [[Vittorino]], richiedendo anche aiuto alle vicine tribù germaniche dei [[Franchi]].<ref name="Zonara.XII.24"/><ref name="HAGallieno7.1">''Historia Augusta'', ''Gallieni duo'', 7.1.</ref> Quando forse la vittoria finale era vicina, tanto da ipotizzare una riunificazione dell'impero delle Gallie al potere centrale di Roma, con la fine del [[267]]-inizi del [[268]]<ref>{{Cita|Southern 2001|p. 224|Southern 2001|harv=s}}.</ref> una nuova ed immensa invasione da parte dei Goti (unitamente a [[Peucini]], [[Eruli]] ed a numerosi altri popoli) prese corpo dalla foce del fiume [[Nistro|Tyras]] (presso l'[[Tyras|omonima città]]), dando inizio al [[Invasioni barbariche del III secolo|più sorprendente e devastante assalto di questo terzo secolo]], che sconvolse le coste e l'entroterra delle province romane di [[Anatolia|Asia Minore]], [[Tracia (provincia romana)|Tracia]] e [[Acaia (provincia romana)|Acaia]] affacciate sul [[Ponto Eusino]] e sul [[Mare Egeo]].<ref name="Zosimo42.1">Zosimo, I.42.1.</ref><ref name="Grant231232">{{Cita|Grant 1984|pp. 231-232|Grant 1984|harv=s}}.</ref><ref>''[[Historia Augusta]]'', ''Gallieni duo'', 13.6-8; ''Historia Augusta'', ''Divus Claudius'', 9.3-7.</ref>
 
{{Quote|E così le diverse tribù della Scizia, come Peucini, [[Grutungi]], [[Ostrogoti]], [[Tervingi]], [[Visigoti]], [[Gepidi]], [[Celti]] ed Eruli, attirati dalla speranza di fare bottino, giunsero sul suolo romano e qui operarono grandi devastazioni, mentre [[Claudio II il Gotico|Claudio]] era impegnato in altre azioni [''contro gli Alamanni, ndr''] [...]. Furono messi in campo trecentoventimila armati dalle diverse popolazioni<ref>Anche Eutropio (9.8) parla di trecentoventimila armati; cfr. {{Cita|Mazzarino 1973|p. 560|Mazzarino 1973|harv=s}}.</ref> [...] oltre a disporre di duemila navi (seimila secondo Zosimo<ref name="Zosimo42.1" />), vale a dire un numero doppio di quello utilizzato dai Greci [...] quando intrapresero la conquista delle città d'Asia [''la [[guerra di Troia]], ndr''].|''[[Historia Augusta]]'', ''Divus Claudius'', 6.2-8.1.}}
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Sembra che a un cerpo punto, l'enorme armata si divise in almeno tre colonne:<ref>{{Cita|Southern 2001|p. 225|Southern 2001|harv=s}} data questi avvenimenti al principio del [[268]].</ref>
#unaLa prima si diresse verso ovest, assediando senza successo prima Cizico, poi saccheggiando le isole di [[Imbro]] e [[Lemno]],<ref name="Watson40">{{Cita|Watson 1999|p. 40|Watson 1999|harv=s}}.</ref> occupando la futura città di [[Crisopoli]] (di fronte a Bisanzio), proseguendo fin sotto le mura di [[Potidea|Cassandreia]] e poi di [[Tessalonica]],<ref>''Historia Augusta'', ''Divus Claudius'', 9.8; {{Cita|Watson 1999|p. 43|Watson 1999|harv=s}}.</ref> e portando devastazione anche nell'entroterra della [[Macedonia (provincia romana)|provincia di Macedonia]].<ref>''Historia Augusta'', ''Gallieni duo'', 5.6; Zosimo, I, 43.1.</ref>.
#unala seconda armatacolonna, giunta in prossimità della foce del fiume [[Mesta|Nestus o Nessos]], tentò di risalirlo verso nord, ma fu intercettata dalle armate romane e subì una cocente sconfitta ad opera dello stesso Gallieno, accorso per l'occasione. Si racconta, infatti, che Gallieno riuscì a battere le orde dei barbari, tra cui certamente i Goti, uccidendone un gran numero (primavera del 268). In seguito a questi eventi offrì al capo degli Eruli, [[Naulobato]], gli "''[[Console romano|ornamenta consularia]]''", dopo che il suo popolo (identificabile con gli "Sciti" della ''Historia Augusta''), formato un convoglio di carri, aveva tentato di fuggire attraverso il monte Gessace (gli attuali [[Monti Rodopi]])<ref name="Watson40" /><ref>{{Cita|Magie 1950|II, p. 45 nota 4|Magie 1950|harv=s}}; ''Historia Augusta'', ''Gallieni duo'', 13.9; Zosimo I, 39.1.</ref> Non poté però completare l'opera perché nel frattempo il suo generale Aureolo, che comandava una fondamentale unità di cavalleria a Milano, si era ribellato.<ref name="Zosimo40.1">Zosimo, I.40.1.</ref> E così Gallieno fu costretto a tornare in Italia per battere, prima Aureolo presso [[Pontirolo Nuovo|Pontirolo]] sull'[[Adda]] (''pons Aureoli''),<ref name="HATrentaTiranni11.4">''[[Historia Augusta]]'', ''[[Trenta Tiranni (Historia Augusta)|Triginta tyranni]]'', 11.4.</ref> poi assediarlo a ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]).<ref name="AVittore33.17-19">Aurelio Vittore, ''De Caesaribus'', 33.17-19.</ref><ref name="Zonara.XII.25"/><ref>{{Cita|Watson 1999|pp. 215-216|Watson 1999|harv=s}}.</ref><ref name="Southern225">{{Cita|Southern 2001|p. 225|Southern 2001|harv=s}}.</ref>
#unaLa terza si diresse verso sud lungo le coste dell'[[Anatolia|Asia minoreMinore]], della [[Tessaglia]] e dell'Acaia, dove i barbari riuscirono a saccheggiare [[Sparta]], [[Argo (Grecia)|Argo]], [[Corinto]] e [[Tebe (Grecia)|Tebe]]. Lo storico [[Publio Erennio Dexippo|Desippo]] racconta, nella sua ''Cronaca'', di essere riuscito egli stesso nell'impresa di respingere un primo attacco alle mura della città di [[Atene]].<ref name="Grant231232" /><ref>Zosimo, I, 43.2; ''Historia Augusta'', ''Gallieni duo'', 13.8.</ref>
{{Quote|Si combatté in Acaia, sotto il comando di Marciano, contro i Goti, che sconfitti dagli Achei, si ritirarono da lì. Mentre gli Sciti, che fanno sempre parte dei Goti, devastavano l'Asia [''si tratta delle invasioni iniziate nel 267/268 e terminate nel 269/70, ndr''], dove fu incendiato il tempio di [[Efeso]].|''[[Historia Augusta]]'', ''Gallieni duo'', 6.1-2.}}