Inno ad Apollo: differenze tra le versioni

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L’Inno ad Apollo è un inno ''cletico'' (da “kaleo”=”chiamo”,”invoco”) in esametri appartenente alla raccolta denominata [[Inni omerici]].
==Genesi==
L’Inno presenta due sezioni nettamente distinte,sia per scelte stilistiche che per aspetti contenutistici. La prima ha per oggetto la nascita di [[Apollo]] a Delo e la celebrazione delle feste delie. La seconda invece, benché il riferimento mitologico sia alla medesima divinità, è incentrata sulla fondazione dell’oracolo a Delfi, impresa resa possibile dall’uccisione della dragonessa. Tale vistosa discordanza costituisce il fulcro della discussione filologica e letteraria sull’ Inno, la quale tenta di ritrovare spunti unitari all’interno del componimento. Esami oggettivi di ordine metrico e formulare confermano in buona parte l’esistenza di una chiara alterità tra due parti tematicamente inconciliabili, tanto che la tesi analitica ha in genere il sopravvento. L’Inno sarebbe dunque il risultato di un accorpamento tra due composizioni aediche appartenenti ad epoche e culture differenti, i cui versi sarebbero stati rielaborati e fusi per circostanze occasionali ed esterne.
La sostanziale ambivalenza che percorre L’Inno e si palesa nella suddivisone del campo di influenza del dio tra i santuari di Delfi e Delo corrisponde ad una divisione di ordine storico e religioso del mondo greco. Delfi,dichiaratamente aristocratica, svolse un ruolo predominante nei secoli VII e VI promuovendo l’espansione coloniale ellenica verso il Medio Oriente e il bacino del Mediterraneo. Il prestigio dell’oracolo,sede ricorrente di pellegrinaggi nonché centro cultuale molto influente,declinò all’epoca delle prime spedizioni persiane. Delo, sede antichissima di culto, ebbe al contrario un’importanza soprattutto locale fino alla metà del VI secolo, quando conobbe una rapida crescita connessa allo sviluppo urbanistico e si impose con la funzione di rappresentante della comunità Ionica. Nel tentativo di arginare l’aggressiva politica estera promossa da Atene al termine delle guerre persiane in opposizione al blocco di alleanze spartano, Delo divenne sede della symmachia ionica, promuovendo un’ ideologia anti-aristocratica. Le opposte impostazioni politiche,le diverse prerogative rituali nonché il processo stesso di istituzione fanno dunque di Delfi e Delo i due poli inconciliabili del culto apollineo. La tesi analitica sembra tenere conto di tutto ciò, in quanto ritiene che la sezione delia sia sta composta in epoca arcaica con lo scopo di essere recitata in occasione di una festività rituale a Delo, mentre quella delfica, di epoca assai più recente, costituirebbe un proemio destinato ad introdurre gli agoni rapsodici durante le cerimonie pitiche. L’autore dell’Inno unì, dunque, in una stessa composizione poetica i due inni apollinei di entità maggiore a lui noti, arricchendo l’ ''aretologia''(la rassegna delle gesta eroiche) del dio mediante la fusione di tradizioni distanti sia temporalmente che culturalmente. La struttura complessiva del canto rivela una sapiente cura espositiva e una riorganizzazione del materiale preesistente, ben lontane da un semplice accostamento tra due gruppi di versi scollegati, senza alcun richiamo interno.