Il diritto dei popoli: differenze tra le versioni

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Il contenuto delle tesi di Rawls diparte principalmente dalla "teoria ideale", orientata a definire come i differenti popoli che siano giusti, o almeno accettabili, dovrebbero comportarsi per rispettarsi l'un l'altro. Rawls si riferisce a questa concezione ideale come ad una «utopia realistica»: realistica perché può esistere; utopia perché «unisce ragionevolezza e giustizia a condizioni che rendono possibile, per i cittadini, la realizzazione dei loro interessi fondamentali»<ref>Rawls, ''op.cit.'', p. 7.</ref>. Un'idea che si inserisce nel solco tracciato da [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], secondo cui ogni tentativo di ricercare principi sicuri per il governo deve prendere «gli uomini come sono, e le leggi come possono essere»<ref>Cf. J.-J. Rousseau, ''Du contrat social'', Amsterdam, 1762, ''incipit''.</ref>. Il Diritto dei Popoli, dunque, vuole principalmente mostrare «come i cittadini e i popoli ragionevoli potrebbero vivere in pace in un mondo giusto»<ref>Rawls, ''op. cit.'', p. VI.</ref>.
 
È caratteristico dell'approccio di Rawls il concentrarsi sulla teoria ideale, senza disctuere più di tanto la teoria non ideale, che comporta la disamina del problema sulla giusta risposta all'ingiustizia. Ad ogni modo, poiché le questioni che si sollevano dalle condizioni fortemente non ideali del mondo reale (con la sua ingiustizia e i diffusi mali sociali) non possono essere ignorate, Rawls si dedica anche a discutere come come un popolo "ben ordinato" (liberale o accettabile, secondo i sensi suddetti) dovrebbe comportarsi rispetto alle società oppresse o fuori dalla legge.
 
== Note ==