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L'impiego degli Unni come mercenari di Roma non mancò di provocare polemiche tra gli scrittori cristiani del tempo, in
particolare [[Prospero Tirone]] e [[Salviano]], Vescovo di [[Marsiglia]]: tali scrittori erano scandalizzati dal fatto che Litorio permettesse agli Unni di fare sacrifici alle loro divinità pagane e per il fatto che alcune bande di Unni sacchegiasserosaccheggiassero alcune regioni dell'Impero senza alcun controllo, sostenendo che se i Romani avessero perseverato a utilizzare un popolo pagano (gli Unni) contro un popolo cristiano seppur ariano (i Visigoti), avrebbero perso presto il sostegno di Dio.<ref>Kelly, pp. 94-96.</ref> Nel 439 Litorio, dopo alcune vittorie, era arrivato con i suoi Unni alle porte di [[Tolosa]], intenzionato a conquistarla e a sottomettere definitivamente i Visigoti: nella battaglia che ne risultò, però, le sue truppe mercenarie unne subirono una grave sconfitta e fuggirono in disordine, mentre lo stesso Litorio fu catturato e giustiziato pochi giorni dopo. Secondo Salviano, la sconfitta degli arroganti Romani, adoratori degli Unni, contro i pazienti goti, timorati di Dio, confermava il passo del [[Nuovo Testamento]], secondo cui «chiunque si esalta sarà umiliato, e chiunque si umilia sarà esaltato.» La sconfitta di Litorio spinse Ezio a firmare una pace con i Visigoti riconfermante il trattato del 418, dopodiché tornò in Italia,<ref>Sidonio Apollinare, ''Carmina'' VII 297-309; Prospero Tirone, ''s.a.'' 439; Idazio, 117 (''s.a.'' 439); ''Cronaca gallica dell'anno 452'' 123 (''s.a.'' 439).</ref> per l'emergenza dei Vandali, che proprio in quell'anno avevano conquistato [[Cartagine]].
particolare [[Prospero Tirone]] e [[Salviano]], Vescovo di [[Marsiglia]]: tali scrittori erano scandalizzati dal fatto che Litorio permettesse
agli Unni di fare sacrifici alle loro divinità pagane e per il fatto che alcune bande di Unni sacchegiassero alcune regioni dell'Impero senza alcun controllo, sostenendo che se i Romani avessero perseverato a utilizzare un popolo pagano (gli Unni) contro un popolo cristiano seppur ariano (i Visigoti), avrebbero perso presto il sostegno di Dio.<ref>Kelly, pp. 94-96.</ref> Nel 439 Litorio, dopo alcune vittorie, era arrivato con i suoi Unni alle porte di [[Tolosa]], intenzionato a conquistarla e a sottomettere definitivamente i Visigoti: nella battaglia che ne risultò, però, le sue truppe mercenarie unne subirono una grave sconfitta e fuggirono in disordine, mentre lo stesso Litorio fu catturato e giustiziato pochi giorni dopo. Secondo Salviano, la sconfitta degli arroganti Romani, adoratori degli Unni, contro i pazienti goti, timorati di Dio, confermava il passo del [[Nuovo Testamento]], secondo cui «chiunque si esalta sarà umiliato, e chiunque si umilia sarà esaltato.» La sconfitta di Litorio spinse Ezio a firmare una pace con i Visigoti riconfermante il trattato del 418, dopodiché tornò in Italia,<ref>Sidonio Apollinare, ''Carmina'' VII 297-309; Prospero Tirone, ''s.a.'' 439; Idazio, 117 (''s.a.'' 439); ''Cronaca gallica dell'anno 452'' 123 (''s.a.'' 439).</ref> per l'emergenza dei Vandali, che proprio in quell'anno avevano conquistato [[Cartagine]].
 
====Accordi di Margus e campagne del 441-442====