Eyalet d'Egitto: differenze tra le versioni

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Abu-'l-Dhahab venne inviato con una forza di 30.000 uomini in quello stesso anno ad occupare la [[Siria]] ed alleati vennero inviati per negoziare alleanze con la [[Repubblica di Venezia]] e con la [[Russia]]. Rinfrzato dall'aleato di Ali Bey, [[Daher El-Omar]], Abu-'l-Dahab prese facilmente le principali città della [[Palestina]] e della [[Siria]], raggiungendo infine [[Damasco]], punto al quale dovette fermarsi pena entrare in contatto diretto coi domini dell'Impero ottomano. Egli iniziò ad evacuare dunque la Siria e marciò con tutte le forze che poté trovare nell'Alto Egitto, occupanto [[Assiut]] nell'aprile del [[1772]]. Avendo ottenuto truppe ulteriori dai beduini, egli marciò verso il Cairo. Imail Bey venne inviato da Ali Bey con una forza di 3.000 uomini per controllare l'avanzata nemica, ma [[Bastin Ismil]] e le sue truppe preferirono aderire a quelle di Abu-'l-Dhahab. Ali Bey in un primo momento pensò ad una strenua difesa dall'interno della cittadina del Cairo, ma ricevendo poi informazioni dall'amico [[Daher El-Omar]] di Acri che era intenzionato a concedergli rifugio, lasciò il Cairo per la Siria l'[[8 aprile]] [[1772]], il giorno prima dell'entrata trionfale in città di Abu-'l-Dhahab.
 
Ad Acri la fortuna di Ali sembrò tornare all'antico splendore. Un vascello russo ancorato al porto rientrava negli accordi previsti tra Egitto e Russia e gli avrebbe fornito tutti i rifornimenti necessari oltre che munizioni ed una forza di 3.000 guerrieri albanesi al suo servizio. Egli inviò uno dei suoi ufficiali, Ali Bey al-Tantawi, a riprendere possesso dei villaggi siriani evacuati da Abu-'l-Dhahab ora in possesso degli ottomani. Egli personalmente guidò la presa di [[Jaffa]] e [[Gaza]] che cedette formalmente all'amico [[Daher El-Omar]] di Acri. Il [[1 febbraio]] [[1773]], egli ricevette informazioni dal Cairo che Abu-'l-Dhahab si era autoproclamato sceicco di al-Balad, e con quel potere stava ora praticando estorsioni tali che il popolo egiziano acclamava il ritorno di Ali Bey. Egli partì dunque alla volta dell'Egitto alla testa di 8.000 uomini ed il [[19 aprile]] si scontrò con l'esercito di Abu-'l-Dhahab a [[Salihiyya]]. Le forze di Ali riuscirono a vincere la prima battaglia, ma quando gli scontri ripresero due giorni dopo, egli venne disertato da molti ufficiali e, gravato da una malattia, non poté occuparsi direttamente delle questioni belliche. Il risultato fu una sconfitta completa per la sua armata, ed Ali stesso venne catturato e portato al Cairo ove morì sette giorni dopo.
 
Dopo la morte di Ali Bey, l'Egitto tornò ad essere una provincia dipendente dall'Impero ottomano, governata da Abu-'l-Dhahab come sceicco di al-Balad col titolo di ''pascià''. Poco dopo egli ricevette il permesso dal sultano ottomano di invadere nuovamente la Siria con l'intento di punire il sostenitore di Ali Bey, [[Daher El-Omar]], e lasciando Ismail Bey e Ibrahim Bey quali suoi rappresentanti al Cairo. Dopo aver preso possesso di molte città della Palestina, Abu-'l-Dhahab morì per cause ancora oggi sconosciute; [[Murad Bey]], disertore della battaglia di Salihiyya, riportò le forze in Egitto il [[26 maggio]] [[1775]].