Monte Caltafaraci: differenze tra le versioni
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Le più antiche testimonianze sulla montagna risalgono alla prima età del bronzo come ci testimoniano le [[tomba a grotticella|tombe a grotticella]] artificiale o a forno, scavate nella pietra viva, presenti sul versante nord - ovest. Le tombe ricavate nei grossi massi di caduta, o nelle pareti rocciose, hanno in genere l'aspetto del forno dei contadini delle nostre campagne.
Sempre nella zona nord - ovest della montagna si riscontrano anche frammenti di ceramica della prima e media età del bronzo. Alcuni manufatti in [[terracotta]], provenienti da Caltafaraci, e risalenti al tardo bronzo, sono conservati al [[Museo archeologico regionale (Agrigento)|Museo archeologico regionale di Agrigento]].
Sul pianoro della montagna si trovano numerosi vasi di [[ceramica]] risalenti al periodo della [[colonizzazione greca]] e riferibili alle [[popoli indigeni|popolazioni indigene]] del [[VI secolo]]; appartenenti a questo periodo sono i resti di ambienti circolari, scavati nella pietra viva. Del
Di questo periodo sono anche grandi [[architrave|architravi]] e i resti di una [[colonna]] in [[carparo|tufo arenario]], dove si notano tracce di [[intonaco]] bianco, che fanno pensare ad architetture imponenti, probabilmente [[tempio|templi]] dedicati alle divinità.
Sulla sommità meridionale ci sono i resti di una fortezza in passato ritenuta di matrice araba. Si tratta di un castello con mura poste a diverse altezze nella quale sommità si trova un [[baluardo]] costituito da un muro dello spessore di 2 m e dalla lunghezza di 150 m.
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