Andrea Zanzotto: differenze tra le versioni

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Dal [[1963]] la sua presenza di critico su [[Rivista|riviste]] e quotidiani si intensificò: scrisse per ''Questo e altro'', ''[[L'Approdo letterario]]'', ''[[Paragone]]'', ''[[Nuovi Argomenti]]'', ''[[Il Giorno]]'', l'''[[Avanti!]]'', il ''[[Corriere della Sera]]''.<br>
Scrisse anche numerosi saggi critici, soprattutto su autori a lui contemporanei come (Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Vittorio Sereni).
Ottenne in questo anno il trasferimento definitivo nella scuola media d Pieve di Soligo dove vi insegnerà fino al [[1971]].
 
====Altre esperienze====
Nel [[1964]] incontrò ad [[Asolo]] il filosofo tedesco [[Ernst Bloch]] e ne rimase conquistato: veniva intanto pubblicato il suo primo libro di [[Prosa|prose]] creative, ''Sull'altopiano''.<br/> La giuria presieduta da [[Diego Valeri]] e composta, tra gli altri, da [[Carlo Bo]], [[Carlo Betocchi]] e [[Giacomo Debenedetti]], gli assegnò in quello stesso anno il" Premio Teramo" per un racconto inedito.<br/> Sempre del '64 è l'esperienza teatrale ''Il povero soldato'', tratta da un montaggio di brani presi dal [[Ruzante]].<br>
Nel [[1965]] partecipò agli incontri italo-[[Iugoslavia|iugoslavi]] di [[Abbazia]] insieme a Bandini, Giudici, [[Segre]] [[Dobrica Cosic]] che in quel momento era il rappresentante appartenente all'ala liberale del partito comunista al potere.
Nel [[1966]] tradusse per [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] dal [[Lingua francese|francese]] ''Età d'uomo. Notti senza notte e alcuni giorni senza giorno'' di [[Michel Leiris]].<br/> Intanto, con la conferenza di [[Jacques Lacan]] all'Istituto di cultura di [[Milano]] in occasione dell'uscita degli ''Écrits'', si inaugurava anche in Italia il fortunato periodo dello [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] e Zanzotto partecipavapartecipò all'evento, insieme ai maggiori rappresentanti dell'arte e della cultura.<br|
In questo periodo iniziò a scrivere sull'<nowiki>'</nowiki>''[[Avanti!]]'' e partecipò a Milano alla presentazione del libro di [[Ottiero Ottieri|Ottieri]] ''L'irrealtà quotidiana'', che egli considerava una tra le più importanti opere del secondo [[XX secolo|Novecento]].
 
Risale al [[1967]] un suo viaggio a [[Praga]] dove partecipò con Sereni, [[Franco Fortini|Fortini]] e [[Giovanni Giudici (poeta)|Giudici]] ad una cerimonia di presentazione di un'[[antologia]] della poesia italiana e ricevericette, insieme agli altri, una calorosa accoglienza.<br/> È di questo periodo il suo avvicinamento alle posizioni politiche di Fortini e dei ''[[Quaderni Piacentini]]'' di [[Piergiorgio Bellocchio]] e [[Grazia Cherchi]] con la quale mantenne semprerapporti di amicizia.
Nel [[1966]] tradusse per [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] dal [[Lingua francese|francese]] ''Età d'uomo. Notti senza notte e alcuni giorni senza giorno'' di [[Michel Leiris]].<br/> Intanto, con la conferenza di [[Jacques Lacan]] all'Istituto di cultura di [[Milano]] in occasione dell'uscita degli ''Écrits'', si inaugurava anche in Italia il fortunato periodo dello [[Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] e Zanzotto partecipava all'evento, insieme ai maggiori rappresentanti dell'arte e della cultura.
 
In questo periodo iniziò a scrivere sull<nowiki>'</nowiki>''[[Avanti!]]'' e partecipò a Milano alla presentazione del libro di [[Ottiero Ottieri|Ottieri]] ''L'irrealtà quotidiana'', che egli considerava una tra le più importanti opere del secondo [[XX secolo|Novecento]].
 
 
Risale al [[1967]] un suo viaggio a [[Praga]] dove partecipò con Sereni, [[Franco Fortini|Fortini]] e [[Giovanni Giudici (poeta)|Giudici]] ad una cerimonia di presentazione di un'antologia della poesia italiana e riceve, insieme agli altri, una calorosa accoglienza.<br/> È di questo periodo il suo avvicinamento alle posizioni politiche di Fortini e dei ''[[Quaderni Piacentini]]'' di [[Piergiorgio Bellocchio]].
 
====I primi importanti volumi in versi====
Nel [[1968]] uscì il volume in versi ''La Beltà'' (tuttora considerata la raccolta fondamentale della sua opera)<ref name="Cfr. S. Agosti 2000">Cfr. S. Agosti,'' L'esperienza di linguaggio di A. Zanzotto'', in A. Zanzotto, ''Poesie e prose scelte'', I Meridiani, Mondadori, 20002003.</ref> presentato a [[Roma]] da [[Pier Paolo Pasolini]] e a Milano da [[Franco Fortini]], mentre il [[1º giugno]] uscì su [[Il Corriere della sera]] una [[recensione]] scritta da [[Eugenio Montale]] sulla poesia di Zanzotto che, avendo già potuto conosere alcuni versi del nuovo poeta, aveva scritto: " Zanzotto non descrive, circoscrive, avvolge, prende, poi lascia. Non è proprio che cerchi se stesso e nemmeno che tenti di fuggire alla sua realtà; è piuttosto che la sua mobilità è insieme fisica e metafisicsa, e che l'inserimento del poeta nel mondo resta altamenre problematico e non è nemmeno desiderato...Ê una poesia coltissima, la sua, un vero tuffo in quella pre-espressione che precede la parola articolata e che poi si accontenta di [[sinonimi]] in [[filastrocca]], di parole che si raggruppano per sole affinità [[fonetica|foniche]], di balbettamenti, [[interiezione|interiezioni]] e soprattutto [[iterazione|iterazioni]]. Ê un poeta percussivo ma non rumoroso: il suo [[metronomo]] è forse il batticuore...Una poesia inventariale che suggestiona potentemente e agisce come una droga sull'intelletto giudicante del lettore.<ref>Eugenio Montale, in [[Il Corriere della Sera]], 25 marzo 1955, Stefano Agosti, in'' Antologia critica'', Andrea Zanzotto, Poesie 1938-1972, Oscar Mondadori, 1986, pag.,28</ref>
 
Nel [[1969]] pubblicò ''Gli sguardi, i fatti e Senhal''<ref>Per il significato del lemma vedi [[Senhal]]</ref>, scritto subito dopo lo [[Apollo 11|sbarco sulla luna]] effettuato dall'[[astronauta]] [[Stati Uniti d'America|americano]] [[Neil Armstrong]] il [[21 luglio]], dimostrando ancora una volta quanto egli fosse attento al pulsargli della vita intorno, agli eventi e al loro concatenarsi.
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Nel [[1970]] fu finalista al [[Premio Firenze]] con [[Ted Hughes]] e [[Paul Celan]], tradusse il ''[[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]]'' di [[Georges Bataille]] e pubblicò con l'editore [[Vanni Scheiwiller]] un volumetto di quattordici [[Poesia lirica|liriche]] come omaggio agli amici intitolato ''A che valse?(Versi 1938-1942)'', fuori commercio e a tiratura limitata.<br/> Si appassionò in questo periodo alla lettura di ''Le geste et la parole'' dell'[[Etnologia|etnologo]] e [[Paleontologia|paleontologo]] francese [[André Leroi-Gourhan]] che gli diede modo di riflettere sul linguaggio e l'espressione umana.
 
Nella primavera del [[1973]] intraprese, con [[Augusto Murer]], un viaggio in [[Romania]], dove alcune sue poesie erano già state tradotte, ma fu costretto a rientrare in patria per l'aggravarsi delle condizioni di salute della madre.<br /> Zanzotto rientrò da [[Bucarest]], attraverso l'[[Ungheria]] e la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], in [[treno]] per timore dell'[[aereo]], che non utilizzò mai come mezzo di trasporto.<br /> Pochi giorni dopo il suo rientro la madre morì, lasciandolo enormemente addolorato. Ripreso comunque il suo lavoro di scrittore, e tradusse ''La letteratura e il male'' di [[Bataille]] per l'editore [[RCS MediaGroup|Rizzoli]] e, sempre nel 1973, pubblicò un nuovo volume di versi, intitolato ''Pasque'' e l'antologia ''Poesie ([[1938]]-[[1972]])'', a cura di [[Stefano Agosti]].
 
Nel [[1974]] il n. 8-9 di ''Studi novecenteschi'' dal titolo ''Dedicato a Zanzotto'' raccoglieva gli interventi di numerosi poeti e studiosi sulla sua opera.